Ue. Mauro (Gal): “Serve un cambio di passo. Bisogna iniziare a vedere opportunità e non solo limiti”
“L’Italia in Europa deve cambiare passo iniziando a considerare Bruxelles non solo come un’istituzione che impone norme ma come uno spazio comune, un luogo di grande opportunità. Per combattere l’euroscetticismo che oggi coinvolge più paesi europei serve una maggiore consapevolezza delle possibilità che ci offre l’Europa rispetto ai limiti che possono essere avvertiti”. Così il senatore del gruppo Grandi Autonomie e Libertà Giovanni Mauro, vicepresidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea, durante l’incontro, a Palazzo Madama, con i rappresentanti del Gruppo Affari Generali (Gag) del Consiglio dell’Unione europea insieme alla senatrice Nadia Ginetti (Pd) presidente della sottocommissione fase ascendente, e il senatore Emilio Floris (Fi), presidente della sottocommissione Regioni.
Mauro, rispondendo alle domande dei rappresentati europei, ha illustrato le attività della 14a Commissione nata nel 2003 “dalla consapevolezza della sempre crescente importanza dell’Unione europea nella vita dei cittadini italiani”. La commissione, ha spiegato, “opera per lo più all’unanimità a prescindere dalla maggioranza di governo. Un senatore può esserne membro solo se già componente di altre commissioni. In questo modo ciascuno porta il bagaglio di esperienze acquisito nelle altre 13 commissioni permanenti consentendo un lavoro più costruttivo”. In occasione della discussione della legge europea 2013-bis, Mauro aveva già sottolineato come “sulle politiche comunitarie servirebbe un’attenzione maggiore da parte del Parlamento. E in questo senso, la 14a Commissione dovrebbe avere un’altra importanza ed essere considerata alla stregua della commissione Bilancio. Parliamo di un settore delicatissimo che dobbiamo iniziare a valorizzare. L’Italia e’ Europa e sottovalutare le politiche europee significa sottovalutare le politiche strategiche del nostro Paese”. Dobbiamo renderci conto tutti insieme, ha concluso Mauro parlando con gli ospiti internazionali, “di essere una comunità di 500 milioni di cittadini con una moneta comune, un mercato comune che può darci tante più opportunità. Dobbiamo far capire ai cittadini che l’Europa non è un secondo gradino e costruire così un animo europeo più giusto evitando il dilagare di una deriva euroscettica”.