Massari, D’Asta e Chiavola (PD) su Tasi e Tari

“Questa volta vogliamo intervenire perché le dinamiche in Consiglio comunale non hanno permesso che, su atti importanti che riguardano il prelievo fiscale ed il controllo della gestione, i consiglieri fossero messi nella condizione di studiarli in profondità ed esprimere compiutamente le proprie posizioni e perché la Giunta, tramite la sua maggioranza consiliare, ha ridotto, a colpi di numeri, la democrazia consiliare a vuoto simulacro”.
E’ quanto affermano i consiglieri comunali del Pd di Ragusa, Giorgio Massari, Mario D’Asta e Mario Chiavola, a proposito di quanto accaduto nelle ultime sedute del civico consesso. I tre consiglieri comunali democratici aggiungono: “Interveniamo non per ripetere quello che abbiamo detto in dodici ore di Consiglio in cui il Pd è stato sempre presente ed ha utilizzato ogni secondo messo a disposizione dal nuovo regolamento, ma per argomentare, alla luce dei deliberati assunti dalla maggioranza in Consiglio, che l’Amministrazione comunale non ha alcun progetto per Ragusa e che si muove dentro una cultura burocratica, ragionieristica, estemporanea, che danneggia i cittadini ragusani, ma soprattutto che è contro le fasce medie e quelle meno abbienti della popolazione ragusana. Primo esempio? L’introduzione della Tasi. Così com’è stata approvata dalla maggioranza consiliare, la Tasi non è altro che una tassa sulla prima casa che servirà a drenare dai ragusani fino a 8 milioni e mezzo di euro, colpendo indiscriminatamente la popolazione, indipendentemente dal reddito, (consideriamo ridicole le detrazioni da 70 a 20 euro secondo le rendite catastali). E, sempre con riferimento alla Tasi, considerato che i servizi come, ad esempio, la scerbatura, la pulizia delle strade e altro nelle zone rurali non sono mai effettuate, perché quei cittadini dovrebbero ritenere giusta questa tassa? Se proprio introduzione della tassa in questione doveva farsi, allora riteniamo che la proposta del gruppo consiliare del Pd, avanzata l’anno scorso, era da seguire, cioè quella di introdurre la Tasi all’aliquota più bassa 1×1000 e sul modello del Comune di Milano, renderla un’imposta fortemente progressiva, con detrazioni in base al reddito, alla rendita catastale e al numero dei figli, unitamente alla riduzione dell’Imu dal 9 al 7.6 x1000 sugli immobili commerciali e produttivi”.
“Perché la nostra idea di politica fiscale – aggiungono i consiglieri Pd – coerentemente con i principi della nostra Costituzione, è quella che ogni cittadino contribuisca progressivamente e proporzionalmente al reddito e al proprio patrimonio, al fabbisogno di una comunità. Ma questa, è di tutta evidenza, non è la cultura politica ed amministrativa dell’attuale amministrazione. Pochi hanno notato che l’Amministrazione comunale nel presentare la manovra fiscale approvata, si vanta di aver ridotto l’Imu per negozi e attività commerciali dal 9 all’8 x mille e per altre tipologie al 7,6 per mille dimenticando di dire che la stessa maggioranza bocciò l’anno scorso, senza esitazione, un emendamento sempre del gruppo del Pd che prevedeva la riduzione dell’Imu per quelle tipologie al 7.6 x 1000. Non solo un’Amministrazione lenta, ma anche in ritardo di almeno un anno rispetto a quello che il gruppo del Pd propone”.
I consiglieri Pd parlano poi di un secondo esempio, la Tari. “L’Amministrazione – proseguono – propone di eliminare le detrazioni per le famiglie con persone disabili secondo la legge 104/92. Emendamento proposto dal Pd lo scorso anno. La detrazione ora viene riproposta dalla maggioranza specificando le categorie coinvolte, ma senza porsi una seria riflessione alla luce di un anno di sperimentazione, se cioè, anche in questa detrazione, non fosse stato utile introdurre criteri legati al reddito. Il terzo esempio è la mancata approvazione del bilancio preventivo. Al 30 luglio la Giunta non aveva adottato nessuno schema di bilancio; grazie all’Anci il termine per l’approvazione da parte del Consiglio è stato prorogato al 30 settembre. E’ la prova della assoluta incapacità di questa Giunta di governare la città attraverso processi normali di programmazione. Ma in mancanza di un bilancio preventivo intanto s’introduce la Tasi per contribuire a pagare servizi indivisibili che la Giunta non sa ancora quali siano perché dovrà individuarli con un successivo atto di programmazione. Assoluta illogicità, perché, in mancanza di uno schema di massima di bilancio preventivo, come giudicare la correttezza della quantificazione del fabbisogno finanziario?”
“Quarto esempio – dicono ancora Massari, Chiavola e D’Asta – il conto consuntivo. Quello che è accaduto in Consiglio per l’approvazione di quest’atto è rappresentativo della idea di democrazia e della qualità amministrativa della Giunta e della sua maggioranza. Il bilancio consuntivo, che sarebbe dovuto essere approvato nell’aprile scorso, diventa improvvisamente da approvare subito per evitare sanzioni immaginarie ed inesistenti. L’amministrazione ha forzato la mano per l’approvazione, spalleggiata dalla sua maggioranza consiliare, solo per impedire che le opposizioni esercitassero un’analisi ancora più stringente dei numeri e facessero rilevare l’inadeguatezza dell’attività amministrativa della stessa. Ritorneremo sui numeri del rendiconto appena ne completeremo l’analisi con i nostri esperti e consulenti, naturalmente gratuiti, mentre quelli del sindaco ex art. 110 del Tuel ci sono costati 254.704 euro. Ma due elementi dobbiamo affermarli: il primo è che quest’amministrazione continua a spendere. Infatti, la spesa corrente nel 2014 sale a 74.169.244 euro, cresce quindi rispetto al 2013 di circa 5 milioni e mezzo, ma cresce anche rispetto al 2012 di circa 4 milioni e mezzo. Non si recupera nulla rispetto all’evasione se non la speranza che in futuro con l’aggiornamento dell’archivio degli immobili si colpiranno tutti gli evasori. Il secondo elemento è che, come documentato nel verbale dei revisori dei conti da parte di un componente dello stesso, mancherebbero idonei titoli giuridici per entrate Imu e violazione del cds, per circa 5 milioni e mezzo di euro, che farebbero sforare il patto di stabilità di circa 3.259.270, con la conseguenza, questa reale e già sperimentata, di rilevanti sanzioni per il Comune. Ma anche qui è la cultura politica dell’amministrazione che preoccupa, perché tutto ciò che in qualche modo possa suonare come critica alla stessa è considerato una strategia complottista messa in atto da avversari in malafede. Ci riferiamo al fatto di definire politici ed impropri oppure tecnici e legittimi, gli interventi, le chiarificazioni ed il supporto tecnico–conoscitivo, offerto al Consiglio dai membri del collegio dei revisori o dai funzionari comunali a seconda se le valutazioni espresse da questi fossero in contrasto o convergenti con le tesi dell’Amministrazione. Da questa cultura politica ed amministrativa il Pd esprime la più forte lontananza ed esprime la propria fiducia incondizionata sia all’intero collegio dei revisori di cui apprezza la competenza e l’assoluta libertà di pensiero nella pluralità delle convinzioni, sia a tutti i dipendenti e dirigenti del Comune della cui correttezza weberiana nell’impostazione degli atti non ha dubitato in questo contesto, né dubiterà domani. Le suddette argomentazioni spingono ad incrementare ulteriormente l’impegno del gruppo del Pd ad opporsi a questa fallimentare attività amministrativa, ma soprattutto lo spingono ad operare per fare emergere un progetto politico amministrativo che sostituisca, il più presto possibile, l’attuale governo della città”.

di Redazione05 Ago 2015 11:08
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