Incendi, la truffa di 15 pompieri volontari a Santa Croce

Erano loro ad appiccare il fuoco e sempre loro che andavano a spegnerlo… la ragione che stava dietro ad alcuni degli incendi che hanno tempestato il territorio di Santa Croce e quelli limitrofi (a partire dal 2015) non era altro che questa: soldi.

L’operazione “Efesto” della Polizia di Stato ha portato alla scoperta e lo smantellamento di un meccanismo perverso, secondo cui i volontari che avrebbero dovuto difendere il territorio dalle fiamme degli incendi, ne erano in realtà la principale causa. Tutto finalizzato a percepire maggiori compensi.

La notizia brucia ancor di più, per il semplice fatto di essere deflagrata anche sui quotidiani nazionali; l’operazione di Polizia ha portato all’arresto di colui che è considerato il maggiore responsabile, Davide De Vita (vittoriese, classe ’75), ed a 14 denunce per altrettanti volontari.

L’origine della banda degli incendi

L’operazione Efesto andava avanti ormai dal 2015, quando dal comando provinciale della provincia di Ragusa venivano segnalate alcune incongruenze rispetto alle schede di intervento dei volontari del distaccamento di Santa Croce. Una di queste “anomalie” riguardava il numero di interventi effettuati durante il turno D dei volontari (turno che coinvolgeva per l’appunto i 15 volontari in questione), nettamente maggiori rispetto agli interventi effettuati durante gli altri turni.

È stato così possibile riscontrare i tre stili di truffa messa in atto dalla banda: chiamate d’intervento per incendi inesistenti; chiamate d’intervento effettuate da persone consenzienti; e poi, ancor più grave, l’ardire di appiccare veri e propri incendi, solo per avere un riscontro reale sul loro intervento.

Il gruppo è stato alla fine smascherato grazie all’utilizzo della tecnologia GPS, applicata alle autobotti ed alle auto usate da De Vita e gli altri: si è così potuto appurare, dal tracciato degli spostamenti di tali mezzi, che lo steso De Vita si allontanava dal Distaccamento camarinense per appiccare gli incendi. Altro mezzo fondamentale per la riuscita delle indagini, l’utilizzo delle intercettazioni.

Ai quindici sono stati quindi contestati vari reati, tra cui la truffa ai danni dello Stato. Per il solo De Vita è stata prevista la misura degli arresti domiciliari.

Così ha commentato l’accaduto il Commissario Capo Antonino Ciavola: “la Polizia di Stato, grazie all’input investigativo del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco ed alla collaborazione investigativa, è riuscita ad individuare fonti di prova incontestabili a carico di 15 volontari che al fine di percepire indennità non dovute hanno messo a rischio il sistema d’emergenza creando gravissimi pericoli per l’incolumità pubblica”.

di Redazione07 Ago 2017 11:08
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