Defibrillatori anche negli impianti sportivi di Ragusa
Partirà a breve il progetto che contempla l’utilizzo dei defibrillatori nei luoghi di aggregazione sportiva. Le prime strutture ad essere dotate della specifica attrezzatura saranno il PalaMinardi, la piscina comunale e lo stadio “Aldo Campo”, tutti siti nella zona di contrada Selvaggio. Sarà, però, fondamentale formare il personale perché possa intervenire in modo adeguato in caso di emergenza. E’ un ruolo di collante tra i vari aspetti quello che, in questo senso, eserciterà la Scuola regionale di sport della Sicilia con sede a Ragusa come spiegato dal presidente Sasà Cintolo nella conferenza stampa di questa mattina.
“Soprattutto per gli sportivi – ha detto Cintolo – sapere di potere contare su attrezzature sanitarie del genere e su personale che sa come muoversi quando accadono eventi drammatici sarà una grande conquista”. All’incontro con la stampa c’erano, oltre a Cintolo, il vicepresidente provinciale Coni, Adolfo Padua, il presidente della quinta commissione del Comune di Ragusa, Giovanni Di Mauro, il responsabile Medicina sportiva dell’Asp 7, Gaetano Iachelli, il medico del Pronto soccorso dell’ospedale Civile, Giovanni Noto, e Biagio Turtula con Salvatore Rinzivillo in rappresentanza di “American heart association” che si occuperà dell’espletamento della formazione. “La nostra presenza – ha chiarito Cintolo – s’impone per fare in modo che tutto il percorso, molto delicato, possa avvenire nella maniera più professionale possibile. Ringraziamo il presidente Di Mauro per l’impulso fornito a questa iniziativa”. Ed è stato proprio Di Mauro a chiarire che il Comune sta già facendo arrivare una quindicina di defibrillatori alcuni dei quali saranno collocati all’interno degli impianti sportivi cittadini. “La vera sfida, per noi – ha detto Di Mauro – inizia adesso perché avendo gli apparecchi dovremo fare in modo che gli stessi possano essere utilizzati nella maniera più corretta”. Iachelli, in proposito, nel sottolineare il ruolo di collante svolto dalla Scuola dello sport, ha messo in chiaro che “il problema non è solo avere a disposizione i defibrillatori ma anche e soprattutto creare dei modelli organizzativi legati alle emergenze nelle palestre o nei campi sportivi. Ed in questo caso, l’azione che sarà svolta dall’associazione di formazione diventa di primaria importanza”. Mentre Padua, che è medico, ha sostenuto che è “importante potere contare su supporti simili per tutti i colleghi che ogni domenica siedono in panchina”, Turtula e Rinzivillo hanno tenuto a mettere in chiaro che “questo è un ulteriore tassello che si aggiunge alla complessa macchina organizzativa riguardante le emergenze-urgenze sul nostro territorio. Spesso e volentieri la burocrazia elefantiaca e la mancanza di autorizzazioni, a livello regionale, non consente di potere arrivare in tempi brevi a risultati del genere. Ma per quanto ci riguarda, adesso, l’importante è avviare il prima possibile questo progetto speciale che potrà fare da apripista anche per altre realtà sempre a livello locale”.