L’incerto futuro di Crocetta, battuto sul rinnovo dei suoi commissari

Il governo di Crocetta è stato battuto in Aula sul rinnovo dei commissari delle Province. Il Governo dell’ex sindaco di Gela non è mai stato un edificio strutturato su solide basi, l’appoggio esterno dei Cinque Stelle, il “matrimonio” turbolento con il Pd e poi, notizia delle ultime settimane i sempre più intensi rapporti con i fuoriusciti da Forza Italia. Adesso, però, questo voto contrario esplicita in tutta la sua grevità il pantano in cui si muove il presidente Crocetta.

Sono gli stessi “amici” pentastellati a definire il tentativo del presidente come un “un inciucio alla siciliana tra finte maggioranze e finte opposizioni ed è lo stesso capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars a parlare della necessità, oramai ineluttabile di giungere al voto anticipato, “mi sembra palese – afferma il capogruppo Giancarlo Cancelleri – che in Sicilia si debba tornare al più  presto al voto. Crocetta non ha più  una maggioranza e oggi ne abbiamo avuto la conferma. Togliendo noi, rimangono 19 voti alla maggioranza dopo il voto di oggi, un po’ scarsa come maggioranza. Anche l’opposizione ha poco da ridere  perché  abbiamo perso tempo in una situazione incredibile e siamo tornati al punto di partenza. Per noi le Province sono enti inutili e basta. A questo punto dobbiamo sperare in Roma per eliminare le Province”. Gli fa eco l’altro deputato del Movimento, Salvatore Siragusa, che dichiara “la maggioranza è allo sbando. Il governo sulla questione Province è rimasto intrappolato dalla sua stessa maggioranza, in cui ha prevalso la volontà di continuare a gestire sacche di potere e di clientele che la riforma avrebbe spazzato via. Il Parlamento ha ora 45 giorni per fare la legge di riforma o di abrogazione”.

Dello stesso tenore sono le dichiarazioni di Roberto Di Mauro, capogruppo del Partito dei Siciliani – MPA all’Assemblea Regionale Siciliana. “La sconfitta del Governo in Aula sulla proroga dei Commissari delle Province è, al di là del dato tecnico e numerico, una sconfitta politica del Presidente Crocetta che ancora una volta ha mostrato l’inconsistenza della sua raccattata maggioranza, che già al momento del voto sulla mozione di sfiducia si era mostrata del tutto risicata e raccattata. Non a caso quei 46 voti comprendevano anche quelli “last-minute” di alcuni parlamentari del centrodestra. Oggi, davanti ad un voto sull’unico vero atto compiuto in un anno e mezzo dal Governo Crocetta, si mostrato in modo lampante che non esiste una maggioranza politica. Sarebbe bene che il Presidente ne prendesse atto e cominciasse a ragionare su come portare in Aula provvedimenti e tenere comportamenti politici che favoriscano l’approvazione di leggi davvero utili per la Sicilia e per risollevarne l’economia.”

Giorgio Assenza (Forza Italia) non può che esprimere grande soddisfazione per la bocciatura del provvedimento sulla proroga dei commissari delle Province. “La legge burla, da me all’epoca definita Giletti-Crocetta-Cancelleri, si è rivelata solo una vergognosa pagina di cabaret pseudo politico-istituzionale”. 

“Sull’abolizione o meno delle province è in gioco la credibilità ed il valore dell’autonomia. Da una parte l’autonomia intesa come privilegio e conservazione dello status quo. Dall’altra l’idea di un’autonomia fattore di innovazione, che consente alla Sicilia di essere punta avanzata del cambiamento del Paese e non fanalino di coda. Il governo Crocetta è schierato con questa Sicilia del cambiamento, che è maggioritaria nella società e che deve diventare maggioranza anche in Assemblea”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, commentando il voto dell’Ars che ha bocciato il ddl di proroga dei commissari delle Province. “È evidente – aggiunge – che in Assemblea c’è una parte trasversale che non vuole cambiare. Non si tratta, infatti, di uno scontro tra governo e parlamento, tra maggioranza e opposizione, ma tra chi vuole innovare e chi vuole conservare. “Questo voto – conclude Lumia – è paradossalmente utile perchè adesso bisogna uscire allo scoperto e ognuno, a viso aperto, deve dire se è favorevole o no all’abolizione delle province. Il resto sono solo pannicelli caldi, mediazioni al ribasso di chi vuole solo galleggiare e non si rende conto che la Sicilia o cambia radicalmente o è finita”.

di Redazione28 Dic 2013 16:12
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