Le rappresentanze sindacali sulla chiusura della filiale della Banca d’Italia

La volontà del vertice della Banca d’Italia di procedere alla chiusura della Filiale di Ragusa (congiuntamente ad altre 21 in tutta Italia) rappresenta un fattore di perdita secca per la collettività di un’area già penalizzata dalla propria collocazione geografica e dalla carenza di adeguate infrastrutture di comunicazione, giornalmente superate con fatica solo grazie all’intraprendenza ed alla laboriosità dei suoi cittadini.

La chiusura non è motivata da squilibri di bilancio dell’Istituto (non si procederebbe peraltro a nessun licenziamento del personale), bensì da fumose argomentazioni contabili e in analogia al comportamento di altre Banche Centrali, le quali, in contesti del tutto diversi e partendo da una ancor più estesa e capillare presenza territoriale, hanno provveduto ad una diminuzione del numero delle proprie Filiali.

Il progetto di chiusura segue iniziative di “svuotamento” dei compiti dello stabilimento della B.I. di Ragusa, tramite il trasferimento dei medesimi alla Consorella di Catania che, con Palermo e Agrigento, è esclusa da questa nuova tornata di chiusure.

Già nel maggio 2012 l’attività della Filiale di introito/esito di contante con controparti istituzionali (Banche e Poste) è cessata ed è stata trasferita alla citata Filiale etnea. I nuovi maggiori oneri sostenuti dal sistema bancario locale per lo stivaggio in proprio e la movimentazione dei valori sulla piazza di Catania, con i connessi risvolti di sicurezza anticrimine – anche per le società di Servizi con sede nel nostro Territorio – non possono che essere trasferiti dagli intermediari a cascata sul sistema locale di imprese e famiglie sotto forma di maggiori prezzi dei servizi forniti.

Ad oggi, tuttavia, la Filiale mantiene un’importante funzione di gestione del contante nei confronti dell’utenza “al dettaglio” per il cambio di banconote per taglio, la sostituzione di banconote logore, la fornitura di moneta divisionale contro banconote e viceversa, attività quest’ultima che rappresenta una facilitazione di grande importanza per gli operatori di piccole dimensioni, e soprattutto per quelle attività legate alle vending machines che non dispongono della necessaria forza contrattuale per ottenere gratuitamente il servizio dal sistema bancario.

Il mantenimento della Filiale di Ragusa equivale a mantenere fluidità ed efficacia del Servizio di Tesoreria Statale a tutto vantaggio dei soggetti beneficiari degli ordini di pagamento emessi dalle Amministrazioni Statali locali.

Proprio nel 2014 l’attività di pagamento curata dalla Banca d’Italia in veste di Tesoreria Statale per conto della Prefettura è aumentata di oltre il 50 per cento: è l’effetto degli sbarchi registrati nell’anno (40 mila profughi) e della relativa attività di prima accoglienza; il fenomeno ha lambito la Filiale anche per i servizi forniti all’Autorità giudiziaria per i depositi di valuta sottoposta a sequestro ai presunti scafisti.

Altre attività di rilievo a favore dell’Utenza sono rappresentate da:
il servizio di pagamento dei vaglia cambiari (per rimborso credito d’imposta) anche smarriti o in successione, di fatto non accettati dal sistema bancario;
l’educazione finanziaria, rivolta sia agli insegnanti che sempre di più capillarmente agli studenti;
l’acquisizione diretta presso gli operatori economici di dati congiunturali e di prospettiva, facenti da base alla formazione di politiche economiche generali;
la partecipazione al locale Nucleo di Valutazione Antiracket e Antiusura a servizio delle vittime delle richieste estorsive ed usurarie.

Ma soprattutto è la quotidiana attività di assistenza e consulenza fornita agli utenti, in particolar modo per i servizi di consultazione di dati detenuti dal sistema bancario (Centrale dei Rischi e Centrale di Allarme Interbancaria) e per la presentazione di ricorsi per la soluzione extra-giudiziale delle controversie presso l’Arbitro Bancario e Finanziario gestito dalla Banca d’Italia.

In un periodo storico in cui tutta Europa è alle prese con gravi crisi internazionali, sia economiche che politiche, il Territorio Ibleo ne rappresenta oramai uno dei punti di frontiera più delicati, un avamposto non solo Italiano, ma anche Europeo.

Quindi in un territorio di confine, la chiusura della Banca d’Italia andrebbe in direzione opposta alle esigenze ed ai fabbisogni espressi dal territorio stesso e financo dalle recenti dichiarazioni del Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia che ha affermato che “Il territorio ibleo non rimarrà solo”.

È il momento di restare a fianco delle Comunità e delle Istituzioni locali impegnate in prima linea su questi fronti e di avere un respiro ed una visione che vada al di là di aride e discutibili cifre contabili.

È il momento in cui ogni Istituzione si assuma la propria parte di responsabilità e non certo quello di sottrarsene.

È il momento di tenere alta la bandiera di una Istituzione che ha da sempre rappresentato per tutti un patrimonio di legalità e di servizio al Paese, potenziando, anzi, e dando maggiore valorizzazione alle realtà periferiche.

di Redazione25 Mar 2015 11:03
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