Grave incidente: dov’è finito il reparto di chirurgia al Civile?
C’è stato un incidente nella notte a Ragusa. E’ accaduto, a quanto sembra, in viale Europa ma attendiamo maggiori informazioni dalle autorità. Ma la cosa importante è invece invece riguarda la persona coinvolta e le sue condizioni mediche. Secondo le prime informazioni c’è un solo ferito, una ragazza che con la sua auto, in modo autonomo, è andata a sbattere contro un muro o un’altra vettura. Uno scontro molto violento poichè la giovane che è stata ricoverata molto dopo in ospedale presenta un quadro clinico molto preoccupante visto che si parla di lesioni al fegato. Dopo gli accertamenti del caso, in pronto soccorso, accortisi della gravità si è deciso di portare la paziente in sala operatoria. E qui casca l’asino. Infatti a Ragusa, da un pò di tempo, il reparto chirurgia mostra segni di debolezza. L’ultima chicca è di un mesetto fa, circa, quando il primario è stato licenziato ed il dott. Antonacci, suo vice, è stato trasferito a Vittoria. Tutti sappiamo che occorrono delle specializzazioni e nel caso della ragazza incidentata serve proprio uno specialista del fegato che a Ragusa non c’è più. Dopo vari consulti si è deciso di chiamare Vincenzo Antonacci da Vittoria. Il chirurgo, capita la gravità del caso, è già partito da Vittoria per venire ad operare a Ragusa. Speriamo fortemente che la povera ragazza venga salvata ma c’è bisogno di un attimo di riflessione riguardo alla chirurgia del nosocomio ibleo. Non sappiamo quali siano stati i motivi per impoverire sempre di più il reparto ma da tempo molti pazienti preferiscono mettere firma ed andare in altri ospedali della provincia. Questo non è assolutamente possibile.
Pregiatissimo Direttore,
conosco bene le capacità del Dottor Antonacci, a tal punto che il sottoscritto, commercialista, con studio in Roma, dovendo affrontare un serio intervento al colon per effetto di una occlusione intestinale in atto, nello scorso aprile, non ha esitato un attimo a decidere chi lo doveva operare. Ho preso l’aereo, sono venuto a Ragusa, sono stato operato dal Dottor Antonacci con risultati impensabili. Ho settantuno anni dopo 36 giorni dall’intervento sono ritornato a passeggiare abilmente in bici (ho le foto se le desidera). La domanda che mi sono rivolta: a Roma è facile perdere professionisti come il Dottor Antonacci per effetto della numerosità, ma come mai Ragusa, in uno stato di nota carenza, stoltamente perde un gioiello per regalarlo a Vittoria? Cordialmente La saluto Dott. Franco Vescovi.
È proprio qui che casca l’asino invece!! Il problema non è la chirurgia, bensì il giornalismo ragusano che infanga chi in realtà lavora con serietà e professionalità !! Sono certa che la vera verità verrà al più presto a galla!
Qualsiasi atto complesso, da una prestazione atletica a una commedia teatrale, da un esame di maturità ad un intervento chirurgico sono il risultato di sacrifici, dedizione, studio, passione e continua tensione al risultato. Nessuno può pensare d’ improvvisare, sopratutto quando in gioco c’è la vita delle persone, la vita di una persona e’ il bene supremo!!! Ciascuno di noi non dovrebbe mai perdere di vista quelle che sono le sue possibilità e osservarsi allo specchio con umiltà e consapevolezza proprio per non perdere il senso della misura e della realtà ! Invece di gioire perché e stata salvata la VITA di una persona ci preoccupiamo di dimostrare il falso, la realtà non si può nascondere, alla fine trionfa !!!
Sono un ragusano ed anch’io sono stato operato con successo dal Dr. Antonacci – e come me altri 1.500 circa pazienti iblei potrebbero sottoscrivere la mia stessa affermazione – il tutto nel giro di soli 3-4 anni di attività…
Permettetemi di fare un’affermazione, che non sarà subito chiara a tutti, ma lo debbo dire:
“La sua esistenza è il disonore di molti suoi colleghi…”
Ho avuto modo di conoscere il Dott. Vincenzo Antonacci a Roma, al Policlinico Gemelli, nel 2007. Sono stato operato per un adenocarcinoma al colon e, dopo un doppio intervento e una lunga degenza, sono tornato a vivere bene e, dopo sette anni, ringrazio ancora il carissimo Vincenzo.