Operazioni anti-mafia a Vittoria. La polizia sequestra 450 mila euro ed arresta i Consalvo legati al clan degli Stiddari

La Polizia di Stato ha concluso l’operazione antimafia “BOX”, con l’arresto per ordine della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, della famiglia Consalvo di Vittoria.
Padre e figli, avevano imposto alle ditte del mercato ortofrutticolo di Vittoria cassette e prodotti per l’imballaggio, con l’aggravante di aver agito con il metodo mafioso avvalendosi della forza dell’intimidazione e della condizione di assoggettamento e di omertà derivante dalla contiguità al clan mafioso degli stiddari denominato “Dominante”.
La Squadra Mobile di Ragusa e di Catania hanno indagato per anni, raccogliendo gravissimi indizi di colpevolezza, in particolar modo attraverso migliaia di intercettazioni telefoniche ed ambientali.
Consalvo Giacomo: “negli anni settanta, è stato fatto il mio nome dai palermitani a Totò Riina. Le persone di cui parlo erano tutti pastori. Ah, se un giorno dovessi parlare…”
Sequestrati questa notte oltre 450.000 euro tra contanti e titoli.

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La Polizia di Stato – Squadra Mobile di Ragusa e Catania, Commissariato di Vittoria – questa notte ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di CONSALVO Giacomo, nato a Vittoria il 10.03.1955 (già per il passato arrestato per associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti ed estorsione), CONSALVO Giovanni, nato a Vittoria il 08.08.1980 (già per il passato arrestato per associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti ed estorsione) e CONSALVO Michael, nato a Vittoria il 9.10.1989 (già segnalato in materia di droga) tutti ivi residenti, in quanto hanno imposto forniture e servizi nell’indotto ortofrutticolo del mercato di Vittoria, commettendo inoltre estorsioni, con l’aggravante di aver agito con il metodo mafioso avvalendosi della forza dell’intimidazione e della condizione di assoggettamento e di omertà derivante dalla contiguità al clan mafioso degli stiddari “Dominante”. Inoltre tutti i reati da loro commessi sono aggravati dal fatto che i tre arrestati avevano nella loro disponibilità diverse armi da fuoco.

LA GENESI

Le indagini della Polizia di Stato che hanno portato alla cattura dei suddetti indagati, si protraggono da più anni. Il tutto nasce dall’attenzione della Squadra Mobile alle operazioni commerciali che vengono compiute al mercato ortofrutticolo di Vittoria, ed in particolare alle aziende “vicine” ad ambienti malavitosi.
Gli uffici di Polizia che hanno condotto le indagini non si sono limitati a monitorare il mercato di c.da Fanello ma hanno esteso le indagini anche alle aziende che operano nel settore dell’ortofrutta, fondamentale risorsa per la provincia di Ragusa e per l’intera Sicilia.
Quando hanno avuto inizio le indagini, gli investigatori della Squadra Mobile si erano concentrati su soggetti di elevata caratura criminale ed in particolar modo i Consalvo che venivano descritti anche dai collaboratori di giustizia come soggetti di rilevante spessore nel settore delle imposizioni sul mercato e per le estorsioni.

consalvo

L’INDAGINE

Le indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania, durate oltre 2 anni, hanno permesso di raccogliere gravissimi indizi di colpevolezza a carico dei Consalvo.
Nel contempo, risultano indagati un’altra decina di soggetti contigui ai su citati
Migliaia le intercettazioni telefoniche ed ambientali registrate dalla Polizia di Stato che ha poi ricostruito le illecite attività degli indagati.
I tre arrestati, titolari di aziende per il confezionamento dei prodotti ortofrutticoli (cassette ed imballaggi in plastica), erano fortemente temuti dagli altri imprenditori; tanto da falsare, con le loro imposizioni, anche i prezzi di mercato; di conseguenza recando un enorme danno ai consumatori.
La vendita delle cassette in legno o prodotti in plastica per il loro confezionamento a Vittoria erano da loro controllate ed inoltre le aziende vittoriesi non potevano comprare in altre città, e questo anche se il mercato era più favorevole.
Imprenditori, rappresentanti e addetti al mercato, per non subire ritorsioni, si piegavano alle imposizioni dei Consalvo.
Le intercettazioni hanno inoltre provato che i tre, avevano la disponibilità di armi, pronte per un eventuale uso verso i “disobbedienti”.
Se qualche ditta vittoriese aveva necessità di tali prodotti doveva comprarli da tale gruppo criminale; ogni qualvolta gli imprenditori agricoli del vittoriese si rivolgevano ad altri, quest’ultimi dovevano pagare una tangente per poter lavorare a Vittoria. “Nessuna cassetta entra qui sul mio territorio senza che io ne sappia niente – dichiara uno degli indagati”.
Il mercato ortofrutticolo di Vittoria, per quanto concerne il settore di imballaggi dei prodotti della terra e cassette in legno, era ad appannaggio dei Consalvo, con guadagni per svariati migliaia di euro mese.
Pure se i tre malavitosi sono tra loro legati da vincoli di sangue, durante le indagini è emerso che l’avidità di uno dei figli e dello stesso padre, li faceva dividere in affari. Tanto che il padre è arrivato a minacciare di morte il figlio più volte, se quest’ultimo avesse venduto cassette a Vittoria, in quanto solo lui poteva farlo, altrimenti “gli avrebbe sparato in testa”.
La paura degli imprenditori vessati dai Consalvo, proprio per la loro contiguità con la famiglia degli stiddari “Dominante”, ha permesso a questi criminali di acquisire un enorme potere economico che oggi si è consolidato sul territorio.
Diversi sono gli imprenditori del vittoriese e delle città limitrofe vittime dei Consalvo, che oggi avranno la possibilità di sentirsi riscattati dall’operazione della Polizia di Stato che ha assicurato alla giustizia tre pericolosi soggetti e che continua ad indagare su altri soggetti contigui.
Oltre all’aspetto delle imposizioni agli imprenditori del mercato ortofrutticolo sono emerse altre tipologie di reato che sono tutt’ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.

IL BLITZ

La Polizia di Stato questa notte ha eseguito le catture dei tre destinatari delle ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione “BOX” e numerose perquisizioni, con il contributo degli uomini della Squadra Mobile di Ragusa e Catania, del Commissariato di Vittoria, della Squadra Volanti e delle unità cinofile di Catania per la ricerca di armi ed esplosivi.
Il nome dell’operazione (BOX = cassetta) è stato prescelto proprio perché i tre arrestati si occupavano prevalentemente di commerciare cassette in legno e plastica.
30 gli uomini impiegati, un’imponente operazione necessaria perché oltre ai tre arresti, bisognava perquisire faraoniche ville ed enormi aziende dei tre catturati.
Le unità cinofile sono state necessarie per poter ricercare armi, considerato che i tre soggetti avevano di sicuro avuto la disponibilità di pistole di vario calibro.
Le perquisizioni davano esito negativo ad eccezione di quella effettuata a carico di Giovanni Consalvo che ha permesso di acquisire importanti elementi probatori, considerato che sono stati rinvenuti titoli e contanti per quasi 450.000, tra cui assegni bancari molti dei quali firmati in bianco, dati che verranno analizzati con attenzione dalla Polizia Giudiziaria operante nei prossimi giorni.
Il denaro è stato già depositato in attesa dell’esito delle indagini che verranno condotte per appurare la provenienza del contante e degli assegni.

LE INTERCETTAZIONI

Innumerevoli le conversazioni registrare tra gli arrestati, con il coinvolgimento anche di terze persone a loro vicine, sia in ambito familiare che professionale o sentimentale.
Grazie ai racconti dei più giovani sulle gesta del padre o sugli stessi atti intimidatori da loro compiute, è stato possibile anche appurare che gli stessi avessero la possibilità di armi che avevano anche intenzione di usare contro la concorrenza.
Si riportano di seguito alcuni stralci delle conversazioni registrate:
Consalvo Michael chiama la fidanzata xxxx, e lo stesso narra la vicenda, verificatasi qualche ora prima, in cui si vanta che unitamente a suo padre hanno schiaffeggiato una persona. xxxxxxxxxxx sentendo ciò chiede come mai hanno litigato, si riporta testualmente “si e’ andato a comprare le casse da un’altra parte”.
Paolo chiama Consalvo Giovanni e la conversazione tra i due verte in merito al fatto che il Consalvo ha aumentato il prezzo delle cassette per imballaggi, infatti il chiamante esclama come segue: tieni presente che io carico solo da te…al momento altre persone me li passano a “settanta”. Il Consalvo nel contesto della conversazione afferma con tono categorico : le casse le porto solo io a Vittoria…le ho solo io a Vittoria…”nessuno ti può portare le casse”. Il chiamante a quel punto puntualizza: “a Vittoria!!” Alle ore 9:44 il Consalvo esclama: se sono fabbriche mie…io ho “contratti” con loro per cui se ti danno una cassetta e io li vedo mi devono dare 100,000 euro in quanto mi levano il cliente e questo non possono farlo in quanto c’è un “contratto”. Poi aggiunge: “non so se a terze persone gli conviene portare le cassette”
”che cassette non gliene manderà più…” puntualizzando come segue: “ne io e nemmeno le altre fabbriche, perchè qui solo io posso avere le casse”.
Consalvo dice all’interlocutore che ha telefonato a xxxxx e gli ha detto che non appena fosse rientrato si sarebbero visti per discutere. Il xxxxx comunica all’interlocutore che in mancanza della discussione di cui il Consalvo ha fatto cenno, “quello ha ordinato la merce dall’altra parte ed è successo un casino per le vaschette”; il Consalvo, avendo appreso che la persona di cui parlano ha acquistato una fornitura di imballaggi altrove, afferma: ” ma che è cornuto e sbirro questo qua, ma che è cretino per davvero”. Aggiunge anche che “deve prendere due schiaffi, in quanto questi tipi di persone fino a quando sono trattati bene tutto è a posto e poi si lamenta che lo devono trattare come agli altri”.
Consalvo Giacomo parla con un soggetto non meglio identificato, al quale dice che “deve stare attento perchè sono sempre sotto controllo dalla Polizia e anche se non si vedono, soprattutto loro sono sempre sotto osservazione”. Consalvo Giacomo fa riferimento ad un soggetto arrestato dopo anni di intercettazioni, ribadendo che bisogna stare sempre attenti a quello che si dice.
Consalvo Giovanni che rivolgendosi a chi ha vicino gli dice la seguente frase: “finiscila và…cinquanta euro…qua sto facendo estorsioni a chi capita capita…per mille euro…”.
“come è chiaro a Vittoria nessuno può fare concorrenza infatti anche suo figlio Giovanni Consalvo non vende una cassetta”. Per quanto riguarda le altre zone il discorso è differente rispetto a Vittoria, dove ha messo l’imposta e deve vendere solo lui.
Consalvo Giacomo, quindi, comunica all’interlocutore di “avere appreso da terzi che il proprietario della fabbrica di cui è dipendente sta girando…probabilmente per vendere delle cassette….e che gli ha fatto sapere che se lo prende in giro gli fa sparire il camion..e non solo non glielo fa ritrovare ma prende pure legnate se gli dice qualcosa…che aveva dato appuntamento a questo per oggi pomeriggio per spiegargli come vanno le cose a Vittoria, ma questi non si è fatto vedere..”. Il Consalvo continua dicendo al dialogante “di informarlo di tutti i movimenti e le vendite che fa a Vittoria e che prima di venire i camion devono passare tutti dal suo magazzino, in particolare perchè gli vuole rompere le corna..”. A questo punto si capisce che il Gianni è uno degli autisti della ditta di cui parlano e questi, pertanto, rassicura il Consalvo dicendo che “non deve preoccuparsi perchè lui gli riferirà tutti i movimenti”. Il Consalvo ammonisce anche l’interlocutore, dicendo che “la prossima volta che fa qualche consegna senza che lui ne sappia qualcosa, lo deve avvertire che si andranno ad appartare e si prenderanno il camion e poi lo andranno ad accompagnare….così questo si leverà il vizio….perchè comunque hanno fatto così con tutti e lui non è nessuno per fare di testa sua”.
di riferire a xxxx che deve lasciare la piazza di Vittoria e non farsi più vedere con i suoi camion, anche perché, sempre a dire dal Consalvo, se vede qualcuno gli autisti di quest’ultimi li lascierà a piedi, non solo, ed anche Franco farebbe bene a venire personalmente dato che si sente sperto”.
“ALLORA VENDITI LA CASSA A GELA OPPURE VENDI QUANTO LA VENDO IO E QUA A VITTORIA DI TE NON SI DEVE SENTIRE NEMMENO L’ODORE!…NON APPENA I SIGNORI DELLA xxxxxxx, CHE SONO STATI DA ME VERRANO DA TE A GELA, GLI DEVE DIRE CHE LE CASSE SI VENDONO A VITTORIA E CHE PRIMA DEVE PASSARE DI QUA! … CHE A VITTORIA GLI DICONO DI NO E LUI NON SI PUÒ PERMETTERE OLTRE TUTTO ESSENDO DI FUORI A VENDERE A 67 CENTESIMI QUANDO A VITTORIA C’È LUI PER CUI QUANDO QUALCUNO DI VITTORIA VA DA LUI NON DEVE FARE ASSOLUTAMENTE CONCORRENZA.
Consalvo Giacomo racconta ai presenti che al noto “Totò RIINA”, negli anni settanta, gli fu fatto il suo nome ai palermitani, e che in quel periodo le persone di cui parla erano tutti pastori. Nello stesso contesto aggiunge che se un giorno lui dovesse decidere di parlare ad un Giudice avrebbe da raccontare molte cose.
una volta all’interno del carcere lo hanno contattato e commissionato il lavoro (per conto di Toto RIINA), dietro compenso di 20 milioni, soldi questi che gli sono stati fatti recapitare successivamente a casa a sua moglie; specifica anche che dopo avere accettato l’incarico e studiato come eseguirlo, nell’ora d’aria con una corsa repentina ed un salto su un muro che lo separava dall’obbiettivo, riusciva a commettere il reato.
Dopo questo preambolo il Consalvo, per fare capire al suo interlocutore il comportamento di suo figlio Giovanni, racconta che ieri suo figlio Michael lo ha mandato da tale xxxx, e a quest’ultimo gli ha fatto riferire che non lavora ne ora ne mai se lui si prende le casse da un’altra parte!…E lui (n.d.r.:Giovanni) mi è venuto a riferire che gli hanno scaricato l’altro ieri un camion là al parcheggio…Io ora gli mando a Michael e gli faccio dire che ne ha per altri due mesi…e poi ci vado…F.I….e gli sparo in testa!…E non lavora più nessuno!…Perchè se non lavoro io non lavora nessuno!”
CONSALVO Michael chiama e litiga con xxxx ; la discussione tra i due si anima al punto tale che il chiamante afferma :”voi altri mi dovete bruciare la macchina a me? Voi che siete quattro scopini! Io sono mafioso!”.
Consalvo Giacomo, pertanto, risponde che a quello (Jimmy) non gli darà nessuna differenza di soldi e che sabato quando è andato al suo magazzino tutto ubriaco stava per prendere la pistola e gli avrebbe sparato in faccia

Le indagini della Polizia di Stato proseguiranno, così da garantire ai molti onesti imprenditori dell’importantissimo mercato ortofrutticolo di Vittoria, di poter lavorare senza il “peso” di soggetti contigui alle associazioni mafiose, rendendo maggiormente fluide le operazioni di mercato, così garantendo di conseguenza i consumatori.
Gli imprenditori, che a qualsiasi titolo operano nel territorio ibleo, devono sentirsi tutelati dalle Forze dell’Ordine, agendo secondo le regole di mercato, e non devono avere timore di segnalare eventuali anomalie alla Polizia di Stato di Ragusa, che verificherà l’eventuale presenza di fatti illeciti.

di Redazione21 Set 2015 11:09
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