“Movida” senza controllo? Oltre il Covid-19, si abbia il coraggio di decidere sul futuro di Marina di Ragusa
Da settimane si denuncia che a Marina di Ragusa la situazione sulle spiagge di giorno e quanto accade per la cosiddetta “movida” di sera sarebbero ingestibili: norme di distanziamento completamente ignorate, caos e maleducazione nelle stradine del centro e sul lungomare Mediterraneo, risse, sporcizia, schiamazzi. Dimentichiamoci per un attimo dell’emergenza Covid-19, quale sarebbe la differenza rispetto agli anni passati? Nessuna. Ogni amministrazione chiamata a governare la città di Ragusa si è dovuta confrontare con la gestione estiva del quartiere sul mare – quella invernale mai pervenuta da parte di nessuno – nel tentativo utopico di “salvare capra e cavoli” e cioè lasciare che il centro di Marina di Ragusa sia località destinata al turismo e centro d’aggregazione e divertimento di migliaia di giovani mentre, contemporaneamente, dalle verande e dai balconi delle abitazioni in affitto anche a 2500 euro al mese, danarosi proprietari/affittuari sono costretti a telefonare alla municipale perché vogliono godersi il meritato riposo. Ah, in alcuni casi quelli che denunciano sono gli stessi che incassano i soldi delle locazioni da parte degli imprenditori i quali, poi, vengono multati perché dai loro locali (da pochi metri quadri) la musica è ancora alta un minuto dopo il limite fissato dalle ordinanze sindacali predisposte per l’estate. Le premesse non sono le migliori e, anzi, tendono a favorire una situazione rispetto all’altra.
La verità è che “salvare capra e cavoli” non è possibile: nel caso di Marina di Ragusa vale il proverbio secondo il quale non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. C’è, nel mondo, una qualsiasi località turistica e di svago dove non capiti che ogni tanto scoppi una rissa o qualcuno faccia i bisogni per strada? No ed è una realtà con la quale ci si scontra ogni stagione, anno dopo anno. Le amministrazioni si affannano nel tentativo di fare tutti contenti o, nella migliore delle ipotesi, scontentare tutti allo stesso modo. La vera rivoluzione, invece, sarebbe quella di decidere, una volta per tutte, cosa deve essere Marina di Ragusa: centro per il turismo e la “movida” o residence estivo per quei ragusani e non in vacanza che cercano pace e tranquillità. Una scelta coraggiosa e definitiva che consentirebbe al quartiere di trovare “pace”, proiettandosi in un futuro diverso, ma ben definito che, finalmente, metterebbe un punto al puntuale pluridecennale dibattito.
Sappiamo che la cosa più facile è non decidere per non sbagliare, sappiamo che l’ideale sarebbe mettere tutti d’accordo, ma sappiamo anche che sarebbe molto più apprezzata una scelta di campo risolutiva che gioverebbe a tutti, sia che si favoriscano le aspirazioni turistiche (e festaiole) della città sia che si propenda per la placida località vocata al relax e alla serenità. È davvero assurdo che ci si scandalizzi perché qualche ubriaco si libera lo stomaco in pieno centro o che scoppi qualche tafferuglio, fingendo di dimenticare che le stesse cose accadono, anche in forme peggiori, a poche decine di chilometri di distanza in qualche discoteca o chalet isolati, dai quali poi i giovani si mettono alla guida per tornare a casa.
Dimentichiamoci del Covid e della gestione dei flussi – questioni che oggi hanno bisogno di interventi d’altro tipo per la tutela della salute pubblica – per concentrarci da subito e a mente serena sulla stagione estiva 2021. L’amministrazione Cassì rifletta bene su quale futuro dare a Marina di Ragusa e al coraggio che serve per farlo.