Stop alle importazioni nella mozione di Dipasquale

pomodori3E’ stata approvata in commissione parlamentare  la mozione presentata dall’on. Nello Dipasquale con cui, alla luce dell’imperante crisi economica, è possibile far scattare le norme di salvaguardia contenute nell’articolo 7 dell’accordo stesso siglato nel febbraio 2012 tra l’Unione Europea e il Marocco. Lo scopo è quello di tutelare il settore agroalimentare siciliano dalla “invasione” delle produzioni marocchine di pomodoro, peperoni, zucchine, fragole, arance, ma anche uva da tavola, patate, meloni e angurie grazie all’accordo commerciale che prevede la reciproca liberalizzazione dei prodotti agricoli e ittici. Ad approvare la mozione sono stati, oltre lo stesso Dipasquale anche i parlamentari Matteo Graziano (Pd), Orazio Ragusa (Udc), Giovanni Cancellieri (5 stelle), Toti Lombardo (Mpa), Girolamo Turano (Udc), Pippo Gianni (Gruppo misto), Giorgio Assenza (Pdl), Matteo Mangiacavallo (5 stelle), Antony Barbagallo (Pd), Raffaele Nicotra (Udc), Giambattista Coltraro (Crocetta), Giuseppe Arancio (Pd). Il Governo regionale trova così l’appoggio della Commissione Agricoltura Ars nelle azioni risolutive che vanno attivate per bloccare i contenuti dell’accordo euromediterraneo con il Marocco.  L’accordo euromediterraneo con il Marocco, ha detto Dipasquale, apre nei fatti forti dubbi in materia di diritti degli agricoltori, lotta contro le frodi, protezione dell’ambiente e delle norme di sicurezza alimentare oltre ad esentare il 55% delle derrate esportate dal Marocco verso l’Europa. Per la Sicilia sarebbe un danno gravissimo anche alla luce dell’attuale difficilissima fase di mercato. Per tale ragione la mozione chiede di attivare e far scattare le misure di salvaguardia previste dall’art.7 dell’accordo e di monitorare gli sviluppi dell’intesa commerciale soprattutto per quel che riguarda eventuali frodi e violazioni”. La mozione tende inoltre alla rinegoziazione con la Comunità Europea di forme di indennizzo per i danni subiti dall’accordo euromediterraneo, aprendo nei fatti nuovi scenari per le quote latte, per la ristrutturazione dei debiti a breve, medio e lungo periodo da parte delle imprese zootecniche, per l’elevazione del limite del de-minimis da 7500 € per l’azienda primaria, e 200.000 € per le aziende che effettuano commercializzazione, a 50.000 € e 500.000 €.

di Redazione28 Feb 2013 19:02
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