Teatro La Concordia. Ragusa si dimentichi le opere liriche, solo spettacoli amatoriali
Niente, il Movimento Cinque Stelle non vuole che il teatro La Concordia sia il teatro di Ragusa. L’idea non gli piace, costa troppo, anzi no. Da quando le opposizioni hanno dimostrato, conti alla mano, che non occorrono 7 milioni e 500 mila euro, questa non è più la pregiudiziale, il problema, anzi i problemi, sono ben altri.
L’assessore Dimartino, come ci ricorda il consigliere Sonia Migliore, sulla scorta di fantomatici, quanto segretissimi esperti teatrali venuti chissà da dove, visto che Ragusa in tal senso deficita, nonché di misteriose organizzazioni che agiscono nell’ombra, si è ormai convinto che un teatro, per esser tale, debba avere la buca per gli orchestrali, un palco profondo almeno 16 metri, una boccascena di 16 per 12 metri, un graticcio posto a 26 metri d’altezza oltre ad una torre scenica, che sia grande almeno quanto la boccascena.
Ora, lasciando stare la torre scenica, che è l’ultimo dei problemi, infatti come sapranno gli esperti teatrali dei Cinque Stelle, non è raro che un teatro, in base alle nuove esigenze, ne ingrandisca la capienza (la Scala di Milano n’è l’esempio, ndr), tutti i restanti problemi rimangono insormontabili. In fondo Ragusa vive di opera e di lirica e il teatro La Concordia proprio non ha le caratteristiche per ospitare, un domani, spettacoli di tal fata. Un teatro, come ci ricorda l’assessore, deve rispondere a precisi criteri di gestione economica e, come dire, i soldi non si fanno con gli spettacoli di prosa minore o con le compagnie amatoriali; le uniche deputate a lavorare dentro La Concordia.
Ma l’assessore, per fortuna, insieme ai suoi segretissimi esperti teatrali e alle oscure organizzazioni, hanno ben altri progetti. Innanzitutto La Concordia deve essere un contenitore culturale, cosa questo significhi non è ben chiaro, ma non è importante, la cosa principale è che l’assessore ha in mente un progetto urbanistico/teatrale più ampio. Ipotizziamo, vista la penuria di informazioni, una piccola rete di teatri urbani, sparsi un po’ qua e un po’ là con il preciso intento di creare un cartellone dinamico e frizzante. Il tutto da realizzare con un milione di euro (somma che servirebbe a completare La Concordia), certo la lirica, gli orchestrali e l’opera rimarranno sempre un vano anelito a patto che, queste organizzazioni segrete, non decidano, in futuro, di finanziare di tasca propria un nuovo teatro rispondente a tutti i crismi. Per ora l’unica certezza è che al Concordia non ci sarà un teatro.
ma sinceramente, voi li vedete i “rausani” al teatro ad ascoltare opere liriche…? viene solo da ridere…..! spendete questi soldi per le tante famiglie che soffrono in questa citta’ distrutta economicamente che hanno perso il lavoro…..
l’autore questo articolo ci dovrebbe spiegare come si possono portare le scenografie in scena ,visto che manca una porta di accesso sul palcoscenico adatta a questo uso ne è ipotizzabile che il titolare del resort sul corso italia dia il permesso ad entrare dal suo locale visto che l’accesso è largo forse due metri,con notevole pericolo per i suoi ospiti che dovrebbero sopportare l’andirivieni delle maestranze con fari,costumi ecc. ecc..Tale passaggio si avrebbe in senso verso le 24,quando a spettacolo finito si tratterebbe di smontare le scenografie e di riporle nei camion posteggiati sempre in corso italia davanti al resort stesso.La verità è che l’idea di un teatro è affascinante ma si scontra con la dura realtà di un edificio che non può ospitarlo perchè mancano le uscite di sicurezza nel palcoscenico e degli spazi di manovra per portare su di esso il materiale scenico.Meglio sarebbe a questo punto trasferire nel Cinema Marino il centro servizi culturali che relegato comè in quello spazio angusto di Via Diaz non svolge bene il suo compito.
Condivido e quto quanto detto da Pippo, anch’io penso che l’utilizzo come centro culturale multiuso possa dare una nuova vita a quel sito, ad ogni modo ripeto da tempo che occorre spendere denaro e risorse per i due teatri in mano a Lalicata, soptrattutto per quello di viale ten.Lena, quel sito potrebbe si diventare il vero teatro comunale, si trova in pieno centro, con un parcheggio multiano vicino, in un contesto urbanistico-architettonico importante perchè parliamo di La Padula, quindi è doveroso recuperare quel teatro dalle mani private, inoltre anche il 2000 potrebbe rinascere, considerato le sue dimensioni si potrebbe sfruttare con delle strutture mobiili in multisala cinema e teatro quindi raddopiare l’offerta sia per piccoli che per grandi eventi, con 7 milioni di euro avremmo due strutture degne che permetterebbo ogni tipo di rappresentazione, quindi si avvii una pratica di esproprio seria e si lavori nel recupero dellesistente…la Concordia non esiste più non è mai esistito ci sono generazioni di ragusani come la mia ad esempio che non sanno neanche che quello era un teatro è troppo dilatata nel tempo la memoria di quel sito, inoltre l’eventuale recupero ci restituirebbe soltanto la facciata non il teatro storico.
Salve, ci sono un paio di problemi nella sua tesi. Il Comune ha già accantonato e speso per il Concordia 6 milioni 216 mila 228 euro, questo non vuol dire che ha sei milioni in tasca. Una parte sono serviti per l’esproprio, una parte va immancabilmente agli ingegneri ed architetti, che hanno redatto il progetto, e poi cosa da non dimenticare o sottovalutare è rappresentato da quel 1 milione 427 mila euro, che ritornerebbero immediatamente al Ministero, il quale li aveva stanziati per il teatro la Concordia. Non credo sia possibile dirottarli su un’altra struttura.
Detto ciò, in base alla sua tesi il Comune dovrebbe espropriare i due cinema, al costo di qualche milione di euro e spendere altri denari per la progettazione del restauro dei due cine-teatri. Dove trova questi soldi? Inoltre, l’acustica del 2000 è pessima. Infine, siete così sicuri che il direttore dell’Antica Badia non voglia un teatro alle sue spalle?
buona giornata
Una città senza il Teatro è una città incivile. (Vincenzo Salemme)
Distefano cè un detto che è sempre valido dalle nostre parti…”senza sordi nu si canta missa” qualsiasi strada si percorra comporta delle spese un teatro a costo zero non si potrà mai avere, l’acustita e quant’altro sono risolvibili forse è più semplice che risolvere i nodi tecnici che impediscono all’amministrazione attuale la scelta di ricostruire la Concordia.