Giornate FAI, tra luci ed ombre nelle Latomie di cava Gonfalone

Tor­na­no le Gior­na­te di Pri­ma­ve­ra del FAI (Fondo Amb­ien­te Ita­lia­no), con l’aper­tu­ra stra­or­di­na­ria di al­cu­ni luo­ghi esem­pla­ri, e la possibilità di ris­co­pri­re il fas­ci­no del nos­tro ter­ri­to­rio.
Le Gior­na­te di Pri­ma­ve­ra si stan­no svol­gen­do in tutto il ter­ri­to­rio dell’ex pro­vin­cia Iblea; a Ra­gu­sa, la dele­ga­zio­ne lo­ca­le ha aper­to al pu­bbli­co le La­to­mie di cava Go­n­fa­lo­ne. Un luogo di con­tras­to, tra la luce e le ombre; tra i segni del la­vo­ro dell’uomo e la lenta riap­pro­pria­zio­ne messa in atto dalla na­tu­ra.
Tra i fan­tas­mi di un pro­get­to di ri­va­lu­ta­zio­ne dell’area mai por­ta­to a ter­mi­ne (com­pren­den­te vari luo­ghi di ri­tro­vo, tra i quali ri­tro­via­mo le gra­di­na­te del tea­tro sot­ter­ra­neo reso ce­le­bre dalla fic­tion “Mon­tal­ba­no”), e le nude e fre­d­de rocce, i vi­si­ta­to­ri si sono po­tu­ti in­ol­tra­re al di sotto della città di Ra­gu­sa, tro­van­do un mondo al li­mi­te del sur­rea­le.
In­fat­ti, le La­to­mie si pre­sen­ta­no al pu­bbli­co quasi in­ti­mi­den­do­lo, con il loro as­pet­to gra­ni­ti­co. La roc­cia, seg­na­ta dal la­vo­ro dei pic­co­ni scag­lia­ti con foga dai mi­na­to­ri del pas­sa­to, si apre fino ad es­clu­de­re in al­cu­ni punti la luce na­tu­ra­le che fende gli squar­ci che danno sull’ester­no; im­po­nen­ti co­lon­ne che sem­bra­no sos­te­ne­re la città so­pra­stan­te ac­com­pag­na­no i vi­si­ta­to­ri fino alla parte più in­ter­na della ca­ver­na, dove acqua e umidità seg­na­no il pro­prio do­mi­nio, e dove co­mincia­no a for­mar­si sta­lat­ti­ti e sta­la­g­mi­ti.
Ad ac­com­pag­na­re i vi­si­ta­to­ri, gli “ap­pren­dis­ti Ci­ce­ro­ni”, quest’anno im­per­so­na­ti anche dai vo­lon­ta­ri del Ser­vi­zio Ci­vi­le Na­zio­na­le del pro­get­to “Tra Culto e Cul­tu­ra”, della Fon­da­zio­ne San Gio­van­ni Bat­ti­s­ta, pre­sen­ti anche in virtù della re­cen­te sti­pu­la del pro­to­col­lo d’in­te­sa che av­vi­ci­na la Fon­da­zio­ne al FAI. I ra­ga­z­zi si sono lan­cia­ti nelle spie­ga­zio­ni, for­nen­do in­for­ma­zio­ni a tutti i vi­si­ta­to­ri (ed im­pe­den­do loro di per­der­si nell’oscurità).

Non solo le Latomie

Tra i 1000 luo­ghi d’Ita­lia aper­ti dal FAI nel weekend, spic­ca­no anche altri siti pre­sen­ti nell’ex pro­vin­cia di Ra­gu­sa. Ro­sa­rio Dis­te­fa­no, ca­po­dele­ga­zio­ne del FAI Ra­gu­sa, prova a fare un bi­lan­cio sull’aper­tu­ra di quest’anno: “un primo bi­lan­cio, re­la­ti­va­men­te anche all’in­au­gu­ra­zio­ne di venerdì a Po­z­zal­lo, Mo­di­ca e Sci­cli, ci fa pen­sa­re ad un ot­ti­mo suc­ces­so: già nelle tre pre-​aperture ab­bia­mo avuto, oltre che molti tu­ris­ti, anche l’en­tu­s­ias­mo degli ap­pren­dis­ti ci­ce­ro­ni. Ieri ed oggi, ab­bia­mo aper­to anche a Cau­ca­na, Co­mi­so, Vit­to­ria, Ispi­ca e Ra­gu­sa. Qui, as­pet­ti­a­mo i vi­si­ta­to­ri pres­so il tu­ber­co­lo­sa­rio e le La­to­mie di Cava Go­n­fa­lo­ne; si tr­at­ta di luo­ghi ori­gi­na­li, ed al­cu­ni dei quali, come nel caso del giar­di­no dell’ex tu­ber­co­lo­sa­rio, che non erano mai stati aper­ti prima”.
Dis­te­fa­no chiu­de poi sulla mis­sion del FAI, il cui scopo è quel­lo di “fare co­nos­ce­re agli ita­lia­ni le bel­le­z­ze del nos­tro Paese, che vanno tu­te­la­te e per quan­to pos­si­bi­le va­lo­ri­z­za­te”.

di Redazione26 Mar 2017 13:03
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