Cancellate 36 province. In Sicilia tocca ora ai nuovi deputati.

Il governo nazionale cerca di risparmiare e lo fa in modo sbagliato come è accaduto per esempio nel caso degli esodati. Come in quel caso il rimedio è molto peggio della malattia e nel tentativo di ridurre le spese se ne dovranno affrontare di maggiori per sistemare una mappa delle province in Italia che, bene o male, reggeva da un’ottantina di anni. Sarebbe bastato razionalizzare il lato politico ed ammnistrativo dell’ente provincia e lasciare l’organizzazione che è ormai entrata nelle abitudini degli italiani.
Ora la nuova mappa delle Province italiane ridisegnata dal decreto del governo cancella oltre trenta amministrazioni e accorpa realta’ territoriali che dovranno mettersi insieme a partire dall’anno prossimo.La Regione che perde piu’ Province e’ la Toscana che ne perde sei, mentre Basilicata, Molise e Umbria resteranno Regioni ‘monoprovincia’. Perugia e Terni in Umbria, così come Modena e Reggio in Emilia Romagna o Pisa e Livorno in Toscana saranno un’unica provincia a partire dal 2014. E cosi’ Latina e Frosinone nel Lazio, Asti e Alessandria in Piemonte o Benevento e Avellino in Campania.
La Lombardia passa da 12 a 7, la Calabria torna a 3, l’Emilia perde 4 province, il Piemonte 3. Resteranno 3 province nel Lazio, due in Abruzzo.
Pensate ora cosa accadrà e cosa bisognerà fare per mettere d’accordo Pisa e Livorno o Benevento e Avellino. Non è solo una questione di campanilismi che esistono da tempo ed alimentano anche tutta una serie di proverbi ironici e battute sagaci. E’ meglio qualunque cosa che avere un pisano all’uscio si dice in Toscana e qualcosa di simile viene raccontato in ogni altra regione. E poi lo abbiamo detto dove andranno gli uffici territoriali? Ad esempio la prefettura sta ad Asti o ad Alessandria. Restano tutte e due dirà subito il ministro e allora? Ogni ufficio resterà in doppia copia in ognuna delle province accorpate. Una vera follia! Bisogna anche dire che giustamente le Regioni a statuto speciale non sono al momento state toccate dalla riforma, visto che ci sono sei mesi di tempo per intervenire. Il nuovo governo dovrà affrontare questo problema e dovrà farlo subito. Siamo certi che a parte qualche sparata elettoralistica anti tutto come tipo partito del Vaffa… i deputati siciliani vorranno mantyenere questa importante parte dell’identità siciliana e non è retorica.