IL BLUFF della RG nonostante la riunione cipe dell’11 luglio
L’ultima notizia ‘è che ci sarà una riunione CIPE per l’11 luglio e in quella data si dovrebbe tornare a parlare della Ragusa Catania. Ma chi vi scrive è ormai rassegnato e sono concorde con quanto scritto dai componeneti del famoso comitato. Loro, per la verità, mi erano sembrati incrollabili nella fede verso la realizzazione dell’autostrada. Ora vacillano e allora sono guai. Ecco il loro comunicato stampa di oggi.
Perché è un “BLUFF” l’affermazione che la RG/CT sarà totalmente pubblica e a tariffazione calmierata! All’indomani della manifestazione abbiamo continuato, come sempre, a monitorare la situazione e veramente siamo passati dalla preoccupazione allo “SCONCERTO”; infatti se in tutti questi anni abbiamo verificato errori, omissioni e ritardi comunque la direzione di marcia era verso la soluzione …ora invece assistiamo ad uno “psicodramma che si sta consumando negli uffici e nei palazzi romani” di assoluta mancanza di ogni fatto sostanziale che porta verso la definizione della procedura. LE IRRITUALITA’ DEL CIPE Non possiamo non notare le procedure – IRRITUALI – adottate da quest’organismo in questo ultimo
periodo – ESCLUSIVAMENTE – per la RG/CT: 1) Dopo l’incontro con annuncio facebook del ministro Lezzi di dicembre 2018 del passaggio positivo
al CIPE del 17 gennaio (quando si riunisce il Comitato la decisione è già definita e opera una presa d’atto) “IRRITUALMENTE” si rinvia la pratica, nella sostanza, in maniera indeterminata – CON LA SORPRESA DELLA MEDESIMA MINISTRA LEZZI – Questo ci ha subito allarmati ed abbiamo visto giusto proclamando la mobilitazione; L’INIZIO DELL’AFFOSSAMENTO!
2) IL 4 aprile – con motivazioni che sono più affermazioni (anche gravi e di cui ci dovrebbero essere riscontri da verificare sul piano giuridico-amministrativo) – si annuncia il “de profundis” del progetto di finanza, demandando a soluzioni – quale scelta politica – fumose e senza oggettiviriscontri per la riaffermata a parole “RILEVANZA STRATEGICA dell’OPERA”.
3) Il 15 maggio – subito dopo la nostra manifestazione – si convoca, la mattina per la sera (sic!), la riunione CIPE in maniera frettolosa e non si decide alcunchè, tutto, poi, confermato il 20 maggio con relativa conseguenza sul “NULLA per la RG/CT”. Consideriamo questi fatti gravi perché sono nella sostanza e ad oggi strumenti di “distrazione di massa”; non vi sono fatti concreti in cui si sarebbe dovuto sostanziare l’affermazione (del vertice del MIT e MEF) “…in tempi ristretti avviare la procedura per realizzare l’opera a totale carico pubblico”.
IL DINIEGO DI ACCESSO AGLI ATTI
A seguito dell’iniziativa legale portata avanti dai sindaci per l’accesso agli atti, abbiamo appreso il diniego degli uffici del CIPE (per conoscenza anche alle competenze del MIT e del MEF); nel ricorso fra l’altro c’è la richiesta di avere contezza su tutta una serie di passaggi amministrativi che sono stati puntualmente sostanziati. E’ un fatto gravissimo perché evidenzia che su pratiche di interesse generale e di alta trasparenza e visibilità si nega ad ISTITUZIONI la conoscenza degli atti che invece – se si è in perfetta
sintonia con le affermazioni solennemente pronunciate – dovrebbero essere messi a disposizione di tutti ad iniziare dai COMUNI! E questo suona una beffa dopo oltre 17 anni di attesa, manifestazioni, 3 MARCIE LENTE di cui l’ultima di grande rilevanza e di poco più di un mese fa!
PERCHE’?
A nostro giudizio tale comportamento, oltre ad essere irriguardoso nei confronti degli enti territoriali dello Stato che l’hanno promosso – probabilmente privo di fondamento giuridico che speriamo sia presto contestato ed impugnato – è di una GRAVITA’ POLITICO-AMMINISTRATIVA di grande rilevanza e ci conferma che più di qualcosa non quadra! E’ ,poi, insopportabile e irricevibile, vista la grande mobilitazione di “POPOLO” tale decisione adottata da chi dovrebbe garantire l’interesse pubblico nella trasparenza e lealtà fra istituzioni ed un POPOLO a cui è negato il diritto fondamentale della mobilità e della sicurezza…da troppo tempo, un POPOLO, in tal modo che non può che sentirsi deriso e umiliato. Noi faremo la nostra parte – la mobilitazione continua – ma chiediamo alla politica di maggioranza e di opposizione di prendere non solo posizione su questo atto – GRAVISSIMO – ma anche di dirci quali iniziative intendono adottare concretamente per emarginare tale comportamento e chiedere con forza, trasparenza e conoscenza degli atti al più presto e, magari, con le scuse di chi lo ha, inopinatamente, deciso! PERCHE’ SIAMO PRESI IN GIRO
Torniamo all’affermazione del titolo di questo comunicato e ne diamo, dopo le cose anzi dette, ulteriori motivazioni:
a) Si pronunzia da parte del Ministro delle Infrastrutture (pentitosi solo fra gennaio e aprile sulla strada precedentemente percorsa anche da lui del P.F. com’era stato previsto da oltre 10 anni) che si va “verso il superamento dello schema operativo di convenzione”.
BENE, ma dove sono gli atti conseguenziali che danno sostanza a tale, finora, FUMOSA AFFERMAZIONE avendo riferito che nel mese di maggio (presunto CIPE del 13 poi consumato il 15 e “sistemato” il 20) si sarebbe trovata la soluzione – usiamo le stesse sue parole – “demandando alle amministrazioni competenti a porre in essere entro il 13 maggio le determinazioni conseguenti…”?
b) Dove sono – poi e nei fatti – le risorse disponibili e nuove che lo stesso ministro annuncia atte alla “realizzazione dell’opera a totale carico delle finanze pubbliche”? – Anche queste parole al vento!
Si parla dell’inaffidabilità del PEF (e del concessionario) che ha finora soddisfatto la legge e la convenzione con l’accertamento delle risorse pubbliche e private. Perché ad oggi i ministri MIT e MEF non indicano quali sono le fonti pubbliche per l’eventuale nuovo PEF… ed ancora si cela la sostanza che le criticità sulla sostenibilità del PEF si può verificare – in capo al concessionario –
solamente dopo 12 mesi dall’approvazione del progetto definitivo se lo stesso non è riuscito a porre in essere la totale copertura della quota privata ( fra l’altro nel caso vi sia la concorrenza di istituti bancari questi dovranno essere individuati con gara ad evidenza pubblica). Se fosse passato il progetto definitivo già a gennaio 2017 saremmo arrivati alla verità…e SE IL CONCESSIONARIO
NON AVESSE OTTEMPERATO A DEFINIRE IL PIANO ECONOMICO-FINANZIARIO lo Stato avrebbe acquisito, SENZA ONERI, il progetto che è di proprietà del concessionario e che invece oggi si vorrebbe acquistare, senza indicarne modalità e passaggi …perché si continua a rinviare? E chi
pagherà i costi di questo stato di (stallo) di fatto per gli atti che ci hanno portato sino a qui?
c) L’affermazione – poi – in perfetto “BUROCRATESE” che utilizza il ministro del MIT che l’infrastruttura sarà realizzata con “i medesimi tempi di esecuzione” ci dà la conferma che si dice una verità che fa pensare ad un’intenzione…perché la domanda sorge spontanea: SI i medesi tempi ma A PARTIRE DA QUALE DATA? – QUESTO IL MINISTRO NON CE L’HO HA RIFERITO e L’HA
OMESSO, MA NOI VOGLIAMO SAPERLO ORA E SUBITO!
d) Altra “simpatica” intenzione – non suffragata dai fatti – è quella della “RIDUZIONE DELLE TARIFFE RAPPORTATE ESCLUSIVAMENTE AI COSTI OPERATIVI”; naturalmente noi siamo per la riduzione delle tariffe, ci mancherebbe, E SAPEVAMO CHE A TEMPO DEBITO SI DOVEVA ARRIVARE AD UN ABBASSAMENTO TARIFFARIO con il vecchio P.F. , solo che siamo realisti e conseguenziali rispetto ciò che lo STATO ci ha imposto …e l’oggettiva realtà di come gli organismi pubblici si sono comportati in questi 17 anni di monitoraggio…che oggi, ahinoi sta dando il peggio di sè, cioè:
1) ci avevano detto – sino a gennaio 2019 compreso questo governo- che l’unico modo di avere il raddoppio era il P.F. con tariffazione; 2) le tariffe del P.F. sono in linea con la legge, la convenzione ed i mercati;3) le tariffe devono ripagare oltre i costi di costruzione e gestione ANCHE TASSE E TRIBUTI PUBBLICI CHE SONO LA PARTE PREPONDERANTE NELLA COMMISURAZIONE DEL PEDAGGIO!;4) il “BOCCIATO P.F.” ci dava la certezza di realizzare l’opera con una tariffazione che in coerenza con quanto lo stesso STATO aveva deciso lo stesso STATO può DECIDERE DI ABBASSARE. e) Ed infatti perché il concedente MIT e il MEF non decide di “RINUNZIARE ALLA TASSAZIONE CHE
INCIDE SULLE TARIFFE CHE DA SOLA RAPPRESENTA 1/3 DEL PEDAGGIO”? Anche perché lo STATO (ANAS) non avrebbe più in carico i costi della manutenzione e gestione dell’attuale 514/194 che risparmierebbe e che potrebbe, già oggi, mettere a budget per abbassare le tariffe!
PERCHE’ – ANCHE QUI IN MANIERA IRRIGUARDOSA VERSO LA REGIONE SICILIANA ED IL SUO POPOLO – SI E’ RESPINTO L’ATTO DI INDIRIZZO (DISPOSTA PURE TRASFORMARLO IN UNA LEGGE) CHE PRO-ATTIVAMENTE STORNA LE RISORSE PRODOTTE DALLE TARIFFE (per la parte della Regione) AI TERRITORI PER 200 MILIONI DI EURO TUTTE DESTINATE ALL’ABBASSAMENTO DEI PEDAGGI? PERCHE’ QUESTO CRITERIO DI RINUNCIA DI IMPOSTE E TASSE PRODOTTE DAI PEDAGGI (TUTTE A PARTIRE DAL CANONE) NON POSSONO ESSERE DESTINATE A UN “CANONE DI DISPONIBILITA’” UTILE ALL’ABBASSAMENTO DELLE TARIFFE COSI’ COME E’ STATO ADOTTATO PER LA PEDOMANTANA VENETA…E PER LA RAGUSA-CATANIA NO?
ED ANCORA PERCHE’ NON SI E’ PERSEGUITA L’OPZIONE DELL’ ACQUISIZIONE EX-POST, DOPO LA COSTRUZIONE E MESSA IN ESERCIZIO, DELLA CONCESSIONE COME SI E’ FATTO CON IL PASSANTE DI
MESTRE…E PER LA RAGUSA CATANIA NO?
SE SI VOLESSE VERAMENTE RENDERE PUBBLICA L’INFRASTRUTTURA PERCHE’ SI E’ SCELTA LA STRADA DELL’ACQUISIZIONE DEL PROGETTO – CON COSTI CRESCENTI – , RIMANDANDO AD UNA TRATTATIVA CHE
SIN’ORA E’ INESISTENTE E SENZA AVER INDICATO LE FONTI DI FINANZIAMENTO, RIMANDANDO AD UNA
PROCEDURA NUOVA DI CUI NON SI CONOSCONO I TEMPI E I MODI E QUINDI RINVIABILE “SINE DIE”?
Una cosa è certa la revoca unilaterale costerebbe allo Stato – secondo alcuni osservatori – almeno 100 milioni di euro di penali (fonte Strade e Autostrade del 29/01/19).Ecco perché risulta non convincente la motivazione – soprattutto del MEF che lo ha confermato, però,
firmando la convenzione e pervenendo sino al 2019 con quel modello – che” il project financing non risulta allo stato economicamente sostenibile” e non si perseguono le soluzioni che sono invece state adottate per altre infrastrutture del NORD.
L’unica cosa certa è che abbiamo 366 milioni di euro di finanziamento pubblico che abbiamo custodito per oltre due lustri ma che temiamo vogliono toglierci sempre a favore di altri territori, magari incolpandoci che non siamo stati in grado di spenderli come hanno fatto in passato e come abbiamo detto più volte; e il dibattito di questi giorni di ristorni e riconfigurazioni dei fondi per il SUD ci fanno davvero preoccupare (vedi il Sole 24 ore del 19/06/19)!
Sull’affidabilità, poi, di assegnare ad ANAS e/o a CAS la futura concessione, al netto di tutti i problemi sopra rilevati che sino a ora non hanno nemmeno la parvenza delle soluzioni, bisogna registrare innanzi tutto un
non concorde consenso del governo nazionale; già il Presidente Conte a settembre del 18 dichiarava che “la strada della nazionalizzazione non è l’unica risposta” e studiosi del settore affermano con dati alla mano che “Gli enti pubblici si sono comportati allo stesso modo dei privati. Sono azionisti che hanno cercato di
massimizzare i guadagni, facendoci pagare più pedaggi. Inoltre il reddito assicurato sui capitali investiti è
stato applicato a tutti, sia ai privati che ai gestori pubblici…(cit. del prof. di Econ. Polit. All’Università di Bergamo G. Ragazzi)”; ed ancora dalla relazione della Dir. Gen. per la Vigilanza sulle Concessioni Autostradali del 2016 si nota che gli enti pubblici non si sono distinti per nulla dai privati sia in termini tariffari registrati negli anni, sia in termini di investimenti previsti dai Piani economici finanziari e non ancora realizzati.
QUINDI ALCUNA CERTEZZA SUI TEMPI DI REALIZZAZIONE DA PARTE DI ENTI PUBBLICI CHE HANNO MOSTRATO I LORO GRANDI LIMITI DI RITARDI E MANCATI INVESTIMENTI OLTRE CHE AVERE GLI STESSI, SE
NON SUPERIORI, COSTI DEI PRIVATI; AD ES. IL PROJECT FINANCING “OBBLIGA” IL CONCESSIONARIO A REDARRE IL PROGETTO ESECUTIVO IN 3,5 MESI E DA’ TEMPI CONTINGENTATI PER GLI ALTRI PASSAGGI
COME 42 MESI PER LA COSTRUZIONE E LA MESSA IN OPERA CON PENALITA’ E DECADENZE! IL CONCESSIONARIO PUBBLICO HA TEMPI DI REALIZZAZIONE ASSOLUTAMENTE DILATATI E EFFICIENZA DI
GESTIONE PEGGIORE DEL PRIVATO!
Questo – poi- dà giustizia a chi sostiene che lo STATO e /o società controllate siano più affidabili per l’interesse generale; dobbiamo anche ricordare le incaute affermazioni di una consigliera regionale locale che affermava che la RG/CT avrebbe avuta la gratuità, oltre che essere totalmente pubblica, ed invece le
stesse affermazioni del MIT prevedono una tariffa! D’altronde non possiamo che registrare ciò che lo stesso Ministro dell’Economia ci ha fatto sapere sul sito
del MEF a proposito del decreto “SBLOCCA CANTIERI” (vedi cartina MEF allegata); l’annunciato slancio per
favorire la crescita economica è rivolto solamente, per le infrastrutture, al NORD con una “bretellina” al SUD di pochi km. fra Roseto e Sibari e nulla di nulla in SICILIA …nè per la Ragusa – Catania scomparsa totalmente dalle carte del Ministero dell’ Economia! Come afferma e dimostra, con i dati, l’economista Gianfranco Viesti da anni vogliono “abolire il Mezzogiorno e ridurre le politiche di sviluppo territoriale in Italia” e questo governo accelera
questa intenzione!
Ciò in totale disprezzo della Costituzione e di intere comunità del Paese.
Ecco perché sosteniamo che è un “bluff” la posizione dell’attuale e pro-tempore decisore politico sulla Ragusa – Catania!