Durante il referendum cabine sporche e scarsa igiene, la segnalazione di un segretario di seggio

A una settimana circa dalla consultazione elettorale sulla riduzione del numero dei parlamentari, riceviamo e pubblichiamo una lettera che una segretaria di seggio ci ha inviato per segnalare alcuni problemi di igiene verificatisi nell’edificio scolastico presso il quale era stata nominata e non solo:

[blockquote style=”1″]Domenica 20 e lunedì 21 settembre scorsi l’Italia è stata chiamata alle urne per il Referendum Costituzionale e, anche a Ragusa, i seggi sono stati aperti sotto i migliori auspici in fatto di organizzazione.

Sabato 19 mi reco nella sezione in cui sono stata nominata segretaria per rendermi subito conto che quasi nessuna delle rassicuranti informazioni che mi erano state fornite il giorno prima in Comune corrispondeva al vero. Infatti, nonostante l’abbondanza di mascherine e igienizzante per le mani, gli arredi erano stati montati con la solita disposizione senza nessuna distanza di sicurezza, non ci sono i tavoli distanziatori, i guanti sono solo di misura M, nessun rotolo di carta né disinfettante per le cabine ci era stato consegnato. Soprattutto, le cabine elettorali sono decisamente lerce: visibilmente erano state tenute all’aperto e montate senza neanche passare uno strofinaccio.

È necessario precisare che quando qualcosa non è usata da tempo va pulita? Si vede di sì.

È necessario precisare che le disposizioni sanitarie su questo referendum sono state fornite già il 14 agosto (circolare n. 39)? A quanto pare sì.

Lo faccio subito presente alla rilevatrice della mia sezione la quale prontamente contatta il responsabile per avere chiarimenti e risolvere quello che si rivela essere un problema diffuso, problema che tuttavia, rimane.

La domenica, segnalata nuovamente la cosa, il responsabile della pulizia e sanificazione mi comunica personalmente che è in arrivo una squadra di pulizie, ma gli elettori cominciano ad arrivare e a votare appoggiandosi al piano della cabina utilizzando carta assorbente per evitare il contatto con la cabina, il che mi fa decidere di comprare a mie spese sgrassatore, disinfettante e rotolone per pulire e disinfettare io stessa una cabina secondo coscienza e mia buona volontà.

Verso le 9.30, dopo 2 ore e mezza dall’apertura, arriva non una squadra ma il responsabile in persona con una bottiglia di alcol e un pezzo di carta assorbente che, tra un “voi parlate sempre troppo tardi” e un “ringraziate che sono qui di persona la domenica mattina”, pulisce il solo piano della cabina. Può una sola persona con un po’ di carta e alcol pulire in tempi utili pulire da polvere, terra, ragnatele e deiezioni di piccioni e topi 3 cabine per 70 sezioni? Realisticamente no. Se il grado di pulizia è sicuramente personale, c’è però un limite obbiettivo alla trascuratezza? Sì, ed è parente del rispetto non solo delle norme anticovid vigenti ma della persona in quanto tale, nonché della mansione che tutti stavamo svolgendo per lo Stato e i cittadini.

Solo alle 22.40, 15 ore e mezza dopo l’apertura, arrivano 2 addetti che, con un secchio di candeggina pressoché assoluta, lavano i pavimenti delle 6 sezioni costringendoci a sospendere l’ingresso fino alla chiusura, alle 23. Ora, tutto è concluso con buona pace di chi ha vissuto la stessa situazione, dei ritardi, dei mancati controlli.

Lungi da me il voler cercare un “colpevole”, così come il mero lamentare il fatto che ho speso 10 € di detersivi, guanti e rotoloni e che ho pulito un pezzo di plastica per 24 ore mentre svolgevo un servizio per lo Stato, di per sé non è nulla. Lo dimostra il fatto che mi sono convinta a scrivere non prima né durante il servizio elettorale ma dopo, a distanza di giorni, e dopo l’apertura delle scuole. Ciò perché penso che il rendere nota questa esperienza possa piuttosto servire da critica costruttiva per il futuro poiché ancora una volta ci siamo trovati di fronte all’ennesimo palesarsi della “cattiva prassi” del pubblico.

Guardando solo ai fatti. I locali sono stati puliti e sanificati prima delle consultazioni? Non so rispondere, nonostante i dubbi voglio ancora supporre di si, vista anche la determinazione n° 816 del 10/09/2020 che stanzia 3.000 € per lo scopo; sono soprattutto speranzosa che lo siano stati dopo, per la riapertura delle scuole.

Gli arredi sono stati puliti, sanificati e ben disposti? No, lo abbiamo fatto noi.

Ci sono stati forniti i mezzi per disinfettare ogni ora le cabine e i tavoli, compito che ci hanno espressamente indicato essere nostra responsabilità? No, li abbiamo procurati a nostre spese.

Ci si è comportati correttamente nei confronti dei membri delle sezioni, delle forze dell’ordine e dei cittadini? No, neanche di fronte ad una consultazione per la modifica della Carta Fondamentale, neanche di fronte al primo tentativo di decorso controllato di una pandemia nella storia della Repubblica.

Notata “l’anomalia” è stato prontamente posto rimedio? No, ci è stata messa una pezza sopra, quando oramai non serviva più, e solo dopo che era giunta voce della possibile pubblicazione di foto sui social.

Ecco un punto per me assai rilevante: ciò che ha fatto davvero mobilitare funzionari e addetti non è stato il dover giustamente svolgere il lavoro per cui si è pagati, non il senso del dovere nel controllare che il lavoro svolto da altri e di cui si è responsabili sia stato adempiuto correttamente, non la dovuta attenzione al momento storico che stiamo vivendo, ma un passaparola di una imminente pubblicazione di qualcosa su un social ovvero una inesistente ma paventata possibile critica pubblica, tramite un mezzo informale.

Davvero per essere sicuri che si svolga il proprio lavoro e si dia seguito alle proprie responsabilità si deve ricorrere non alle segnalazioni per canali ufficiali (in questo caso i rilevatori) ma a tali mezzucci? Triste, squallido anzi, più di trovarsi a pulire guano, ma ho imparato qualcosa … per la prossima volta, e voi?

Alderisi Miriam[/blockquote]

di Redazione29 Set 2020 19:09
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