La ricetta Cisl per la Sicilia


È per questo che la Cisl, all’unisono con la Conferenza episcopale siciliana e con il fronte largo delle associazioni economiche e sociali della ‘Marcia per il lavoro produttivo’ dell’1 marzo a Palermo, ha chiesto e chiede una svolta ai candidati a uno scranno all’Ars e alla poltrona più alta di Palazzo d’Orleans. A tutti ha chiesto e chiede di mettere al centro del dibattito e dell’azione politica la crisi economica e finanziaria che stringe la Sicilia in una morsa, che è causa del default della Regione e che, specialmente in questa fase dell’economia, è l’unità di misura vera su cui tarare la lungimiranza strategica e politica di chi punta a un ruolo di governo. Non è un caso che Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, se da un lato non perde occasione per puntare il dito contro il “cancro clientelare che affligge la Regione”, contro “la cultura dello spreco che fa il paio con la malapolitica e il malgoverno”, contro “lo stallo nella spesa dei fondi Ue che è bestemmia in tempi di crisi” quali quelli che viviamo, dall’altro propone un “patto di emergenza per il bene comune imperniato su quattro-cinque azioni strategiche e che veda assieme, attorno a un tavolo, governo, opposizione, sindaci e mondo del lavoro e delle imprese”.
Un tale patto, è convinzione della Cisl, è la strada che dovrà essere imboccata da chiunque vincerà alle elezioni. Ed è l’unica strada che possa davvero consentire di far fronte ai drammi della crisi conducendo la Sicilia, finalmente, sul terreno degli investimenti, dello sviluppo produttivo, della creazione di lavoro vero e duraturo.
Umberto Ginestra
di Redazione22 Ott 2012 18:10
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