Una partitella a scacchi tra Conti e la Busso?
Oggi alle 16 i lavoratori della ditta Busso dovevano ritrovarsi a Palazzo dell’Aquila per protestare, la terza volta in tre giorni, contro l’Amministrazione Piccitto, ma stamane il sindaco e i rappresentanti dell’azienda hanno avuto un incontro chiarificatore. Tutto è rientrato. Tutto è stato chiarito. La Busso, nel pomeriggio ha fatto il tanto agognato bonifico ai suoi dipendenti. Ma cosa era successo?
Lunedì mattina gli operai scoprono che i loro stipendi non verranno accreditati . Organizzano, perciò, una manifestazione, davanti i cancelli della ditta. Qui gli viene detto candidamente che la Ditta non può pagare perché il Comune non ha versato la quota di gennaio. Che cosa è successo? L’Amministrazione è in ritardo perché sta facendo alcuni controlli sul servizio di raccolta espletato nel corso degli ultimi sei mesi. Sta calcolando la penale da applicare alla Busso per il mancato raggiungimento degli obiettivi (la raccolta differenziata a Ragusa si attesta intorno al 17%, mentre non potrebbe scendere sotto il 40%). Ecco spiegato il ritardo. Sulla questione c’è pure un’indagine della Guardia di Finanza.
Quindi, se il tuo stipendio dipende dall’Amministrazione lo vai a reclamare in Comune, sono le 17 di lunedì pomeriggio. Gli operai vogliono parlare con l’assessore Conti, esigono che la situazione si risolva subito. L’assessore Conti, però, non c’è. Pare sia a fare gli scrutini a scuola. Scoppia la bagarre.
Gli operai interrompono il Consiglio comunale. Il presidente Iacono è costretto ad intervenire per placare gli animi. Arriva il sindaco, che spiega come i loro stipendi non dipendono dal versamento della quota mensile. La Busso è tenuta a pagare a prescindere dal Comune. Se, facciamo un esempio, per tre mesi il Comune non paga la Busso, questa è obbligata a pagare i suoi lavoratori. Questo è stabilito nel capitolato d’appalto.
Gli operai non sentono ragione, hanno le loro scadenze, dovevano essere pagati entro il 10 e Busso non pagava per colpa del Comune. L’atmosfera si infiamma, sino alle 20 e trenta, quando arriva Conti. L’assessore porta un fax, datato 7 febbraio, inviato alle sigle sindacali e alla Busso, nel quale viene espressamente detto che il versamento, in via del tutto eccezionale per i motivi sopra citati, verrà fatto martedì 11. Tutti sapevano e nessuno sapeva.
Le sigle sindacali, erano a conoscenza del fax, ma non avevano avvertito gli operai. La ditta Busso, era a conoscenza del fax, ma non aveva avvertito gli operai. Perché? Gli operai si sentono frastornati, presi in giro. Qualcuno li ha strumentalizzati? Non capiscono. La protesta rientra, ma non per tutti.
La Cgil, martedì mattina, si reca di nuovo al Comune, manifesta, esige dal Comune maggiore correttezza. L’Amministrazione non può giocare con la vita degli operai. L’Amministrazione? Cosa c’entra il Comune? Chi deve pagare entro il 10 (secondo gli accordi locali) o al massimo entro il 15 (secondo il contratto nazionale)? Il Comune? No, la Busso. Ma il pagamento degli stipendi dipende dal versamento del Comune? No. E allora?
Allora si sta giocando al rimpiattino, qualcuno sparge fumo negli occhi, qualcuno mescola ad arte le carte. Si cerca un capro espiatorio.
Qualcuno pensa che questa sia una piccola vendetta della Busso perpetrata ai danni del sindaco Piccitto, reo di non voler rinnovare il contratto a Busso. Qualcun altro, invece, parla di una precisa strategia a firma di Claudio Conti. Il Comune, secondo questa tesi, ha ritardato il pagamento sino all’11 in modo da impedire a Busso, che pare soffra di liquidità, di pagare gli stipendio entro il 15, fatto che ne decreterebbe lo scioglimento immediato ed unilaterale del contratto. La vicenda è tutta in fieri.