“Nessuno può volare”, tra normalità e disabilità nel racconto di Simonetta Agnello Hornby
Esiste un concetto dominante di “normalità” ed esiste poi una galassia di anime che tendono alla propria normalità: potrebbe essere il sunto di “Nessuno può volare”, l’ultima opera di Simonetta Agnello Hornby, che verrà presentata a Modica il 18 dicembre.
Una storia che non può fare a meno di essere permeata dalla tenerezza e la delicatezza di una madre che racconta le vicende del figlio. Il figlio di Simonetta, George, a cui venne diagnosticata una sclerosi multipla progressiva all’età di vent’anni, sarà il protagonista di questa storia.
Nessuno può volare, specialmente se il mondo resta indifferente
La concezione sociale della disabilità è un tema profondo, con una storia a tratti marcata da pagine nere. Il livello di attenzione posta su questo tema è stato alzato fin dal 2006, con la stipula della Convenzione per i diritti dei disabili (ratificata in Italia solo due anni più tardi).
Simonetta contribuisce a rendere il mondo più consapevole: attraverso il racconto quotidiano della sua vita di madre e di quella di suo figlio, in “Nessuno può volare”, l’autrice prova a risvegliare la sensibilità del pubblico.
E d’altronde, la Hornby trova subito un primo decisivo impatto con la coscienza del lettore, quando spiega così la scelta del titolo: “s’intitola così perché quando a mio figlio George diagnosticarono la sclerosi multipla, guardando fuori dalla finestra vidi dei piccioni e pensai: in fondo nessuno può volare. Una piccola consolazione pensando che mio figlio non avrebbe più camminato”.
Un pensiero toccante, in cui risiede grandissima forza, che anticipa i travagli tanto personali che l’autrice condividerà col pubblico.
Un viaggio istruttivo: insegna qualcosa di nuovo sulla normalità
Il racconto contenuto in “Nessuno può volare” (edito da Feltrinelli) di un viaggio interiore della protagonista, tramuta e si configura come viaggio fisico nel Belpaese, prendendo forma sullo schermo nel film omonimo andato già in onda il 25 ottobre su La F. In viaggio, partendo da Roma, passando per Firenze e su, fino alle colline del nord, in cui altre persone affette da disabilità si affiancano ai protagonisti, raccontando la loro storia, a cui la Hornby decide saggiamente di dare voce.
E a chi pensa che la malattia di George gli abbia impedito di avere soddisfazioni dalla vita, l’autrice ricorda come in realtà suo figlio sia a sua volte padre, di Elena e Francesco, o di come passi il tempo a girare la sua amata Londra con l’ausilio dei mezzi pubblici… Gioie, oltre tutto il resto.
Ma per capire a fondo la natura di un’opera come “Nesuno può volare”, il pubblico potrà recarsi a Modica lunedì 18 dicembre, presso l’auditorium “Pietro Floridia” (Piazza Matteotti), dove si potrà incontrare direttamente l’autrice.