Divieto di volo per le compagnie siciliane? C’è un sogno nel cassetto!

L’amico Toti Pis­co­po edi­to­re del gior­na­le on line Tra­vel No Stop ha trac­cia­to in due pun­ta­te, quin­di per sommi capi, la sto­ria del tras­por­to aereo in Si­ci­lia. E’ un qua­dro ab­bas­tan­za tris­te che fa ca­pi­re che la nos­tra Isola è de­sti­na­ta a ri­ma­ne­re “isola” fino a quan­do non si deciderà di scen­der in campo tutti, Re­gio­ne, Autorità, Cit­ta­di­ni con un solo fine: su­pe­ra­re tutte le bar­rie­re che ven­go­no ar­ta­ta­men­te poste per ral­len­ta­re uno svi­lup­po che pren­de il via pro­prio dal tras­por­to aereo.

In­fat­ti quel­la del tras­por­to aereo si può con­fi­gu­ra­re, al pari di tante altre si­ci­lia­ne, come una vi­cen­da pi­ran­del­lia­na dove insularità e po­si­zio­ne stra­te­gi­ca po­te­va­no costi­tui­re delle opportunità di mer­ca­to che in­ve­ce sono ri­mas­te delle criticità. Il sogno di vo­la­re con una li­vrea made in Si­ci­ly è stato re­cen­te­men­te ma­ni­fes­ta­to dal Pre­si­den­te Nello Mu­su­me­ci che sem­bra aver pre­dis­posto già un dos­sier che ha riac­ce­so le spe­ran­ze, l’en­tu­s­ias­mo di tanti, e qual­che be­ne­vo­la di­chia­ra­zio­ne d’in­ten­to, ma che fa già dis­cu­te­re per­ché a far tras­for­ma­re il sogno in realtà, do­vreb­be es­se­re l’Azien­da Si­ci­lia­na Tras­por­ti, ti­to­la­re dei col­le­ga­men­ti ex­traur­ba­ni su bus e che sem­bra non go­de­re di credibilità ed affidabilità per i ser­vi­zi si­no­ra resi a terra e nes­su­no è dis­posto a scom­met­te­re su quel­li che po­treb­be for­ni­re in aria.

Ma in Si­ci­lia, le vie del Sig­no­re, al pari di quel­le del cielo, sono in­fi­ni­te ed in quest’ul­ti­mo ven­ten­nio sono state bat­tu­te da veri ca­pi­ta­ni co­r­ag­gio­si, ric­chi di pas­sio­ne ma con in­suf­fi­cien­ti, se non nes­su­na, ri­sor­se eco­no­mi­che e forse espe­rien­za. Tan­tis­si­mi i sogni per crea­re una com­pag­nia aerea si­ci­lia­na, ben sette dei quali si sono ma­te­ria­li­z­za­ti a cura di pio­nie­ri so­gna­to­ri o ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci, come l’im­pren­di­to­re del tonno Cas­tiglio­ne che, nemo pro­fe­ta in pa­tria, pro­prio su Tra­pa­ni e sull’ae­ro­por­to di Birgi, aveva scomm­es­so già un ven­ten­nio fa, in­au­gu­ran­do nel 1998 la com­pag­nia aerea Med Air­li­nes che col­le­ga­va l’ae­ro­por­to di Tra­pa­ni Birgi con Roma, Parma e le isole mi­no­ri e altre località del paese. Una espe­rien­za che non fu mai in­co­r­ag­gia­ta se ad­di­rit­tu­ra non bo­i­cot­ta­ta e che chiuse nel 2001 con il fermo coa­t­to dei due Saab 2000 im­pie­ga­ti nei col­le­ga­men­ti e la cassa in­te­gra­zio­ne per gli 80 di­pen­den­ti della com­pag­nia.

Il 1998 è anche l’anno in cui si re­gis­tra la nas­ci­ta della Sifly a cura di tre ma­na­ger: una com­pag­nia low cost che punta a col­le­ga­re ae­ro­por­ti mi­no­ri come quel­lo di An­co­na e delle isole mi­no­ri. Ebbe breve vita e cominciò a mo­ri­re il 12 no­vem­bre del 1999 quan­do un suo Atr-42, in ser­vi­zio per conto del Pam (il pro­gram­ma ali­men­ta­re dell’Onu) e in viag­gio verso il Kosovo, si andò a schian­ta­re nei din­tor­ni del vil­la­g­gio di Ba­j­go­ra, a circa 12 chi­lo­me­tri a nord est di Mi­tro­vi­ca cau­san­do la morte di 24 per­so­ne. Chiuse per fal­li­men­to nel 2001.

Nel 1999 è la volta di Ali­sea Air­li­nes, com­pag­nia char­ter fon­da­ta nel 1999 con in­izio ope­ra­ti­vo nel 2002 da Mi­la­no a Cag­lia­ri uti­li­z­zan­do un Boeing 737-300 af­fit­ta­to dalla com­pag­nia Is­land­sflug. Nel di­cem­bre 2003 venne im­pie­ga­to anche un  ATR 72 sulle rotte da Lam­pe­du­sa a Pa­ler­mo ma nello st­es­so mese, causa il man­ca­to con­so­li­d­amen­to nel tes­su­to eco­no­mi­co del ter­ri­to­rio, Ali­sea Air­li­nes re­sti­tuis­ce il Boeing 737-300 alla Is­land­sflug e sos­pen­de i voli, li­mi­tan­do così il danno eco­no­mi­co.

E come non ri­cor­da­re l’espe­rien­za, sep­pur bre­vis­si­ma, delle Las, le Linee aeree si­ci­lia­ne: ri­s­a­le al 20 ap­ri­le 1989 il volo in­au­gu­ra­le sulla tr­at­ta Palermo-​Milano della com­pag­nia che pro­met­te nuovi col­le­ga­men­ti in aper­ta con­cor­ren­za con Ali­ta­lia dalla Si­ci­lia verso Mi­la­no, Roma e Bo­lo­gna a pre­z­zi strac­cia­ti, ser­vi­ti di pran­zo o cena, whisky, gior­na­li. La società, fon­da­ta nel 1987, con 5 mi­liar­di di ca­pi­ta­le so­cia­le, è di una fi­nan­zia­ria ro­ma­na, la Sema Eu­ro­fi­n­an­ce, di proprietà di Aure­lio Pao­li­nel­li, un uomo d’af­fa­ri che si oc­cu­pa di una pic­co­la ca­te­na di te­le­vi­sio­ni pri­va­te e che da poco si è tuf­fa­to anche nel bu­si­ness dei voli char­ter: ha ri­le­va­to una vec­chia società, la Uni­fly, ri­bat­te­z­zan­do­la Uni­fly Ex­press, ha com­pra­to quat­tro Md 82 e 83 da 160 posti (aerei da 70 mi­liar­di) e ha in­izia­tio ad or­ga­ni­z­za­re char­ter. In at­te­sa che le Las ab­bia­no tutte le au­to­ri­z­za­zio­ni ne­ces­sa­rie dal mi­nis­te­ro dei Tras­por­ti e da Ci­vi­la­via, il ser­vi­zio viene ges­ti­to da Uni­fly. Che però non può fare voli di linea (per cui non ha al­cu­na au­to­ri­z­za­zio­ne) ma solo char­ter. Ed ecco per­ché già il 25 ap­ri­le dello st­es­so anno Ci­vi­la­via sos­pen­de il vet­to­re: “la com­pag­nia Linee aeree si­ci­lia­ne (Las) non è ti­to­la­re di li­cen­za per l’eser­ci­zio di ser­vi­zi di linea, né per tras­por­ti non di linea e non ha fi­no­ra pre­sen­ta­to a Ci­vi­la­via al­cu­na ri­chies­ta in tal senso; la com­pag­nia Uni­fly ex­press che ha for­ni­to alle Linee aree si­ci­lia­ne un Md 83 per col­le­ga­re Pa­ler­mo con al­cu­ni ca­pol­uo­ghi ita­lia­ni (Mi­la­no, Roma e Bo­lo­gna) è stata dif­fi­da­ta dal pro­se­gui­re a svol­ge­re attività di volo perchè in con­tras­to con le norme vi­gen­ti”, si legge nel telex in­via­to da Ci­vi­la­via a Uni­fly in se­gui­to al volo in­au­gu­ra­le delle Las.

E an­co­ra la pic­co­la ma ef­fi­cien­te Pa­nair, con sede a Pa­ler­mo, ope­ra­ti­va dal 2001 al 2003 e spe­cia­li­z­za­ta in voli exe­cu­ti­ve in cui ven­go­no im­pie­ga­ti due Cessna Ci­ta­tion. La com­pag­nia ef­fet­tua anche voli in wet lea­sing per Me­ri­dia­na. L’am­plia­men­to av­vie­ne con l’im­mis­sio­ne in flo­t­ta di un Boeing 737-300 e di un Boeing 737-400. Fu pro­ta­go­nis­ta di una breve stagio­ne di glo­ria, po­iché ga­ran­ti­va i col­le­ga­men­ti con le isole di Lam­pe­du­sa e Pan­tel­le­ria e – nei pe­rio­di es­ti­vi – rius­ci­va a ca­na­li­z­za­re bene i flus­si tu­ris­ti­ci ef­fet­tuan­do voli char­ter. Ma nel corso degli anni i dis­ser­vi­zi sono man mano au­men­ta­ti fino al 27 set­tem­bre 2006 quan­do per due gior­ni Pa­nair cos­trin­se cen­ti­naia di pas­seg­ge­ri a re­sta­re bloc­ca­ti a Pan­tel­le­ria e Lam­pe­du­sa per­ché non aveva a dis­po­si­zio­ne gli ae­rom­o­bi­li per ri­por­tar­li sulla ter­ra­fer­ma. “Una de­ci­sio­ne dram­ma­ti­ca – informò con un co­mu­ni­ca­to la com­pag­nia – presa dopo l’in­ter­ven­to dell’Enac che da mercoledì 30 ap­ri­le non autorizzò il pro­sie­guo dell’ac­cor­do tra Pa­nair e Sky Air­li­nes”, il vet­to­re turco con cui la com­pag­nia di Toti Tra­va­g­lian­te aveva stret­to un rap­por­to di col­la­bo­ra­zio­ne.

Si con­clu­de così un altro sogno che in Si­ci­lia aveva ali­men­ta­to, primo fra tutti, Luigi Cris­pi­no, gio­va­ne im­pren­di­to­re di Caltagi­ro­ne, por­ta­to­re sano di lu­ci­da fol­lia, te­na­ce ed ap­pas­sio­na­to vi­sio­na­rio di una Si­ci­lia re­al­men­te au­to­no­mis­ta e non as­ca­ra. Per­so­nag­gio de­ter­mi­na­to, fu pio­nie­re di un mo­del­lo ri­vo­lu­zio­na­rio per il 1994, anno in cui si par­la­va poco di low cost. Air Si­ci­lia  fu il nome che diede al suo sogno in cui cam­peg­gia­va la Tri­nacria e i cui bi­gliet­ti per i voli, con par­ten­za da Ca­ta­nia e suc­ces­si­va­men­te anche da Pa­ler­mo, erano di­ret­ti a Roma Ciam­pi­no per pro­se­gui­re in bus per Roma Ter­mi­ni.
Ri­vo­lu­zio­na­rio era, per quel tempo,  anche il sis­te­ma di pre­no­ta­zio­ne che av­ve­ni­va via in­ter­net: i ticket si pa­ga­va­no an­ti­ci­pa­ta­men­te con carta di cre­di­to e il fa­mo­so ‘99.000 mila lire’ pre­ve­de­va anche il cor­net­to caldo e il trans­fer dalle città sino agli ae­ro­por­ti di par­ten­za. Ques­ta la cor­ni­ce che an­da­va riem­pi­ta quo­ti­dia­na­men­te: in at­te­sa che ar­ri­vas­se­ro i primi Atr, gli aerei veniva­no no­leg­gia­ti a breve sca­den­za ed il per­so­na­le di terra veniva for­ma­to sul campo. Per tutti Cris­pi­no aveva una so­lu­zio­ne, ed è certo che a quel­la scuo­la si for­ma­ro­no fi­gu­re pro­fes­sio­na­li par­ti­co­lar­men­te qua­li­fi­ca­te. Di si­cu­ro Air Si­ci­lia fece scuo­la, rom­pen­do il mo­no­po­lio di Ali­ta­lia ed at­ti­ran­do­si nel campo ae­ro­nau­ti­co più ne­mi­ci che amici no­no­stan­te aves­se for­ni­to ad altre com­pag­nie più do­ta­te e più for­ma­te nuove norme com­por­ta­men­ta­li. Air Si­ci­lia cessò i voli il 22 febbraio 2002 e fu di­chia­ra­to il fal­li­men­to nel gen­naio 2003.

Pro­prio in queg­li anni nasce Wind Jet che, nel suo pe­rio­do d’oro di­ven­ta anche la prima com­pag­nia low cost ita­lia­na, con oltre 2.900.000 pas­seg­ge­ri tras­por­ta­ti nel 2008. De­but­ta nei cieli nel 2003 per volontà di An­to­ni­no Pul­vi­ren­ti, im­pren­di­to­re di Bel­pas­so, della gran­de dis­tri­bu­zio­ne ali­men­ta­re Fortè e per al­cu­ni anni pre­si­den­te del Ca­ta­nia Cal­cio. All’in­izio al suo fi­an­co pure Luigi Cris­pi­no, anche se il so­da­li­zio dura molto poco se non il tempo ne­ces­sa­rio di av­via­re la com­pag­nia che poco alla volta si forma un pro­prio ma­na­ge­ment che con­tri­b­uis­ce a far consegui­re, al­me­no sul piano di ges­tio­ne del traf­fi­co, ob­iet­ti­vi im­por­tan­ti. Tanto con­sis­ten­ti da des­ta­re pre­oc­cu­pa­zio­ne ed in­ter­es­se da parte di altri vet­to­ri più ra­di­ca­ti sul ter­ri­to­rio na­zio­na­le il cui traf­fi­co da e per la Si­ci­lia ge­ne­ra­va una fetta con­sis­ten­te e certa del pro­prio fat­tu­ra­to.
Una cres­ci­ta con­ti­nua e cos­tan­te per Wind Jet che si svi­lup­pa in quasi un dec­en­nio: ges­tis­ce una flo­t­ta di 13 Air­bus su rotte na­zio­na­li e in­ter­na­zio­na­li di­ret­te so­pr­at­tut­to verso il Nord e l’Est Eu­ro­pa. La sede le­ga­le è a Ca­ta­nia men­tre le basi ope­ra­ti­ve negli ae­ro­por­ti di Ca­ta­nia, Pa­ler­mo e dal 2011 di Rimini-​Miramare. L’11 agosto 2012 la com­pag­nia cessa le pro­prie ope­ra­zio­ni. Il gior­no prima era fal­li­ta la tr­at­ta­ti­va che pre­ve­de­va l’ac­quisi­zio­ne della com­pag­nia da parte di Ali­ta­lia per man­ca­ta pre­sen­ta­zio­ne dei do­cu­men­ti alla st­es­sa Ali­ta­lia. Una vi­cen­da an­co­ra da com­pren­de­re, la cui pa­gi­na con­clu­si­va sta pro­van­do a scri­ver­la tutt’oggi il tri­bu­na­le fal­li­men­ta­re di Ca­ta­nia.

Un libro che po­treb­be es­se­re sc­rit­to a più mani per cer­ca­re di com­pren­de­re anche il ruolo dell’Enac, piut­tosto avara a con­ce­de­re negli anni slot da Mi­la­no e Roma per Pa­ler­mo e Ca­ta­nia, tu­te­lan­do di fatto po­si­zio­ni mo­no­po­listi­che e do­mi­nan­ti ed im­pe­den­do lo svi­lup­po di una con­cor­ren­za che avreb­be fa­vo­ri­to il mer­ca­to. Do­man­da da porre anche ai Go­ver­ni della Re­gio­ne che in ques­ti anni si sono suc­ceduti e che non sono, o forse non hanno nean­che ten­ta­to, di in­ci­de­re su tali com­por­ta­men­ti, no­no­stan­te i po­te­ri spe­cia­li de­ri­van­ti dallo Sta­tu­to au­to­no­mis­ti­co.

Certo quel­lo del bu­si­ness aereo è il più dif­fi­ci­le e quel­lo che pre­sen­ta il mag­gior ris­chio im­pren­di­to­ria­le e non si pos­so­no certo im­pu­ta­re a incapacità della clas­se im­pren­di­to­ria­le si­ci­lia­na gli in­suc­ces­si si­no­ra ci­ta­ti, es­sen­do tali in­suc­ces­si con­di­vi­si da ana­lo­ghi ten­ta­ti­vi fatti in tutta Ita­lia, molti dei quali hanno pun­ta­to anche sulla Si­ci­lia.

Basti ri­cor­da­re l’espe­rien­za di MyAir, la com­pag­nia aerea low cost nata a Vi­cen­za nel di­cem­bre 2004 e fal­li­ta cin­que anni più tardi. Nata per volontà di al­cu­ni di­ri­gen­ti pro­ve­nien­ti dal grup­po Vo­la­re, che all’epoca era in via di fal­li­men­to, nel 2006 MyAir aveva più di 30 de­sti­na­zio­ni na­zio­na­li e in­ter­na­zio­na­li, 250 di­pen­den­ti e un fat­tu­ra­to di 99 mi­lio­ni di euro. Ma in tre anni la società bruciò l’in­te­ro pa­tri­mo­nio fi­nan­zia­rio. Il 22 lu­glio 2009, l’Enac sos­pe­se la li­cen­za per i voli di MyAir per man­ca­to pa­ga­men­to di tasse e ta­rif­fe ae­ro­por­tua­li: 100 mila pas­seg­ge­ri ven­ne­ro la­s­cia­ti a terra in molti ae­ro­por­ti ita­lia­ni. Per la società scattò il com­mis­sa­ria­men­to e, dagli esami dei bi­lan­ci, spuntò un di­sa­van­zo da 96 mi­lio­ni di euro.

Nella st­es­sa area a Thie­ne nasce nel 1996 Alpi Ea­gles, con base all’ae­ro­por­to Marco Polo di Ve­ne­zia e con l’am­bi­zio­so ob­iet­ti­vo di po­ten­zia­re i col­le­ga­men­ti aerei tra il Nord Est e il resto dell’Ita­lia. Un’espe­rien­za du­ra­ta cin­que anni fino alla di­chia­ra­zio­ne d’in­sol­ve­n­za, am­mi­nis­tra­zio­ne giu­di­zia­ria sub­ito dopo ed in­fi­ne di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to. Non è an­da­ta meg­lio ad Az­zur­ra Air, la com­pag­nia fon­da­ta nel 1996 da Air Malta, con sede ad Orio al Serio e poi ce­duta al fondo di in­ves­ti­men­to Seven Group. Nè alla Gan­dalf Gan­dalf Air­li­nes, crea­ta nel 1999 a Parma da quat­tro gio­v­a­ni im­pren­di­to­ri di ori­gi­ni ca­la­bre­si e fal­li­ta nel 2004.

Solo per onor di cro­na­ca ag­g­iun­gi­a­mo un pic­co­lis­si­mo ca­pi­to­lo a ques­ta sto­ria rac­con­ta­ta dall’amico Toti Pis­co­po. E’ quel­lo che fa ri­fe­rimen­to all’Ae­ro­su­d­fly la com­pag­nia ita­lo­mal­te­se fon­da­ta da chi vi scri­ve pro­prio per fare i voli sul nuovo ae­ro­por­to di Co­mi­so  a par­ti­re dal 21 giug­no 2013 . Di­ce­v­a­mo una sto­ria bre­vis­si­ma, ap­pe­na qual­che mese, ap­pe­na il tempo di ac­cor­ger­si che Co­mi­so an­co­ra non era in grado di “ge­ne­ra­re” traf­fi­co visto che, tra l’altro, an­co­ra non era aper­to del tutto. La Ae­ro­su­d­fly provò a sos­te­ne­re la tr­at­ta Malta Co­mi­so Malta con un Dash 8 della Me­da­via da 51 pas­seg­ge­ri ma fu un sogno ef­fi­me­ro.

E’ ques­to uno spac­ca­to del tras­por­to aereo in Ita­lia dal quale si pos­so­no ri­cav­a­re le tante criticità di un sis­te­ma pro­fon­d­amen­te de­bole e sul quale non si è svi­lup­pa­ta una po­li­ti­ca dei tras­por­ti at­ten­ta, basti pen­sa­re al nu­me­ro ec­ces­si­vo di ae­ro­por­ti che ci sono in Ita­lia e spes­so privi di quel­la intermodalità ne­ces­sa­ria a svi­lup­pa­re col­le­ga­men­ti più ve­lo­ci e più com­pe­ti­ti­vi. Uno spac­ca­to che vuol costi­tui­re una base di ri­fles­sio­ne per af­fron­ta­re il prob­le­ma della mobilità ester­na ed in­ter­na della Si­ci­lia che va svi­lup­pa­to nel con­te­s­to di una vi­sio­ne stra­te­gi­ca ed in una lo­gi­ca di mer­ca­to e di al­lean­ze in­ter­na­zio­na­li e non di ri­ven­di­ca­zio­ni so­cia­li che toc­ca­no il cuore ma non la testa.

di Direttore19 Gen 2019 11:01
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