“Finanza Killer”, la Cassarà e quella certa sicumera

La prima uscita pubblica della neoeletta al coordinamento cittadino dei giovani di Territorio, Mariagrazia Cassarà, ci dispiace dirlo, ma è stato un vero passo falso. Un errore, abbastanza grossolano, che poteva essere facilmente evitato se la Cassarà non avesse avuto tutta questa fretta e magari si fosse fatta consigliare da qualche suo collega, un po’ più esperto.

Ovvio è la prima volta, la voglia di visibilità è tanta, e ciò l’ha indotta in fallo. Mi riferisco al suo comunicato sullo spettacolo messo in scena, domenica sera, presso la Scuola regionale dello Sport, dal titolo “Finanza killer”.

Iniziamo dall’ultima parte del comunicato. La Cassarà non può lamentarsi se il Comune organizza uno spettacolo gratuito, non può lamentarsi se non le piacciono i temi trattati nello spettacolo o meglio che lo faccia, ma in modo puntuale e non così. Dove sta il problema se questo spettacolo è stato patrocinato ed offerto dal Comune? Il problema sorgerebbe se lo spettacolo avesse avuto un costo esorbitante, ma come dice lei stessa la delibera non è stata ancora pubblicata e poi che significa asserire che “finora la maggior parte delle iniziative più appetibili organizzate in estate, a Natale e perfino a carnevale” sono state a pagamento, ma appetibili per chi? Ma con tutto il rispetto, ma di cosa parla la Cassarà? Di gusti, di estetica? Del valore intrinseco ed oggettivo delle iniziative? Non capisco.

Non riesco a capire tutto lo stupore della coordinatrice quando fa notare che “gli amministratori comunali hanno fatto la loro bella passerella in vista della prossima campagna elettorale per le europee”. Ossia sono saliti sul palco, hanno presentato lo spettacolo e hanno detto le loro cose, giuste o sbagliate che siano, dov’è la novità? Forse la Cassarà dimentica che quando un’Amministrazione organizza qualcosa e crede particolarmente in questa iniziativa, la presenzia, si fa vedere, ma non è che ci mette il cappello, l’hanno organizzata loro, si fa così dalla notte dei tempi, ma aggiungo un’altra cosa, sarebbe incomprensibile, oltreché sbagliato, il contrario.

Rimango sconcertato, invece, quando la Cassarà si lascia andare, nonostante avesse premesso di non farlo, ad una critica nazional-popolare allo spettacolo. Piuttosto che continuare a ribadire che non vuol entrare nel merito delle cose, che lo faccia se ha gli strumenti, ma visto che non si prende la briga lo faccio io. Pretendere che ci sia un contraddittorio in uno spettacolo teatrale è poco più che un abominio, come lo è rimanere basiti dal fatto che la Banca Etica salga sul palco e si presenti, raccontando la sua filosofia, ci dispiace Cassarà, ma sta nell’ordine delle cose. Se, per esempio, metto in scena uno spettacolo sul nazismo o sulla guerra, mica invito un gerarca o uno Stato guerrafondaio per dargli il contraddittorio, non siamo in un talk show. Infine, se è vero che la Banca Etica è un istituto di credito, è altrettanto vero che non è minimamente associabile a tutti gli altri istituti creditizi, perché è profondamente diversa la sua natura, spero lo sappia.

di Redazione18 Mar 2014 09:03
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