Al teatro Donnafugata “I baci sono definitivi” di Pietrangelo Buttafuoco

Ammettiamolo, in fondo c’era da aspettarselo:  viste le “responsabili” (Vicky e Costanza Di Quattro più Clorinda Arezzo),  le probabilità che la presentazione di “I baci sono definitivi”, l’ultimo libro di Pietrangelo Buttafuoco, potesse utilizzare i soliti, “normali” binari per accogliere un’occasione del genere, erano molto ridotte già in partenza. Ma una volta scoperto che sarebbero stati “della partita” anche Mario Incudine e Antonio Vasta, pur mancando di notizie precise riguardo alle percentuali di “coinvolgimento” dei tre signori in questione, le probabilità di una serata “standard” calavano inevitabilmente al livello di un sei al SuperEnalotto. Difatti, e mai previsione si è rivelata più facile, dal connubio tra un autore in “zona podio” tra i grandi, oggetto di appassionato (e ricambiato) amore da parte del bello scrivere e raffinato cultore dell’ormai (ahimè) dimenticatissima buona lingua italiana, un canta-poetautore capace di smussare gli angoli vivi di un dialetto non facile per esaltarne la quasi ritrosa ma disarmante dolcezza come di straordinari “cammei” in lingua, e un musicista poliedrico dal “tocco” appassionato e partecipe quanto perfetto, ne è venuto fuori uno spettacolo a pieno titolo. Uno spettacolo “vero”, nel quale la voce narrante dell’autore, insieme ironica, cadenzata e sempre affettuosamente insinuante, ha segnato i momenti del viaggio in metropolitana (o altrove, ma è lo stesso), che rubati alla visione distratta del signor Rossi e riportati come “suggerimenti” sul suo taccuino, hanno visto il grigio del tran tran quotidiano sfumare e riproporsi trasformato nello speranzoso color “attesa di chissà cosa, chissà come” di mille storie vissute (o vivibili o ancora da vivere) nel breve-lunghissimo quando del viaggio stesso: ognuna scandita da una colonna sonora sempre diversa (allegra, sfrenata, nostalgica, spruzzata di “se”, di rimpianto, di tenerezza oltre il tempo e, sempre, di vita). Affidato alla magia di tre meravigliosi maestri cantori, il racconto si è dipanato con una sapienza narrativa intensa e antica, ruffiana e complice, semplice e difficilissima come lo scorrere del tempo, regalando più di un’ora che è rimasta nell’aria, preparando l’inevitabile “dopo”, rappresentato dall’acquisto del libro. Forse ovviamente, di sicuro non solo: perché se “I baci sono definitivi” (gran titolo)  il suggerimento è discreto e invita innanzitutto a guardarsi dentro, per ricordare. Magari anche cedendo un po’ alla tenerezza stupita… Pienone di pubblico scontato, ma anche questa previsione era fin troppo facile,  al Teatro Donnafugata a Ragusa Ibla è normale (questo sì). E di sicuro lo sarà anche per ” 3drammi3″, in calendario per il  9, 10 e 11 giugno.

di Gianni Papa03 Giu 2017 16:06
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