Caso università: Rosso denuncia la Migliore.

Ec­co­ci a par­la­re an­co­ra dell’Università a Ra­gu­sa. Una no­bi­le de­ca­duta per la quale gli am­mi­nis­tra­to­ri del pas­sa­to si erano fatti in quat­tro, anzi in sette, quan­te sono state,ad un certo punto, le facoltà in pro­vin­cia, dando con­tri­bu­ti, af­fit­tan­do lo­ca­li e par­te­ci­pan­do alle ele­zio­ni del CdA e alle as­sun­zio­ni del con­sor­zio che le ges­ti­va. Una bella fetta di sot­to­go­ver­no po­te­va es­se­re dis­tri­bui­ta tra i mean­dri delle facoltà di lin­gue, agra­ria, giu­ris­pru­den­za, me­di­ci­na, scien­ze eco­no­mi­che, in­for­ma­ti­ca, in­fer­mie­ris­ti­ca, senza pre­oc­cupar­si della sostenibilità del sis­te­ma ne con­tan­do i mi­lio­ni di euro che si spen­de­va­no, ebbri della paroli­na ma­gi­ca tanto in voga al­lo­ra: quar­to polo uni­ver­si­ta­rio si­ci­lia­no. Non è an­da­ta così perchè i nos­tri po­li­ti­ci, al­me­no nella stra­gran­de mag­gio­ran­za, non hanno ca­pi­to che le cose sta­va­no cam­bian­do e che non era pos­si­bi­le con­ti­nua­re così. Ed ec­co­ci ai gior­ni nos­tri. Nes­su­no si è cu­ra­to del prob­le­ma du­ran­te la pas­sa­ta cam­pag­na elet­to­ra­le con­sci forse che la si­tua­zio­ne era ormai pre­ci­pi­ta­ta ma ora, con le co­mu­na­li in vista, se ne ri­tor­na a par­la­re. Il bu­sil­lis sta nella con­ve­n­zio­ne che Ca­ta­nia ri­tie­ne debba es­se­re fir­ma­ta dai ra­gu­s­a­ni e che pre­ve­de di spal­ma­re in 10 anni i de­bi­ti pre­gres­si ed i costi fu­tu­ri. Il tutto cal­co­la­to fino al 2015, quan­do tra l’ate­neo di Ca­ta­nia e la facoltà di lin­gue a Ra­gu­sa ci sarà un rap­por­to più mo­der­no, la co­sid­det­ta università in rete, per la quale pagherà lo stato e nulla sarà più do­vu­to da noi. Ma anche spal­ma­ti i de­bi­ti re­sta­no e alla pro­vin­cia, dove le casse sono com­ple­ta­men­te vuote, il Com­mis­sa­rio Scar­so ha già detto che per ver­sar­li a Ca­ta­nia, più di 150 mila euro, per quest’anno, non è pos­si­bi­le re­pe­r­ire. I de­pu­ta­ti re­gio­na­li, Digia­co­mo e Ra­gu­sa, ormai fa­cen­ti parte della ipo­te­ti­ca go­ver­nan­ce re­gio­na­le hanno al­za­to la voce nell’in­ten­to di cos­trin­ge­re Scar­so a pa­ga­re la sua quota e di fir­ma­re il com­prom­es­so man­te­nen­do in pra­ti­ca lo stato di fatto. Ma non è così fa­ci­le. In­fat­ti nella riu­nio­ne di venerdì scor­so la pro­vin­cia, anche a nome di uno dei suoi più quo­ta­ti di­ri­gen­ti, ha fatto ca­pi­re che non ci sono novità di ri­lie­vo e i fondi per l’università atti a co­pri­re i suoi de­bi­ti di circa 12 mi­lio­ni, non sa­ran­no a dis­po­si­zio­ne. A ques­to punto si è sca­te­na­ta la ba­gar­re che porterà ad­di­rit­tu­ra a par­lar­ne in tri­bu­na­le. In­fat­ti l’ex as­ses­so­re Miglio­re, in una sua nota, dopo il mee­ting di ve­ner­di, ribad­en­do l’as­so­lu­ta imprescindibilità dell’università a Ra­gu­sa, lan­cia pre­ci­se ac­cu­se: alla Pro­vin­cia ci sono di­ri­gen­ti ( leggi Nitto Rosso) che gio­ca­no con­tro, cer­can­do di di­mos­tra­re che non ci sono soldi, tanto che hanno pure vo­ta­to con­tro il ri­ti­ro del ri­cor­so av­ver­so l’ate­neo ca­ta­ne­se “ e poi ag­g­iun­ge “di­ri­gen­ti che ci gio­ca­no tal­men­te con­tro da fuor­via­re, pro­ba­bil­men­te , la volontà del Com­mis­sa­rio Scar­so.” La Miglio­re, oltre al pla­gio del Com­mis­sa­rio, ar­ri­va anche a sup­por­re che tale po­li­ti­ca di ris­par­mio sia fi­na­li­z­za­ta ad in­ter­es­si per­so­na­li dei su­d­det­ti fun­zio­na­ri che in ques­to modo ga­ran­ti­reb­be­ro i loro lauti sti­pen­di. Ma Rosso, che per la verità non era mai stato ci­ta­to con nome e co­gno­me, non ci sta e ad­di­rit­tu­ra ha in­via­to un es­posto alla ma­gis­tra­tu­ra. Re­a­zio­ne esage­ra­ta e scom­pos­ta, se­con­do noi, che porta sub­ito a pen­sa­re male. Nel pas­sa­to, in­fat­ti, ques­te dis­cus­sio­ni si fa­ce­va­no in pri­va­to, maga­ri nelle stan­ze di un par­ti­to con­si­de­ran­do che i due, la Miglio­re e Rosso, fanno parte della st­es­sa area po­li­ti­ca (anche se oggi è dif­fi­ci­le in­di­vi­dua­re co­lo­ri e ap­par­te­nen­ze). Ma a noi la lunga de­nun­cia di Rosso serve per ca­pi­re come stan­no le cose ve­ra­men­te e così ab­bia­mo de­ci­so di ri­por­tar­ne una parte . Dice Rosso: A se­gui­to dei nu­me­ro­si tagli ope­ra­ti dallo Stato, da ul­ti­mo con il de­cre­to n. 95 del 2012, che ha visto una mi­no­re con­tri­bu­zio­ne a fa­vo­re delle pro­vin­cie ita­lia­ne per 500 mi­lio­ni di euro, il bi­lan­cio dell’Ente Pro­vin­cia di Ra­gu­sa è stato im­pron­ta­to dap­pri­ma ad un ri­go­re as­so­lu­to che non con­sen­te nep­pu­re di pa­ga­re le spese or­di­na­rie ed ob­bli­ga­to­rie, come ad esem­pio le spese per ener­gia elet­tri­ca delle scuo­le, e suc­ces­si­va­men­te mo­di­fi­ca­to in una ver­sio­ne an­co­ra più ri­go­ro­sa. In tal senso la voce del bi­lan­cio di pre­vi­sio­ne 2012, cap. 1790, ap­pro­va­to nel lu­glio 2012, pre­vis­ta per il con­tri­bu­to per il fun­zio­na­men­to del Con­sor­zio uni­ver­si­ta­rio ri­sul­ta es­se­re di euro 150.000,00. Tale voce non può es­se­re im­pin­gua­ta a fine anno po­iché non vi sono avan­zi di am­mi­nis­tra­zio­ne, e non vi sono mag­gio­ri en­tra­te per tras­fe­rimen­ti. Delle cose che ven­go­no messe in bi­lan­cio i di­ri­gen­ti ne ris­pon­do­no, insie­me agli am­mi­nis­tra­to­ri che ap­pro­va­no l’atto, da­van­ti alla Corte dei Conti. Dun­que sulla ques­tio­ne in­vo­ca­ta dalla Sig­no­ra Miglio­re in or­di­ne al voto con­tra­rio in c.d.a del Con­sor­zio, ad opera del sot­tosc­rit­to ( Nitto) oc­cor­re fare chia­re­z­za per­ché nas­con­de il di­seg­no della vio­len­za pri­va­ta ov­ve­ro della cos­tri­zio­ne ad omo­lo­gar­mi ad una con­dot­ta che non è coe­ren­te con la buona pras­si ope­ra­ti­va che piut­tosto deve in­for­ma­re la con­dot­ta di un di­ri­gen­te pu­bbli­co. I fatti sono ques­ti. Dopo il fal­li­men­to dell’en­ne­si­ma tr­at­ta­ti­va per la no­va­zio­ne di un ac­cor­do transat­ti­vo con l’università di Ca­ta­nia, il Ret­to­re di Ca­ta­nia ha de­li­be­ra­to il­le­git­ti­ma­men­te di re­pri­me­re il primo anno della strut­tu­ra spe­cia­le – facoltà di Lin­gue con sede a Ra­gu­sa. Dopo un breve cenno di ris­con­tro il con­siglio di am­mi­nis­tra­zio­ne del Con­sor­zio, sup­por­ta­to dai soci, espres­sa­men­te con­vo­ca­ti ha de­li­be­ra­to di eser­ci­ta­re azio­ne giu­di­zia­ria pro­po­nen­do ri­cor­so al Tar, e con­tes­tan­do il po­te­re del Ret­to­re di re­pri­me­re l’anno dell’of­fer­ta for­ma­ti­va per il 2012- 2013. I rap­pre­sen­tan­ti dei soci in CDA, pre­sen­ti alla se­duta , (e non io solo, dice Nitto Rosso, come vor­reb­be far cre­de­re la Miglio­re) ab­bia­mo ov­via­men­te vo­ta­to ne­ga­ti­va­men­te, anche per­ché il nos­tro ope­ra­to non può che non es­se­re coe­ren­te agli atti posti in es­se­re, per­ché ne ris­pon­dia­mo di­ret­ta­men­te alla Corte dei Conti. Anche ques­to fatto viene ri­let­to dalla Miglio­re in una ma­nie­ra tutta sua per­so­na­le che però viene am­pli­fi­ca­ta per dare dis­cre­di­to all’ope­ra­to di un Di­ri­gen­te che si è li­mi­ta­to a fare il suo do­ve­re, mil­lan­tan­do la bontà di una scel­ta che è con­tra­ria alla legge. A ques­to punto entra in ballo il Con­sor­zio che sem­bra es­se­re il vero prob­le­ma. Se­con­do al­cu­ni non ha più mo­ti­vo di esis­te­re pro­prio per­ché non ci sono più le sette facoltà di una volta. Il con­sor­zio uni­ver­si­ta­rio, dice Nitto Rosso nella sua de­nun­cia ha 36 di­pen­den­ti che ha as­sun­to da pri­va­to da­to­re di la­vo­ro con con­tr­at­to di di­rit­to pri­va­to. Il costo dei 36 di­pen­den­ti am­mon­ta a 1.100.000,00. Il con­sor­zio è retto da un con­siglio di am­mi­nis­tra­zio­ne com­posto da 8 unità, col­la­bo­ra­to da un col­le­gio dei re­vi­so­ri dei conti com­posto da 5 unità. IL costo com­ples­si­vo dell’or­ga­no così com­posto am­mon­ta ad euro 180.000,00 annue. Il fun­zio­na­men­to del con­sor­zio uni­ver­si­ta­rio in­ci­de il bi­lan­cio pu­bbli­co circa 1.500.000,00.- Se­con­do ap­pun­to molte parti po­liti­che, ques­te spese, senza en­tra­re nel me­ri­to della congruità, sem­bra­no as­so­lu­ta­men­te in­uti­li do­ven­do ge­s­ti­re una sola facoltà e per giun­ta che andrà in rete nei pros­si­mi anni. La di­fe­sa ad ol­tran­za è gius­ta ma senza tra­va­li­ca­re e senza col­pi­re chi ha il do­ve­re di fare chia­re­z­za. Con­ti­nua Rosso: Sot­toscri­ve­re la trans­azio­ne con Ca­ta­nia è un atto do­vu­to per­ché vi è un de­bi­to fuori bi­lan­cio che deve es­se­re as­se­ve­ra­to. Man­te­ne­re in vita tutto il resto in­ve­ce è con­tro la legge e pur­trop­po non pos­sia­mo farci com­pli­ci di gravi illegittimità. Ma posso con­fer­ma­re dice Rosso, che ab­bia­mo co­mun­que allo stu­dio e sti­a­mo ve­ri­fi­can­do delle ipo­te­si che pos­so­no seg­na­ta­men­te li­mi­ta­re il danno: la nos­tra esi­gen­za è quel­la di ri­dur­re costi che non pos­so­no es­se­re più man­te­nu­ti. Per­so­nal­men­te spero di poter at­tua­re con­tr­at­ti di solidarietà, per ri­dur­re i costi senza toc­ca­re i li­vel­li oc­cu­pa­zio­na­li, ma non ho ri­ce­vu­to an­co­ra atto di in­di­ri­z­zo, per­ché prima di pren­de­re im­pe­g­ni oc­cor­re ve­ri­fi­ca­re la te­nu­ta del patto di stabilità e la possibilità di man­te­ne­re inal­te­ra­ti i li­vel­li di tras­fe­rimen­to ot­te­nu­ti nell’anno cor­ren­te. E con­clu­dia­mo! Le loro ques­tio­ni do­vreb­be­ro fi­ni­re in tri­bu­na­le ma come avre­te ca­pi­to si sta gio­can­do una par­ti­ta che finirà alle pros­si­me ele­zio­ni co­mu­na­li. La di­fe­sa dei di­pen­den­ti del Con­sor­zio è cosa buona e gius­ta ma non può es­se­re mo­ti­va­zio­ne per spen­de­re in­util­men­te fondi e ri­sor­se in­gen­ti quan­do, al co­mu­ne o alla pro­vin­cia, si tag­lia­no anche le spese più sem­pli­ci. Ora ve­dia­mo come va a fi­ni­re. Se­con­do noi po­treb­be anche es­se­re ar­ri­va­to il mo­men­to di ri­ve­de­re tante cose tra cui anche gli ac­cor­di con l’università di Ca­ta­nia. Chi l’ha detto che la di­dat­ti­ca possa es­se­re af­fi­da­ta solo a loro? Po­trem­mo chie­de­re ad altre università? E poi il Con­sor­zio? Serve da­v­ve­ro? Ed in­fi­ne, come dice Rosso nell’es­posto : Ti­ra­re in ballo il ruolo del di­ri­gen­te a con­tr­at­to e lo sti­pen­dio da dime­z­za­re, ri­sul­ta es­se­re una più che ve­la­ta mi­nac­cia per cos­trin­ge­re ad ope­ra­re in modo con­for­me alle ri­chies­te. Ma un bel gesto, e ques­to lo di­cia­mo noi, nel quale si legge una qual­che au­to­ri­du­zio­ne dello sti­pen­dio aiu­te­reb­be a pen­sa­re bene li­mi­tan­do gli at­tac­chi gra­tui­ti nei con­fron­ti di una clas­se di di­ri­gen­ti che di fatto svol­ge solo il pro­prio la­vo­ro ma ben pa­ga­to. Ec­co­me!

di Redazione11 Nov 2012 14:11
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