Servizio riscossione tributi ICI, TARSU e idrico, Lab 2.0: “Alcune società che lo gestiscono coinvolte in scandali, Amministrazione faccia chiarezza”

“Esprimiamo grande preoccupazione per quel che riguarda il servizio di riscossione dei tributi e recupero crediti per le tasse locali nel Comune di Ragusa perché da tempo raccogliamo le segnalazioni dei cittadini che hanno ricevuto “cartelle pazze” con le quali da Palazzo dell’Aquila vengono chieste cifre esorbitanti ai ragusani, parliamo di cartelle addirittura da 90 o 100mila euro”.
Così ha esordito il portavoce del Laboratorio politico 2.0, Sonia Migliore, in conferenza stampa questa mattina per discutere del sistema di anagrafe immobiliare integrato gestito in parte dalla Lamco srl. Presenti anche il vicepresidente Livio Tumino, Pippo Cappello e il consigliere Manuela Nicita.
“Il contratto per la gestione del servizio di anagrafe immobiliare, catastale e tributaria – ha spiegato Migliore – è stato stipulato nel 2014 dall’Amministrazione Piccitto con l’Associazione Temporanea di Impresa composta da Lamco srl come impresa capofila, AGS Italia srl e Aipa spa. Siamo venuti a conoscenza del fatto che già due anni fa ci sono state delle indagini da parte della Procura di Milano e della Guardia di Finanza di Lecce che hanno portato all’arresto del presidente di una di queste società, la Aipa srl, alla quale è subentrata la Mazal. Nel maggio 2016, il GIP del Tribunale di Milano, Maria Cristina Mannocci, emanava l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti, tra gli altri, di Luigi Virgilio, ossia il presidente del Consiglio di Amministrazione di Aipa spa fino al Settembre 2015 e successivamente della società Mazal Global Solution spa. L’indagine ha interessato oltre 800 Comuni in tutta Italia, enti che sono stati truffati in un modo molto complesso perché sono stati ‘riscossi tributi poi non riversati agli enti locali titolari e, almeno in parte, non presenti, nei conti dedicati’, come specificato dalla Procura di Milano. Nel frattempo, invece, la Ags pare sia fallita. La società capofila dell’Ati, la Lamco dunque, oggi gestisce il servizio da sola o sono sempre attive le due società coinvolte i fatti giudiziari? La preoccupazione, infatti, è che anche a Ragusa si possano verificare gli stessi problemi accaduti altrove. Abbiamo presentato un corposo ordine del giorno per sottoporre la questione all’Amministrazione comunale affinché si possa fare luce su questa faccenda anche attraverso la Magistratura e la Corte dei Conti”.
“Queste società, inoltre – ha detto ancora Migliore – godono di un aggio elevatissimo, dal 42,5% come compenso più il 10% di premialità se si superano i 6milioni e mezzo di euro di accertato definitivo. Non è chiaro se il guadagno è relativo al presunto o a quanto poi il Comune incasserà realmente. Siccome nelle ultime variazioni di Bilancio il costo per saldare queste società è stato aumentato di 2milioni e 800mila rispetto ai 5 milioni già dati, deduciamo che è stata superata quella soglia dei 6milioni e mezzo”.
“La faccenda è delicata e complicata – ha aggiunto – e vorremmo davvero che qualcuno se ne occupasse in modo risoluto, soprattutto se si considera che i problemi segnalati fanno fortemente temere per ciò che riguarda l’attività che tali imprese svolgono nel territorio comunale e che vedono direttamente interessati i cittadini, sempre più esasperati dal pesante carico fiscale”.
“Ci chiediamo, quindi – ha concluso il portavoce del Lab 2.0 – come fa il Comune a non sapere delle vicende giudiziarie in merito alle truffe a danno di 800 altri enti e riportatati dalla stampa nazionale, come il settimanale L’Espresso. E, nel caso ne sia a conoscenza, come fa l’Amministrazione Piccitto a stare tranquilla?”.

di Redazione10 Mar 2017 09:03
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