Considerazioni sul bando per il museo al Castello di Donnafugata

La Pro Loco di Ragusa  ha inviato una nota al Sindaco Piccitto e ai dirigenti competenti  riguardante il bando per la gestione del Museo del Costume a Donnafugata. Ecco il suo contenuto

Egregio sig. Sindaco,

Poiché dall’ 11 di novembre è pubblicato sul sito del Comune di Ragusa un bando per  L’AFFIDAMENTO IN CONCESSIONE DELLA GESTIONE DEI SERVIZI DI CUSTODIA PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE AI FINI TURISTICO-CULTURALI DEL MUSEO DEL COSTUME “GABRIELE AREZZO DI TRIFILETTI” PRESSO IL CASTELLO DI DONNAFUGATA con la presente si invita, caldamente, l’Amministrazione Comunale a ritiralo sia per le numerose incongruenze rilevate anche dal punto di vista economico sia perché, a nostro avviso, non possono essere gestite la parte museale e quella del castello stesso con due metodologie diverse, da organizzazioni che vanno in concorrenza e con più biglietti

In quanto alle incongruenze ecco un elenco dettagliato..

-Attività di promozione: viene lasciato libero il metodo con il quale si vuole attuare la promozione senza che ci sia da parte del Comune alcuna segnalazione. Non c’è un budget indicato ne si chiede di investire alcuna somma ne consegue che potrebbe non esserci alcuna azione di promozione. Non si evince inoltre se debba essere realizzato un sito web, quale sia il target a cui si vuole arrivare e se devono essere mantenute alcune realtà pregresse come ad esempio la Casa della Memoria etc etc,..

-Custodia dei locali e manutenzione e pulizia: nei bassi del castello vi sono decine di ambienti ma non viene data alcuna indicazione sul numero dei locali adibiti a Museo e sulle relative superfici. Tale informazione è essenziale per la valutazione dei costi delle pulizie e dei controlli.

-Servizio di apertura e chiusura del Museo: viene richiesto il servizio di apertura e chiusura imponendo degli orari  diversi in base alla stagione: da un conteggio superficiale si arriva ad un monte ore che sfiora le 4000 ore annue compresi i festivi che obbligano, secondo me, il gestore ad assumere a causa delle ferie e dei riposi almeno 4 persone in modo da alternarsi in considerazione delle ferie e dei riposi oltre a n.2 addetti antincendio (muniti di idoneità tecnica per rischio medio D.M. (10/03/1998) che abbiano anche la qualifica di addetto al primo soccorso per averne uno sempre presente?

Viste le tantissime ore in alta stagione forse si dovrà aggiungere qualche impiegato a part time.

Dovendo dare ampia garanzia dal punto di vista contributivo e assistenziale, in osservanza al rapporto seppur trasversale con il comune, è facile arrivare alla conclusione che ogni dipendente, messo perfettamente in regola, possa costare circa 25/30 mila euro l’anno (se non di più se si richiedono competenze specifiche come ad esempio la conoscenza dell’inglese che comporta un livello di assunzione un po’ più alto). A questo si devono aggiungere i TFR le festività non godute, le trasferte, gli straordinari che dovranno essere assicurati anche in considerazione dei  punti a seguire, per i quali si obbliga il gestore a fornire assistenza e collaborazione gratuita per le mostre e gli eventi che il Comune riterrà di organizzare.

Ne consegue che a meno di rivolgersi a poco qualificate cooperative mal retribuite o ad addetti al servizio civile la spesa del personale sarà particolarmente gravosa.

Il servizio di audioguide: questo servizio in qualche modo facilità la fruibilità del Museo ma ha un costo iniziale che non viene considerato. Bisognerà prima di tutto provvedere alla stesura dei testi nelle varie lingue con una spesa notevole.

C’è poi l’acquisto dell’apparecchiatura e la manutenzione ordinaria come il cambio delle cuffie o disinfettazione dopo ogni uso  e non è specificato se il servizio può essere aggiuntivo o compreso nel prezzo del biglietto di € 3.00

Punto di ristoro e Book shop: è evidente che l’allestimento di un punto di ristoro comporta spese non indifferenti soprattutto se ogni cosa deve essere regolarmente fornita di licenza.

Non è specificato nel bando se l’assessorato sviluppo economico competente abbia previsto o meno l’apertura di un bar al Castello e comunque si presuppone che serva una licenza per poter operare con la somministrazione, ad esempio, mettendo dei tavolini e sedie all’interno del  cortile del Castello con servizio ai tavoli.

La durata dell’appalto è prevista di soli due anni, senza la clausola del rinnovo garantito, diventa così rischioso investire in attività che hanno bisogno di certezze e  tempi che nel bando non sono considerati.

Lo stesso discorso vale esattamente per il book shop che deve avere una buona dotazione di libri di vario genere: anche in questo caso è richiesto un investimento non indifferente senza sapere che fine faranno i libri non venduti?

Ci sono ancora delle cose non chiare nel bando come ad esempio il numero dei pezzi messi a disposizione del Museo visto che non è allegato un elenco circostanziato.

Non si sa se gli abiti inseriti in un questo auspicabile elenco coincidono con quelli attualmente esposti nel castello  e comunque è essenziale sapere se gli abiti ora contestualizzati nelle sale di Donnafugata verranno assegnati al museo o meno.

Inoltre si dovrebbe dire, nel bando, se l’allestimento delle sale ( con la parte museografica, la componente storica, il materiale didattico ed informativo, le tabelle in plexiglass e diciture esplicative delle vetrine e delle teche) sarà a carico del gestore o del Comune.

Per quanto riguarda l’allestimento museografico non basta la consulenza di qualche amico o parente: l’intervento di esperti tecnici del settore è certamente costoso se adeguato alla bravura e all’estro del consulente: tali spese di chi saranno a carico? Ci sono già delle indicazioni su chi sarà chiamato a fare da consulenza visto che al momento se ne occupa l’arch. Iacono?

Queste alcune delle perplessità sorte al momento della lettura, anche se sommaria, del bando ma ci sono molte altre domande da porsi soprattutto per la sostenibilità economica.

Notiamo una certa superficialità da parte degli uffici comunali nel valutare il valore di questo bando in  € 500.000 nei due anni previsti dal capitolato.

Infatti non esistono termini di paragone, non ci sono fatturati degli anni precedenti da mostrare ne tanto meno statistiche che suddividano i visitatori per fasce di età e per periodi dell’anno, da mettere a disposizione degli interessati,

Nel bando c’è scritto che è stato preparato un piano industriale ma non è pubblicato ne tanto meno è specificato in base a quali esperienze e conteggi sia stato redatto.

E’ quindi impossibile per chi vuole partecipare al bando elaborare un qualunque progetto economico  con proiezioni per l’eventuale incremento degli introiti negli anni successivi.

Poiché viene riportata la cifra approssimativa di 250.000 euro ad anno a questa cifra ci si dovrebbe arrivare considerando la vendita dei biglietti e gli introiti, eventuali ma assolutamente ipotetici, derivanti da bar e shop.

Il biglietto d’ingresso è stato stabilito in 2,40 euro, oltre ai  60 centesimi (20%) che vanno al comune, ne consegue che per ottenere tale cifra bisogna vendere oltre 110.000 biglietti fra interi, ridotti e gratuità varie.

Un obiettivo a dir poco fantasioso se si considera, appunto, che il museo è nuovo, ancora da allestire, non ha termini di paragone e deve essere pubblicizzato a dovere.

E’ vero che Donnafugata  può contare su un gran numero di visitatori, non certo 100 mila all’anno, ma non è la stessa cosa ed è difficile pensare che si paghino due o tre biglietti diversi per lo stesso bene( vedi differenza odierna tra i visitatori delle sale del castello e del  parco).

Tentiamo adesso di fare un conteggio con numeri un po’ più realistici ma sempre abbastanza alti e forse lontanissimi dalla realtà

Diciamo che sarebbe possibile vendere 70 mila biglietti con un incasso di circa 170.000 euro l’anno: bisognerà prima di tutto corrispondere il canone al comune di € 40.000 poi calcolare le spese per il personale, circa €120.000 ed almeno € 24.000 all’anno per le pulizie e la gestione.

Serviranno € 20mila per le consulenze, il materiale espositivo e gli allestimenti € 10 mila per la comunicazione e la pubblicità raggiungendo un totale di oltre € 210.000

Se tutto va bene il gestore ci rimetterà dei soldi a meno che non riduca le spese per il personale, la pulizia, la pubblicità etc etc .

Conti alla mano è assolutamente anti economico se non addirittura pericoloso  partecipare.

Ci chiediamo dunque quale la ratio di questo bando? Ansia da prestazione, spinte emozionali dell’amministrazione, interessi particolari motivati anche dalla ristrettezza dei tempi per partecipare?

Tutto ciò premesso chiediamo al sig. Sindaco di valutare quanto sopra esposto e procedere al ritiro del bando in attesa di preparare qualcosa di più organico e complessivo che possa veramente servire alla promozione e fruizione di questo straordinario bene della città di Ragusa.

Cordiali Saluti

di Direttore21 Nov 2017 18:11
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