RSU a Ragusa e a Scicli. La Cgil chiarisce, ma i dubbi restano
La conferenza stampa indetta dalla Cgil per far chiarezza in merito alle perplessità sollevate, tra gli altri, dal sindaco Susino e dal consigliere comunale Carmelo Ialacqua, sull’agire sindacale della suddetta Organizzazione nei contenziosi tra le due amministrazioni e le due ditte che si occupano della raccolta di rifiuti a Scicli e a Ragusa, ha ingarbugliato, se fosse possibile, ancora di più la situazione.
Naturalmente la Cgil, lo ha spiegato ieri e lo ha spiegato in vari comunicati stampa, ha svolto solamente il suo compito ossia ha difeso i lavoratori ed il lavoro, un sindacato fa questo. Difende i diritti dei lavoratori, contro tutto e tutti? A volte.
Riuscire a trovare il bandolo della matassa in questo ginepraio fatto di leggi, regolamenti, accordi quadro, bandi di gara, contratti nazionali e capitolati d’appalto non è facile, ma andiamo per ordine.
Senza voler sovrapporre e quindi identificare le vicende di Scicli con quelle di Ragusa, è innegabile l’esistenza di un fil rouge. Ci sono dei dipendenti assunti extra capitolato, cioè al di fuori della pianta organica. Ci sono due Amministrazioni che provano ad estromettere queste unità lavorative. C’è la Cgil, che, espletando la sua funzione, prova a far reintegrare nell’organico questi lavoratori e nel caso di Ragusa c’è pure riuscita.
La questione è meramente giuridica. Se la ditta assume extra capitolato uno, due o dieci operai, questi automaticamente faranno parte della pianta organica? Secondo la Cgil sì ed ecco le battaglie con le due Amministrazioni affinché “normalizzassero” le posizioni lavorative dei dipendenti. Michele Palazzotto, segretario regionale della Fp Cgil, durante la conferenza stampa, più di una volta cita un famigerato Accordo quadro siglato in Regione, il 6 agosto 2013, che, a suo dire, sarebbe la chiave di volta per fare chiarezza sull’intera vicenda. Questo accordo, al punto e) è estremamente chiaro sul destino del personale che “dovrà transitare per passaggio di gestione da ditta a ditta”, rifacendosi in toto al C. C. N. L. di categoria Fise-Assoambiente, che recita pressappoco così: “L’impresa subentrante assume ex novo, senza effettuazione del periodo di prova, tutto il personale in forza a tempo indeterminato, addetto in via ordinaria o prevalente allo specifico appalto/affidamento che risulti in forza presso l’azienda …”. Questa è la chiave di volta. La pianta organica è quella dello specifico appalto/affidamento, il quale, per ovvi motivi, non può contemplare assunzioni postume all’affidamento del servizio. Ecco perché il sindaco Susino, una volta insediatosi e accortosi di questi lavoratori extra capitolato ne bloccò i pagamenti, ecco perché l’intera vicenda dell’Allegato “C” a Ragusa sembra poco più che una forzatura.
Per onor di cronaca bisogna dire che la Cgil non si capacita del perché il sindaco Susino non abbia avviato nessuna indagine interna per scoprire chi e perché aveva assunto questi lavoratori. Certo se a Scicli fosse accaduto ciò che è accaduto a Ragusa ossia che le assunzioni sono da imputare ad una libera scelta della ditta, il che è legittimo, non si capirebbe il motivo dell’indagine, appare chiaro, d’altro canto, il blocco dei pagamenti per questi dipendenti da parte dell’Ente pubblico, sono dipendenti della ditta, assunti arbitrariamente dalla ditta e perciò il costo non può ricadere sulle casse comunali. Altro discorso andrebbe fatto dalla Cgil che chiede il reintegro e quindi il pagamento degli stipendi dei dipendenti extra capitolato.
Che il lavoro vada difeso e tutelato, di certo non siamo noi a scoprirlo. Che il lavoro è un valore lo si sa da tempo, specie in un periodo storico come quello in cui viviamo, ma la domanda che ci poniamo è un’altra: esiste un limite? Se la legge stabilisce dei confini, questi possono esser superati in nome del lavoro? Ed ancora se questa prassi delle assunzioni extra capitolato, dovesse diventare la norma, cosa accadrebbe se ogni ditta decidesse di assumere arbitrariamente un po’ di operai?