Proseguono le indagini sulla rapina a Giarratana

I ca­ra­bi­nie­ri della Com­pag­nia di Ra­gu­sa, dopo l’arr­es­to in fla­gran­za ope­ra­to martedì a Mon­teros­so Almo dei tre ca­ta­ne­si re­spon­sa­bi­li di ra­pi­na in banca a Giar­ra­ta­na, e la con­va­li­da dal parte del GIP, su dele­ga della st­es­sa autorità giu­di­zia­ria stan­no com­pien­do tutta una serie di attività in­ves­ti­ga­ti­ve fi­na­li­z­za­te ad ac­cer­ta­re se i tre ar­res­ta­ti siano gli au­to­ri di altre ra­pi­ne nel nos­tro ter­ri­to­rio.
In­fat­ti, in par­ti­co­la­re, stan­no ana­li­z­zan­do tutti i fil­ma­ti re­gis­tra­ti dalle agen­zie di cre­di­to ove negli ul­ti­mi tempi sono state con­su­ma­te ra­pi­ne, al fine di com­pa­rar­le con le im­ma­gi­ni ri­pre­se dalla Banca Agri­co­la Po­po­la­re di Giar­ra­ta­na, ac­quisi­te dai ca­ra­bi­nie­ri di quel cen­tro. Non si es­clu­de che i tre ra­pi­na­to­ri ca­ta­ne­si in tras­fer­ta pos­sa­no es­se­re gli au­to­ri, come già detto, di altri ep­iso­di cri­mi­no­si.
I tre gio­v­a­ni – pur­trop­po – non sono stati col­la­bo­ra­ti­vi con i ca­ra­bi­nie­ri e non hanno in­te­so for­ni­re alcun dettag­lio sul per­ché siano an­da­ti a pa­ra­re pro­prio a Giar­ra­ta­na. Il fatto che – al­me­no sulla carta – non fos­se­ro av­ve­z­zi a tale tipo di reato po­treb­be far pen­sa­re che la causa della fuga fal­li­men­ta­re sia do­vu­ta alla loro in­espe­rien­za. Ma i ca­ra­bi­nie­ri non sono con­vin­ti. Dai pochi fo­to­gram­mi po­tu­ti al mo­men­to ac­quisire pres­so la fi­lia­le ban­ca­ria di Giar­ra­ta­na, ap­pa­re che i due che sono en­tra­ti non ab­bia­no avuto esi­ta­zio­ne o mos­tra­to ten­ten­na­men­ti. Tutta la ra­pi­na è av­ve­nu­ta in modo flui­do e ve­lo­ce, come se i due non fos­se­ro no­vel­li­ni. Anche l’aver la­s­cia­to il palo in auto con mo­to­re ac­ce­so la­s­cia pen­sa­re a una certa espe­rien­za. Non solo, i due si sono anche cam­bia­ti in auto per avere ves­ti­ti di co­lo­re di­ver­so da quel­li in­di­ca­ti dai tes­ti­mo­ni, ques­to in caso aves­se­ro in­cro­cia­to qual­che pat­tu­glia. Certo non ave­va­no messo in conto lo spi­ri­to d’os­ser­va­zio­ne della tes­ti­mo­ne che ha in­di­ca­to il co­lo­re ama­ran­to dell’auto ai ca­ra­bi­nie­ri.
Per ques­to mo­ti­vo i mi­li­ta­ri hanno di­ra­ma­to le foto dei tre e i fermo im­ma­gi­ne della banca a tutti i co­man­di dell’Arma delle pro­vin­cie di Ra­gu­sa, Si­ra­cu­sa, Ca­ta­nia e Mes­si­na, ove ri­ten­go­no che più pro­ba­bil­men­te pos­sa­no even­tual­men­te aver per­pe­tra­to altre ana­lo­ghe ra­pi­ne.
Nel fr­at­tem­po i tre “col­le­ghi” ri­man­go­no in cella, come dis­posto ieri in esito all’in­ter­ro­ga­to­rio di con­va­li­da da parte del Giu­di­ce per le ind­agi­ni pre­li­mi­na­ri di Ra­gu­sa, dott. Gio­van­ni Gi­ampic­co­lo.
In una nota, il Co­man­dan­te Pro­vin­cia­le dell’Arma, Te­nen­te Co­lon­nel­lo Fra­gas­si, ha vo­lu­to rin­gra­zia­re tutta la comunità di Mon­teros­so Almo per la col­la­bo­ra­zio­ne for­ni­ta da di­ver­si cit­ta­di­ni, che evi­den­zian­do un alto senso ci­vi­co, hanno in­di­ca­to ai mi­li­ta­ri – dall’alto – la via di fuga del se­con­do e del terzo ra­pi­na­to­re, che per al­cu­ni mi­nu­ti erano rius­ci­ti a nas­con­der­si nella bos­cag­lia.SONY DSC

 

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di Redazione24 Ott 2014 13:10
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