Ibla. Picchia ancora la sua ex, forse potrà essere espulso dall’Italia
A Ragusa Ibla, sabato scorso i militari della Stazione Carabinieri hanno arrestato un algerino per aver malmenato per l’ennesima volta la (ormai ex) convivente.
Dopo l’ennesimo caso delittuoso i militari sono infine riusciti a dichiararlo in stato d’arresto e sottoporlo agli arresti domiciliari presso l’abitazione della sorella.
L’algerino, Rachid Bettabghor, di 39 anni, già noto alle forza dell’ordine, ha incontrato per caso l’ex convivente in giro per Ibla. Non la vede da fine gennaio quando i carabinieri, su ordine del giudice, gli notificarono la misura cautelare dell’allontanamento da casa, scaturita dopo diversi interventi operati dai militari nella casa della coppia, dove la donna era ripetutamente vittima delle angherie e delle violenze dell’uomo.
I due chiacchierano e lui riesce a convincerla ad andare a casa da lei. Una volta arrivati i toni si fanno accesi. Non sono ben chiari i motivi, sebbene pare si trattasse di un debito di lui verso lei. L’uomo, forse messo verbalmente alle strette dalla donna, passa alle maniere forti e la prende a calci e pugni. Pare che in questa occasione lui le abbia sferrato il calcio al costato che poi porterà i medici a riscontrare una frattura. Lei comunque riesce a buttarlo fuori dalla porta. Lui, evidentemente furibondo, sale dal pluviale ed entra dalla finestra aggredendola nuovamente. A questo punto, svegliati dalle urla dei due in piena notte, i vicini sono tutti alle finestre e in strada e qualcuno chiama la polizia. La donna, nonostante tutto, non lo denuncia e nasconde agli agenti la ferita, banalizzando l’intera vicenda come una discussione dai toni accesi con il proprio ex. Quest’ultimo viene allontanato e tutto ritorna alla normalità.
Ma poco dopo la donna si sente male e non riesce a respirare, chiama quindi il 118. Ed è a questo punto che i militari, vista l’ambulanza si accodano e arrivano sul posto. La donna viene condotta al pronto soccorso.
Nel frattempo i carabinieri raccolgono le testimonianze dei vicini, ma soprattutto trovano nei paraggi il Bettabghor e lo fermano. In ospedale i medici notano le “ammaccature” della poveretta e scoprono che ha una costola fratturata, la ricoverano con una prognosi superiore ai venti giorni. I militari hanno quindi arrestato l’algerino e lo hanno condotto in caserma. Il pubblico ministero, Marco Rota, ne ordina gli arresti domiciliari, dove l’algerino rimarrà a disposizione dell’autorità giudiziaria.
I carabinieri, nell’augurarsi che in questa occasione la donna abbia definitivamente aperto gli occhi e capito con che razza di essere avesse a che fare, stanno ora valutando gli elementi in loro possesso per proporre l’uomo per la misura dell’espulsione per motivi di sicurezza pubblica.
L’ennesimo caso di comportamenti persecutori nei confronti di donne, fortunatamente anche in questa occasione l’Arma, come tutti i giorni dal 1814, vigila per “ricercar e inseguire i malfattori” “per sempre più contribuire alla maggiore felicità dello stato e alla protezione e difesa dei buoni”.