Randello. Gli Enti Pubblici conoscano, rispettino e facciano rispettare le norme
Giunge da Legambiente Ragusa un altro duro colpo nell’ambito dello scandaloso affaire Randello. L’associazione ambientalista ha infatti inoltrato la richiesta di annullamento in autotutela dei pareri rilasciati dalla Soprintendenza di Ragusa e dalla Forestale di Ragusa in merito alla costruzione di uno stabilimento balneare sulla bella spiaggia iblea. Infatti l’area in questione ricade all’interno della zona di tutela 3 del Piano Paesaggistico che prevede il divieto assoluto di realizzare costruzioni.
Le strutture inserite nel progetto, in base alla legge 380/2001 ( legge sull’edilizia ), sono qualificate come nuove costruzioni, tanto da avere bisogno della concessione edilizia, per cui il parere paesaggistico rilasciato dalla Soprintendenza non poteva che essere negativo. Così come negativo doveva essere il parere rilasciato dalla Forestale in quanto le disposizioni dei Piani Paesaggistici prevalgono su tutti gli altri piani ad incidenza territoriale, ivi compreso quello degli enti gestori delle aree naturali protette ( sent. Consiglio di Stato sez.IV n.2222 del 29/4/2014 ).
Per tale motivo al fine di evitare ulteriori danni all’ecosistema del SIC ITA 08004 Punta Braccetto – C.da Cammarana appartenente ai Residui Dunali della Sicilia S.Orientale, Legambiente si attende con urgenza la decadenza della concessione demaniale marittima rilasciata al Donnafugata Resort in quanto ne verrebbero a mancare i presupposti giuridici.
Per tale motivo Legambiente ha inviato copia della richiesta di annullamento in autotutela a tutti gli enti regionali interessati e alla Procura della Repubblica di Ragusa.
Gli Enti Pubblici conoscano, rispettino e facciano rispettare le norme, conclude l’Associazione ambientalista iblea.