SCUOLA/COVID – Il punto del sindaco Cassì

 Negli ultimi giorni ha tenuto banco la questione della chiusura/non chiusura delle scuole. Il sindaco di Ragusa Peppe Cassì ha sottolineato l’importanza di seguire le linee guida adottando comportamenti ragionevoli e invitando le famiglie a tenere alta la guardia. Il problema riguarda anche le attività che i ragazzi svolgono dopo la scuola, ritrovandosi in piazzette o in casa e violando le norme anti-contagio.
In momenti di crisi è importante avere una linea guida coerente e quella per contrastare il virus è molto chiara: attenersi alle evidenze scientifiche, ai dati, secondo principi di ragionevolezza e proporzionalità, senza lasciarsi tentare da decisioni precipitose che alla lunga rischierebbero di essere controproducenti.
A proposito delle scuole comunali, questi sono i dati di Ragusa: il numero di positivi, per lo più asintomatici, tra docenti e alunni delle scuole comunali è di 54, pari allo 0,68% della popolazione scolastica. Le classi in isolamento, cioè sottoposte a una misura preventiva, sono 22, pari al 6,67% del totale.
Senza minimizzare ma anzi rafforzando la necessità di ogni cautela e prudenza affinché queste percentuali diminuiscano, trovo opportuno che le famiglie abbiano consapevolezza dell’esatta consistenza del fenomeno: i dati confermano che le scuole rimangono tra i luoghi più sicuri.
Stante le testimonianze dei presidi, inoltre, in molti casi i contagi si sono verificati tra piccoli gruppi di 4 o 5 ragazzi abituati a frequentarsi anche dopo la scuola. Il problema spesso non sono le classi dove si rispettano le regole; il vero tema è comprendere cosa fanno e dove vanno dopo la scuola i ragazzi, che tutt’oggi continuano a ritrovarsi in piazzette o in casa, senza tener conto delle norme anti-contagio.
Oggi interverremo su questo per ciò che ci compete, per i luoghi pubblici; ma è opportuno che anche le famiglie tengano alta la guardia. In contesti domestici, infatti, spesso si sottovalutano i pericoli: invitare anche pochi compagni di scuola in casa, dove non si rispettano le stesse regole vigenti nelle classi, per studiare o giocare insieme al pomeriggio, può essere un grave fattore di rischio”. A questo punto è lecito chiedersi se davvero sia il caso di accontentarsi, di temporeggiare, di stare a vedere quello che succede, perché così si può riassumere il modus-operandi locale in questo senso. Urge, e subito, l’adozione di misure drastiche, concrete. La popolazione ha bisogno delle sue istituzioni, e ne ha bisogno adesso.
di Stefano Ferrera12 Nov 2020 12:11
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