Piccitto al 15° posto tra gli amministratori. Però…
E’ uscita la tanto agognata ricerca di Ipr – Marketing come sempre commissionata da Il Sole 24 Ore, sul gradimento dei presidenti di Regione e dei sindaci nel 2013.
Federico Piccitto si attesta al 15° posto sui 101 totali, un buon risultato nonostante un calo delle preferenze, pari al 10,9%. Percentuale che se tradotta in voti significa che, nell’arco di 6 mesi, il sindaco pentastellato ha perso 3.242 voti, ossia 18,6 persone, che, quotidianamente, dal momento della sua elezione sino al 15 dicembre, giorno di chiusura delle interviste del sondaggio, hanno deciso di non votarlo più.
Da cosa dipende questa flessione è difficile stabilirlo con certezza, di sicuro non è imputabile ad un unico fattore od un evento scatenante, molto probabilmente le modalità con cui la Tares e l’Imu sono entrate nella vita dei ragusani, non avranno giovato all’immagine di Piccitto, come l’estrema litigiosità di questo Consiglio comunale, non ha rappresentato, come poteva, la carta vincente per questa Amministrazione. Su tutto ciò, inoltre, aleggia implacabile l’ondata di malcontento e di dissenso che ha travolto la stragrande maggioranza dei sindaci italiani, due su tre, hanno fatto registrare una flessione nel gradimento.
Nonostante la perdita di quasi 11 punti percentuali Piccito si dichiara soddisfatto del risultato, in fondo è al 15° posto, fatto che più di altri denoterebbe l’apprezzamento dei cittadini nei confronti del suo operato. Dipasquale, come ricorda lo stesso, era solo al 22° posto con un gradimento del 57%, contro il 58,5% dell’attuale primo cittadino. Forse sta proprio qui il discrimine, la chiave di lettura, che Piccitto pare ignorare, ossia che Dipasquale era al secondo mandato e quel posizionamento era la risultante di anni di lavoro, mentre Piccitto non ha alcun termine di paragone, in fondo è da soli sei che ricopre questa carica.
Il suo 58,5% di preferenze non derivano, nel bene o nel male, dalla sua attività politica, ma è solo il frutto del risultato delle amministrative di fine giugno. Un ballottaggio che stravinse, certo, ma confrontandosi con quella chimera politica che portò il centrodestra ed il centrosinistra ad appoggiare Cosentini. Quindi più che al suo operato dovrebbe guardare indietro, per spiegare e raccontare il suo piazzamento in questa particolare ed ambita classifica.
In ultima analisi possiamo aggiungere che se, in questi sei mesi, le preferenze nei suoi confronti non fossero né scese né salite, a quest’ora Piccitto sarebbe il sindaco più amato d’Italia, riuscendo a superare persino Alessandro Cattaneo (sindaco di Pavia), oggi al vertice della classifica, di 1,5 punti percentuali. Nella speranza che non ricalchi le orme del suo omologo parmense, Pizzarotti, che dal 60% del 2011 è sceso via via sino al 73° posto nel 2013, con un indice di gradimento pari al 49%, non possiamo che augurare al nostro sindaco un risultato migliore per il 2014, confortato e supportato, questa volta, da una effettiva azione di governo.