Cuore Passalacqua: vince un’intensissima gara quattro e conquista la “bella” di lunedì sera a Venezia

Come ci si attendeva, in nome della logica oltre che della passione, col rientro di Jessica Kuster, anche se non ancora al massimo, la Passalacqua ha potuto affrontare Venezia in condizioni di parità e si è conquistato il diritto alla bella di lunedì sera (ore 19,30) sul parquet lagunare.  Ne deriva che gara quattro non è stata decisiva, come avrebbe voluto la Reyer che partiva dal 2-1 frutto del successo nella prima al PalaMinardi, ma “soltanto” la tappa di avvicinamento alla sfida del 30 aprile: in fondo il modo più giusto, e più in sintonia con quanto visto, di assegnare il pass alla finale con Schio. Squadra che, per inciso, all’indubbio maggior spessore e maggiore esperienza in impegni di tale portata, potrà aggiungere anche una gara in meno e due giorni di riposo in più. Ma torniamo a gara quattro. Un primo tempino dal punteggio molto basso, un secondo quasi in copia conforme (perfino un punto segnato in meno), nonostante una “fuga” biancoverde interessante ma di breve durata, tra tensione evidente, sudore a fiumi, errori molti,  belle giocate poche e soprattutto tanto equilibrio. Fino al riposo lungo, quindi, squadre incollate l’una all’altra e molti segnali che le cose non sarebbero cambiate: invece al rientro le veneziane aggiustavano la carburazione e cominciavano a staccarsi, piano ma con continuità, fino a toccare lo stesso vantaggio (otto punti) raggiunto dalle ragazze di casa. Solo che adesso, per rimediare rimaneva soltanto un tempo ad una Passalacqua stanca, con minori possibilità di rotazioni per rifiatare e condizionata dall’obbligo di vincere per non scendere al capolinea della stagione. Eppure, passo dopo passo, con determinazione feroce, voglia di non arrendersi meravigliosa, costanza di rendimento di un diesel da camion, le aquile iniziavano la risalita. Lenta, implacabile e capace di succhiare litri di lucidità alle ospiti, che messe sotto pressione tentavano la gran giocata individuale ma “toppavano” a ripetizione. Le aquile completavano la rimonta con il sorpasso, poi si rivelavano glaciali dalla lunetta e da sotto e andavano avanti di cinque. Un po’ di confusione sul tempo portava a ritenere chiuso il discorso, invece c’erano ancora otto secondi da giocare: due punti per la Reyer e lo scarto si riduceva a tre punti, con cinque secondi da vivere. Coach Gianni Recupido chiedeva il time-out, poi si ripartiva dalla tre quarti veneziana aspettando il fallo che avrebbe chiuso i conti. Al suo posto arrivava invece il “grosso guaio”: ingenua infrazione di metà campo (figlia dello stress) e palla alle ospiti per il tiro da tre “destinazione supplementare”. Come da copione, ma era un tiro affrettato, il classico tiro della disperazione, e non toccava neppure il ferro: Dearica Hamby arpionava il rimbalzo e poteva attendere la sirena con il pallone tra le braccia. Sudato, faticatissimo, da infarto ma giusto e meritato: adesso tutto è rimandato alla bella, mai come questa volta senza pronostico. TABELLINO: Passalacqua Ragusa – Umana Reyer Venezia 61 – 58 — RAGUSA: Consolini 3, Gorini 1, Spreafico 3, Formica 9, Soli 6, Miccoli ne, Bongiorno ne, Savatteri ne, Rimi ne, Hamby 16, Kuster 14, Ndour 9. Allenatore Recupido. — VENEZIA: Micovic 1, Bestagno 2, Carangelo 7, Kacerik, Williams 18, De Pretto 11, Ruzickova 8, Sandri, Dotto 5, Madera, Little 6, Togliani. Allenatore Liberalotto. — PARZIALI: 15/14 – 14/14 – 11/20 – 21/10 – ARBITRI: Cappello di Porto Empedocle, Capurro di Reggio Calabria e Nocera di Cosenza. (Foto Laura Moltisanti)

di Lina Giarratana29 Apr 2018 11:04
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