Il caso del bidello e della giovane studentessa molestata: confermate le accuse
La Polizia di Stato – Squadra Mobile – ha eseguito la misura della custodia cautelare in carcere a carico di R.M. ispicese di 53 anni, bidello presso una scuola media inferiore di Ragusa. Il caso risale ad alcune settimane fa, quando una giovane migrante, studentessa presso una scuola di Ragusa, confessava di aver ricevuto ripetute e quanto mai pesanti “attenzioni” da un bidello dello stesso istituto.
Il GIP presso il Tribunale di Catania, su richiesta della Procura della Repubblica etnea ha disposto la cattura del bidello per i reati di: prostituzione minorile aggravata dall’aver approfittato della situazione di necessità economica della piccola vittima, per approfittato della minore quando sola in classe, della sua maggiore forza fisica rispetto alla vittima; reato aggravato anche dal fatto che il bidello ha abusato dei suoi poteri in violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione, in quanto svolgeva la sua attività presso una scuola media ed in qualità di sorvegliante anche della vittima; reato aggravato anche dal fatto di aver commesso il reato all’interno di un istituto scolastico ed in danno di una minore.
Inoltre al bidello viene applicata la misura cautelare anche per il reato di violenza sessuale, in quanto con abuso di autorità e del ruolo che ricopriva, costringeva la minore a subire atti sessuali consistenti nel palpeggiamento del seno, approfittando della minore quando sola in aula ed ancora per aver condotto la vittima in una stanza adiacente la palestra, bloccandola con forza, tappandole la bocca per non farla urlare e costringendola ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà, reati tutti aggravati dalla minore età e dalla funzione ricoperta dall’autore del reato.
La Procura della Repubblica di Catania, titolare fin dall’inizio del procedimento penale a carico del bidello (stante la tipologia di reati per i quali la Squadra Mobile di Ragusa indagava), all’esito di una prima valutazione dei fatti da parte del Giudice di Ragusa e dell’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, valutando diversamente quanto accaduto ed avendo il quadro generale completo delle indagini della Polizia di Stato, ha richiesto ed ottenuto dal Giudice competente del Tribunale di Catania, la misura cautelare della custodia in carcere per il bidello.
Il Giudice ha ritenuto assolutamente veritiere le dichiarazioni della giovane vittima (sbarcata qualche tempo fa sulle coste siciliane), e per la eccezionale spregiudicatezza mostrata dall’indagato, ha ritenuto potesse reiterare i gravissimi reati ai danni di piccole vittime. Proprio per la spiccata pericolosità sociale del soggetto, ogni altra misura cautelare appariva inadeguata, quindi il Giudice ha disposto il carcere.
A seguito della decisione del Giudice, la Procura della Repubblica di Catania ha dato mandato alla Squadra Mobile di procedere alla cattura del bidello che, dopo pochi minuti dall’aver ricevuto il provvedimento, lo ha condotto in carcere dalla sua abitazione di Ispica dove si trovava agli arresti domiciliari.