La Sicilia incostituzionale
La Sicilia è ormai in ginocchio. La colpa è della politica che come a Roma, qualche mese fa, così a Palermo oggi, non riesce a trovare una scappatoia che possa salvare la faccia a chi ha avuto tante responsabilità. E allora potrebbe essere meglio rimandare e prendere tempo. Ecco perchè da più parrti si vorrebbe l’intervento di un commissario per questa povera isola. A parte il fatto che proprio il commissariamento non è neanche lontanamente contemplato nell’ordinamento regionale, abbiamo l’impressione che l’idea di fare intervenire un commissario alla guida della Regione Sicilia, sia in realtà un povero trucco inventato appositamente solo per impedire che si svolgano le elezioni in Sicilia. Il rischio default di cui tutti parlano è un argomento costante degli ultimi due o tre anni e non sono stati certamente i fondi europei “bloccati” ad acuire tale condizione. Le somme comunitarie non venivano spese prima, quando c’erano, e non verrano spese adesso, in questi pochi mesi dopo che, a buon ragione, sono state quasi sottratte.
C’è da chiedersi chi sarà, allora, a trarre vantaggio dalla proposta assurda e in evdente dubbio di incostituzionalità.
Secondo noi quei partiti che, ottenendo la nomina di un commissario lontano dalla politica, avranno modo e tempo per riorganizzarsi. Conviene a: Udc, Pdl e Pd.
Il primo vorrebbe proseguire nell’alleanza con il Partito Democratico perché il ritorno di Berlusconi nel Popolo della Libertà rappresenta la stessa causa iniziale che ha portato all’interruzione del “rapporto” precedente ed allo stesso tempo deve rifiutare l’alleanza con il Movimento per l’Autonomia perché (nonostante siano stati insieme nel Nuovo Polo), Lombardo è il nemico da sconfiggere, per principio.
Al Popolo della Libertà (o qualunque sarà il suo nuovo nome) servirebbe rimandare le elezioni al 2013 per chiarire, una volte per tutte, il più grande dubbio che il partito abbia mai avuto sin dalla sua nascita: chi comanda nel Pdl sull’Isola? I coordinatori, diventati ormai tre, non riescono a far quadrare i conti. Fa intanto da battitore libero il capogruppo all’Ars che dice di avere le idee chiare sul da farsi facendo da interlocutore quasi esclusivo sia con il Pid di Saverio Romano – proprio oggi giudicato innocente nel corso del processo che lo vedeva coinvolto in affari di mafia – sia con Grande Sud di Gianfranco Miccichè. Su questa ingarbugliata situazione sarebbe sufficiente un intervento (autorevole ed autoritario) da Roma per dirimere definitivamente ogni questione. Campa cavallo!
Chi sembra essere messo peggio è forse il Partito Democratico: l’ex sindaco di Gela Rosario Crocetta ha già avviato la sua campagna elettorale, in barba al segretario regionale Lupo, alle primarie di partito ed a tutto quello che professano di solito quelli del Pd. I democratici, in questo modo, risulterebbero divisi alle elezioni ed i voti dirottati da Crocetta farebbero del partito di Bersani un contenitore mezzo vuoto. E nessun ottimista mai sarebbe in grado di considerarlo mezzo pieno!
A questo punto, converrebbe all’Udc allearsi con il Pd? La dote sarebbe da dividersi tra il candidato naturale del centrosinistra ed un “aspirante” candidato presidente come il sen. D’Alia.