Il punto di vista del comitato piccoli azionisti della Bapr
Il comitato piccoli azionisti della Bapr (i rappresentanti Florinda Giangravé, Salvatore
Barrano, Mirco Di Dato, Attilio Gregna, Salvatore Rando e Francesco Iemolo) ha inviato il seguente comunicato che riportiamo.
In riferimento alla convocazione dell’Assemblea ordinaria e straordinaria dei soci della Bapr,
esponiamo le ragioni del voto contrario a molti dei punti all’ordine del giorno. A eccezion
fatta del punto sulla richiesta di autorizzazione a Banca d’Italia del riacquisto di azioni
proprie per 20 milioni di euro, che al momento appare l’unico spiraglio di luce per una platea
assai preoccupata e disperata di piccoli azionisti.
Premessa la legittimità della convocazione, consentita dalle disposizioni del recente decreto
“Cura Italia”, si osserva che proposte di modifica statutaria in assemblee da svolgersi mediante
Rappresentante Delegato risultano quanto meno inopportune in una situazione così particolare
pandemia da Coronavirus, in cui tutti ci troviamo.
Questa modalità assembleare, se necessaria ai fini dell’approvazione del bilancio e per
l’ordinaria gestione, è fortemente delegittimante nei confronti dei soci, a maggior ragione in
una società bancaria retta dai principî mutualistici tipici delle cooperative.
In un unico modulo è prevista l’espressione del voto, per la modifica di venticinque articoli, oltre
a tre nuovi articoli dello statuto sociale. Non solo, non è chiaro lo scopo di queste modifiche
statutarie, né quale sia il progetto dei vertici di Banca Agricola Popolare di Ragusa che queste
modifiche sottendono.
Eppure da una prima lettura delle proposte si evincono una serie di modifiche statutarie che
avranno un impatto patrimoniale sui soci, in quanto prevedono dall’aumento gratuito del capitale
sociale, al frazionamento delle azioni, all’azzeramento del valore nominale delle azioni e al
rafforzamento dei poteri del Consiglio di Amministrazione. Modifiche che avrebbero effetti
rilevanti sulla liquidabilità e valorizzazione delle azioni e, di conseguenza, sulla situazione
patrimoniale dei soci azionisti e degli azionisti non soci.
I dubbi nel merito:
1) Nella proposta di acquisto per un importo di 20.000.000 (venti milioni) di azioni proprie da
parte dell’istituto bancario, non viene esplicitata la ripartizione nelle varie categorie di rimborso
delle somme autorizzate, in che misura e per quali finalità (mercato Hi-Mtf, conciliazioni, rimborso
ai soci, fondo di solidarietà).
2) Nella proposta di variazione del prezzo dell’azione, la fissazione del sovrapprezzo di
emissione delle nuove azioni sarebbe pari a 76 euro per azione. Non è chiaro nemmeno se a seguito
del frazionamento o prima di questo.
3) Non è chiaro se l’aumento gratuito di capitale abbia l’obiettivo di limitare la svalutazione
delle azioni o se ciò comporterebbe, in caso di richiesta di rimborso, che il prezzo venga fissato a
76.00 euro per azione.
Per tutti questi motivi il nostro voto è no.