Il Distretto Turistico degli Iblei partecipa al bando regionale.

Il Distretto Turistico degli Iblei partecipa al bando regionale.

ÑProficua seduta  per l'assemblea dei soci del Distretto Turistico degli iblei. Presenti circa una ventina di rappresentati di enti pubblici e privati il distretto si appresta a muovere, finalmente,  i primi passi verso la realizzazione dei suoi piani di sviluppo nel settore turistico. Nati per volontà  dell'assessorato regionale, che ne contemplò l'istituzione nel 2005,  sono stati necessari  ben 8 anni per arrivare alla loro piena maturazione. Oggi il Distretto degli Iblei, di cui è presidente Mario Papa, conta su 21 soci pubblici: i 12 comuni della nostra provincia più Mazzarrone, Grammichele, Licodia e Vizzini della zona catanese e Portopalo, Rosolini e Pachino del versante siracusano.  Oltre alla Provincia e alla Camera di Commercio di Ragusa ne fanno parte anche una decina di organizzazioni private tra consorzi ed associazioni di categoria. L'assemblea di ieri ha dunque sancito ufficialmente l'inizio della sua vita amministrativa visto che sono state ratificate alcune decisioni del CdA e si è messo mano al bilancio preventivo del 2013 propedeutico per poter partecipare ai bandi regionali riservati solo ai distretti turistici. Infatti sono stati  destinati a a queste organizzazioni regionali, attraverso una  misura dei fondi europei, circa 23 milioni di euro che sono oggetto di un apposito bando in scadenza a fine  giugno. Occorre quindi che il Distretto sia munito  dello strumento economico che prevede anche il  coofinanziamento dei soci utile ad  accedere agli oltre 700 mila euro riservati per il distretto degli Iblei. La prossima seduta dell'assembela è  fissata  per venerdi prossimo. All'ordine del giorno l'elezione del nuovo presidente del Comitato Strategico e l'approvazione definitiva del bilancio preventivo contenente le indicazioni dell'Assemblea. Nella piano d'investimenti del distretto, come è facile capire, c'è un grande interesse per la promozione delle infrastrutture dell'area iblea come i porti ( Pozzallo, Marina e Scoglitti)  e soprattutto l'aeroporto di Comiso.  E' anche prevista una sinergia tra le governance degli altri distretti grazie ad una serie di convenzioni e protocolli. Molto interessante ad esempio l'individuazione e la pubblicizzazione di alcuni percorsi inter distrettuali che toccando le varie eccellenze della parte sud della Sicilia possa diventare, alla stregua della Romantic Strasse della Baviera, un itinerario da vendere ai turisti stranieri.


Il mercato di Ragusa

Il mercato di Ragusa

Mercato ortofrutticolo RagusaE' di qualche giorno fa la notizia che la Camera di Commercio ha firmato un protocollo d'intesa con il Mercato ortofrutticolo di Vittoria finalizzato ad aiutare le produzioni nella commercializzazione. Oggi un consigliere comunale di Ragusa ci ricorda che esiste anche la crisi per il  mercato ortofrutticolo nella città capoluogo del quale mercato molti ne sconoscono addirittura l'esistenza e l'ubicazione. "si calcola, stando almeno a sentire alcuni operatori commerciali,dice il consigliere in questione  un calo degli affari che, in due anni, è arrivato a sfiorare addirittura il cinquanta per cento se non di più per alcuni settori particolari.  E’ un calo che, naturalmente – continua - si inquadra nel calo dei consumi anche se alcune soluzioni, per rilanciare la struttura, potrebbero senz’altro essere trovate”. In che modo? Secondo il consigliere comunale uscente  è indispensabile che “il mercato ortofrutticolo, oltre ad interagire, come in parte fa, con le realtà “sorelle” di Vittoria e Santa Croce Camerina, piuttosto che quello di Donnalucata, guardi più in là nel proprio futuro effettuando scelte coraggiose. Con l’adozione di particolari strategie di marketing e di commercializzazione – continua Firrincieli – che possano incoraggiare l’incremento del volume d’affari anche in questo periodo di crisi. Ma non solo. Si potrebbero adottare iniziative che promuovano il consumo della frutta, i cui effetti benefici sono innegabili, nelle scuole o nei maggiori centri di aggregazione, come ad esempio i centri per anziani. Tutto ciò per sviluppare una cultura del consumo della frutta che avrebbe un duplice effetto: da un lato migliorerebbe la salute dei ragusani, dall’altro garantirebbe quel ritorno alla crescita a cui gli operatori ambiscono da parecchi mesi”. Buone idee certamente ma prima di tutto occorre rendere più visibile e fruibile la struttura che essendo ai margini della zona industriale è praticamente invisibile anche se abbastanza grande. Il Comune potrebbe investire in immagine e in credibilità. Non sappiamo a chi è affidata la gestione ma possiamo dire che non c'è un grande interesse a promuoverla e a farla funzionare anche con i privati. Insomma quando c'è la crisi tutto fa brodo.


La gestione delle acque

La gestione delle acque

swmed 2 La corretta gestione delle acque in Sicilia continua ad essere una chimera. Tra vuoti normativi (attualmente la Regione ha previsto la messa in liquidazione degli Ato Idrici) e enti locali che gestiscono la risorsa con problemi economici ed enormi carenze strutturali, il prezioso liquido continua ad essere sperperato e spesso si perde nelle ragnatele sotterrane di tubi colabrodo e ormai vetusti. Vi sono però soluzioni che è possibile applicare per rendere il sistema più sostenibile a livello ambientale e non solo. Il progetto SWMED, finanziato dall’Unione Europea tramite il programma ENPI CBC MED, stamani alla Provincia regionale di Ragusa ha organizzato un workshop cui ha fatto seguito il “secondo tavolo dell’acqua” per parlare della gestione delle acque in Sicilia tra aspetti tecnici e normativi. Durante l’incontro di stamani si sono confrontati vari esperti e rappresentanti istituzionali, da Paolo Rizzo della Regione Siciliana ai docenti Salvatore Barbagallo e Attilio Toscano dell’Università di Catania, fino all’analisi sui casi studio e sulle possibili soluzioni sul territorio, grazie agli interventi all’interno del tavolo dell’acqua, dei rappresentanti dello Svimed di Ragusa e dell’Iridra di Firenze, specializzati nello sviluppo di azioni sostenibili tese al risparmio idrico. Le stesse attività sono contemporaneamente seguite dalla Svimed in Tunisia e nei Territori Palestinesi, Paesi coinvolti nel progetto che vede come capofila la Regione Lazio. Il progetto ha l’obiettivo di rispondere alle politiche europee di vicinato promuovendo l'uso sostenibile delle risorse idriche nei Paesi mediterranei e offrendo nuovi spunti e nuove linee direttive da inserire all’interno del quadro normativo o nei regolamenti edilizi locali. Gli attori di SWMED hanno condotto un’analisi dei sistemi amministrativi delle risorse idriche, identificando ruoli e competenze, una raccolta dati sulla gestione delle acque per uso domestico, la gestione delle acque chiare e scure, il consumo domestico e gli aspetti sanitari connessi. Partner siciliano è la Svimed di Ragusa il cui presidente Giovanni Iacono stamani ha fornito alcuni dati di particolare interesse che evidenziano come sulle risorse idriche sia necessaria un’immediata inversione di tendenza. “Abbiamo attivato alcuni studi nel territorio del Comune di Ragusa prendendo in esame tre casi studio, il borgo rurale di San Giacomo, il villaggio stagionale di contrada Cerasella e l’attività edilizia residenziale con due cooperative edilizie che sono in fase di costruzione. In questi tre ambiti abbiamo analizzato le varie fasi, dalla captazione della risorsa idrica, per poi passare alla distribuzione, all’uso, alla raccolta finale e dunque allo smaltimento. Con il progetto SWMED si propongono delle soluzioni innovative che si potranno attivare con l’obiettivo di risparmiare acqua ma anche risorse economiche, oltre a migliorare la sostenibilità ambientale. Ci sono dati su cui comunque vale la pena riflettere per quanto riguarda la città di Ragusa. Abbiamo verificato che vengono immessi in rete ben 15 milioni di metri cubi di acqua ogni anno e ne vengono fatturati solo 4 milioni e mezzo. Ciò significa che siamo dinnanzi al 70% di perdite di risorsa idrica, di cui 50/55% in rete e le altre sono perdite "amministrative" cioè acqua utilizzata ma non fatturata. Pertanto la dotazione idrica del Comune di Ragusa è pari a 610 litri per abitante al giorno, mentre quello effettivamente consumato è di circa 270 litri per abitante al giorno. Si perdono cioè oltre 340 litri per abitante al giorno. E' corretto fare nuovi pozzi per aumentare la dotazione idrica cittadina o non è forse meglio recuperare le perdite? Nei fatti è una scelta ambientale, etica, tecnica, economica. Forse c’è anche un problema di conoscenza tecnica e d’approccio alla risoluzione di problemi inerenti i sistemi idrici territoriali”. Sulle prospettive generali in Sicilia si è soffermato il prof. Salvo Barbagallo: “La Regione sarà chiamata in breve tempo a riorganizzare il servizio idrico integrato visto che le autorità d’ambito sono state sciolte e si dovranno prevedere nuovi enti. Entro giugno la Regione è chiamata a legiferare valutando se mantenere le attuali perimetrazioni degli ambiti territoriali ottimali, corrispondenti ai confini delle province che però nel frattempo sono state cancellate, o se invece dovrà ipotizzare altri scenari. Si dovrebbe approfittare di questo cambiamento per cogliere l’opportunità di accoppiare anche la riforma dei consorzi di bonifica visto che gestiscono l’acqua per l’irrigazione tratta spesso dalle stesse sorgenti che vengono usate per l’approvvigionamento civile. Se si riuscisse a creare l’autorità del distretto idrografico, aggiornando anche il relativo piano di distretto, probabilmente si potrebbe pensare ad una gestione ottimale passando da cinque o sei ambiti territoriali”. La situazione attuale della provincia di Ragusa, scendendo poi nel dettaglio della relazione di Attilio Toscano, è quella che vede in campo tutti i dodici Comuni nella gestione diretta delle risorse idriche visto che non è stata mai fatta la gara per una gestione unitaria attraverso l’Ato Idrico. Se questo aspetto ha permesso di andare avanti nell’erogazione dell’acqua ai cittadini, di contro non stato possibile ottimizzare la gestione sotto l’aspetto non solo economico ma soprattutto tecnico e strutturale. Alcune proposte sono arrivate dai rappresentanti dell’Iridra di Firenze, Giulio Conte e Fabio Masi, che hanno precisato che si tratta di soluzioni già adottate da altri Paesi e riproducibili anche in Sicilia, a partire dal recupero delle acque grigie per una gestione sostenibile delle risorse. “Puntiamo fortemente ad un utilizzo diverso dell’acqua – ha spiegato Fabio Masi - valorizzandola opportunamente nell’ambito domestico prima di scaricarla definitivamente. Ogni giorno produciamo il 70% di acque grigie, cioè acque, come quella che viene fuori dal lavabo dopo il nostro utilizzo, che potrebbe essere riutilizzata ad esempio per lo sciacquone del water, piuttosto che usare, come avviene spesso, l’acqua potabile. Si tratterebbe di realizzare un ciclo chiuso, con piccoli impianti domestici o condominiali, per trattare l’acqua da usare a casa per il water o, all’esterno, come prevede la normativa italiana, per il giardino, l’orto, per lavare l’automobile. In Germania addirittura è possibile usare quest’acqua per le lavabiancherie. Secondo le proiezioni dello studio che abbiamo sviluppato, in 20 anni si risparmierebbero metà delle risorse idriche e naturalmente vi sarebbe un enorme recupero anche dal punto di vista economico. L’obiettivo sarebbe quello della maggiore sostenibilità ambientale. Per tale ragione il progetto SWMED propone di creare un uso più consapevole dell’acqua implementando anche gli aspetti normativi o modificando i regolamenti edilizi locali con la possibilità di offrire, come ad esempio avviene per il settore dell’energia, anche agevolazioni in favore del costruttore, spingendolo dunque ad applicare queste metodologie di trattamento depurativo”. Appuntamento in autunno, come ha spiegato a fine riunione Barbara Sarnari dello Svimed, per il terzo tavolo dell’acqua che servirà ancora ad attivare un nuovo momento di confronto sugli aspetti normativi.

 


Non lamentiamoci del commissario dello stato

Non lamentiamoci del commissario dello stato

Crocetta-Ars-624x300Inutile lamentarsi del naturale epilogo di una Finanziaria scritta male, trasformata peggio e arrivata al voto finale con articoli in palese contraddizione tra loro. Il tutto non poteva che essere seguito da un giudizio impietoso da parte del Commissario dello Stato che ha cassato ben 21 articoli e un allegato di spesa.
E se è vero che anche in passato l'iter e il risultato finale erano stati simili, altrettanto vero è che mai l'impugnativa aveva riguardato un terzo degli articoli dell'intera Finanziaria.
Non lo dico con personale soddisfazione, ma parte dei rilievi sollevati dal Commissario dello Stato, erano stai evidenziati - con assoluta modestia - dai miei interventi in Aula. Introdurre norme retroattive in campo finanziario è un errore che nemmeno l'ultimo degli studenti di economia avrebbe commesso. Oppure, lasciare ampia discrezionalità,
sull'indirizzo di diversi capitoli di spesa, alla presidenza della Regione, una sorta di norma in bianco, non prevista dal nostro ordinamento, non poteva non condurre all'impugnativa.
Non lamentiamoci dell'operato del Commissario di Stato, lamentiamoci di aver affrettato i tempi in ultimo: una legge di così fondamentale importanza, che costituisce l'ossatura dell'attività di un governo, deve essere preparata e pensata per tempo, trasmessa con largo anticipo alle Commissioni di merito e alla Commissione Bilancio, al fine di permettere a tutti di svolgere un lavoro congruo.
Che la rivoluzione, tantissime volte annunciata da questo Governo, cominci una volta per tutte e magari dalle cose apparentemente più semplici, ma importanti.


Una squadra da meravigliare

Una squadra da meravigliare

ciccio_baroneBarone dunque non accetta nessuna offerta. Lo ha già dichiarato giovedi sera a Teleiblea e per domani, sabato, alle ore 16,00 all'Antica Badia l'hotel a 5 stelle in corso Italia a fianco della Cattedrale,  è prevista una conferenza stampa nella quale il candidato presenterà il suo programma e non solo. Barone è andato alla fine per la sua strada  e,  da un certo punto di vista, la sua decisione ha un senso. Un uomo che per anni ha svolto importanti incarichi, da  semplice consigliere, più eletto in  città, a presidente del consiglio comunale e poi assessore per 6 anni consecutivi non può essere sempre subordinato all'età o al comportamento gioviale. Dunque ora la lotta è aperta. E Ciccio se la vuole giocare tutta. Domani in conferenza stampa, assicurano i bene informati,  Barone ci vorrà stupire con gli effetti speciali cioè parlerà del suo programma ma presenterà anche parte della sua squadra che a quanto pare è da meravigliare. E allora aspettiamo e stiamo a vedere.

 


L'erba del vicinato

L'erba del vicinato

drogaI carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia CC di Ragusa giovedì pomeriggio hanno arrestato tre giovani per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.  I militari, sempre particolarmente attenti alla problematiche dell’uso e dell’abuso di sostanze psicoattive, l’altra sera, mercoledì, a Ibla avevano controllato tre giovani, di cui uno con precedenti per stupefacenti. La cosa aveva insospettito i due militari poiché uno dei tre è residente in provincia di Caltanissetta, sebbene temporaneamente domiciliato a Ragusa.  Uno dei due militari della Stazione Cc di Ragusa-Ibla, il pomeriggio successivo (ovvero giovedì), libero dal servizio, stava andando con la propria autovettura a prendere un parente alla fermata dei pullman di linea in via Zama, quando ha visto uno dei tre giovani che aveva controllato la sera precedente scendere dal mezzo di linea proveniente da Catania e salire su un’autovettura di marca torinese, alla cui guide ha chiaramente riconosciuto un altro dei giovani della sera prima. Il militare, annusando che c’era qualcosa di sospetto nel movimento in corso, peraltro notando una strana manovra del veicolo, chiamava subito la centrale operativa del comando provinciale i Ragusa che faceva intervenire un’autopattuglia che era in transito poco distante.

Orbene il terzo giovane nell’auto era lo stesso della sera prima, sicché s’era esattamente ripetuto il terzetto già controllato meno di ventiquattr’ore prima dai militari.  I giovani da subito sono apparsi un po’ tesi davanti ai militari, che controllati i documenti hanno deciso di perquisire tutti e tre e il mezzo. Oplà! Un bel sacchetto di carta bianca, tipo quelli per il pane, con dentro cento pezzetti di marijuana pronta per essere venduta e fumata. Chiamata a supporto un’altra pattuglia, proprio dei Cc di Ibla, i tre sono stati ammanettati e condotti in caserma, dove la “roba” è stata pesata: quarantuno grammi. I tre ragazzi sono Omid Goodarzi, catanese  fresco maggiorenne, d’origini persiane ma di nazionalità italiana, incensurato, Davide Scata’, 19enne ragusano doc, già noto, e Andrei Bernat, 21enne rumeno residente in città, anche lui conosciuto. Sono stati sottoposti a rilievi foto-dattiloscopici e dichiarati in stato d’arresto ipotizzando a loro carico il reato di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Il pubblico ministero di turno, dott.ssa Serena Menicucci, concordando con le risultanze dei militari ma contestualmente considerando la ridotta pericolosità sociale e la giovane età dei tre, ha disposto che fossero ristretti agli arresti domiciliari, in attesa della convalida e dell’interrogatorio. Appare ormai che nel capoluogo l’“erba” stia entrando da ogni direzione, da mare e da monti, forse – come oggi – addirittura dal capoluogo etneo. Lo sforzo bellico delle pattuglie sulla strada è comunque sempre elevato e costante: tutti quelli che danno adito anche al minimo sospetto vengono controllati e perquisiti. I militari assicurano che procederanno sempre incessantemente nell’attività antidroga, consci degli straordinari danni fisici, psichici e sociali che le sostanze stupefacenti hanno causato, causano e ancora causeranno, specialmente sulle fasce più giovani ed esposte.

 


Il Big Bang ragusano

Il Big Bang ragusano

big-bang-400x215Ieri, 8 Maggio, presso il Caffè Letterario "Le Fate", si è svolta la Conferenza stampa di presentazione del Big Bang della Provincia di Ragusa.  L'associazione politico-culturale Big Bang trae origine dal Big Bang di Firenze 2011 quando, alla stazione della Leopolda attorno alla proposta di Matteo Renzi si sono ritrovate oltre 5.000 persone provenienti da tutta Italia per discutere di politica e di futuro. L’Associazione è organizzata in circoli territoriali e tematici, aggregazioni che nascono dai territori a partire dalle esigenze concrete dei cittadini e che sono aperti a tutti coloro che si riconoscono nei nostri principi generali, riconducibili alle famose 10 idee di Matteo Renzi: un vero programma di Governo, innovativo, coraggioso, riformista e ambizioso.   Attraverso il Big Bang i renziani della Provincia di Ragusa si prefiggono di coniugare politica e cultura quale binomio imprescindibile per “normalizzare” la politica, elevandola al suo ruolo fondamentale di “interprete” vero e pragmatico delle esigenze della collettività. Big Bang contribuirà ad animare la riflessione pubblica e alimentare la discussione sui principali nodi dell’innovazione politica ed economica e sui passaggi necessari alla Sicilia, e ai singoli territori, per uscire dallo stato di profonda crisi nella quale sono stati ridotti.  Perché Big Bang? I tempi in cui viviamo ci impongono di partecipare alla vita politica, i partiti ci hanno costretto ad assistere alla situazione attuale, che essi stessi hanno contribuito a determinare, da spettatori. E siccome riteniamo che "urlare" non sia il metodo migliore, scegliamo un'associazione nuova, viva e propositiva per invertire questo processo degenerativo della politica, Adesso!   Ecco perché il Big Bang ed ecco perché, soprattutto, tra le persone che hanno sostenuto Matteo Renzi sin dall'inizio, “renziani di sempre”, che hanno compreso, in tempi non sospetti, che in quel programma risiedevano le risposte al cambiamento che l'Italia attendeva. A quei “dieci punti” di Matteo Renzi, noi renziani della prima ora, aderiamo idealmente, sposandone idee e contenuti, ritenendo la politica della proposta e dei valori l’unico vero strumento attraverso il quale essere cittadini partecipi e protagonisti del nuovo futuro.  Vogliamo riprenderci la nostra bella politica, essere protagonisti, a partire dalle prossime elezioni amministrative che ci vedono impegnati con delle candidature di rilievo, giovani e fresche al servizio dei territori.Partecipiamo, infatti, con due candidati al Consiglio comunale nelle liste Pd di Ragusa, cinque per Modica, uno per Comiso oltre il candidato sindaco ed altre in via di definizione ad Acate.  I nostri candidati saranno presentati in occasione dell’Assemblea pubblica provinciale che stiamo organizzando per presentare ufficialmente il “Big Bang”, la cui data sarà comunicata nei prossimi giorni e durante la quale saranno presenti il Presidente Regionale, nonché deputato nazionale del PD, Davide Faraone ed il coordinatore del Big Bang Sicilia Antonio Ferrante.  Siamo convinti che il meglio debba ancora venire e tocca a noi fare in modo che avvenga!    E allora Big Bang Sicilia….Big Bang Provincia di Ragusa Adesso!


Impugnati molti articoli della finanziaria regionale

Impugnati molti articoli della finanziaria regionale

Commissario_dello_Stato_per_la_Regione_Siciliana_Il Commissario dello Stato per la Regione Siciliana ha impugnato 21 articoli della finanziaria e parte dell’Allegato 1, dell’art. 72.   L’impugnativa riguarda in particolare gli articoli 8; 13, comma 1; 15 comma 4, lettere m) e n); l’articolo 16; il 25, commi 5 e 7; il 28, commi 2, 3, 5 e 6; il 40, commi 2 e 4; il 46, comma 3; l’articolo 49; e ancora gli articoli 55, commi 3 e 4; 56; 60; 61; 62; 63; 64, commi 2 e 3; 65; 66; 69; 71, comma 2; 74; l’allegato 1, relativo all’art. 72, limitatamente ai capitoli 320013, 320014 e 320015. Stop dunque ai contributi a pioggia ad enti ed istituzioni. Tra gli articoli impugnati, anche l’articolo 74, quello che disciplinava la cosiddetta “tabella H”

La scure del prefetto Carmelo Aronica, si e’ abbattuta soprattutto sull’articolo 74 – “Contributi ad enti, fondazioni, associazioni ed altri organismi” – che dispone il trasferimento di 24 milioni di euro a 135 ad enti e istituzioni. “La norma – scrive il Commissario dello Stato – da’ adito a rilievi di carattere costituzionale”, in quanto “a fronte di una legislazione ordinaria e di principio che prevede l’ammissione a contributi pubblici di tutti i soggetti pubblici e privati su un piano di parita’ per il mantenimento e l’esercizio di attivita’ di rilevante interesse culturale e sociale fruibili dalla collettività, l’Assemblea regionale interviene nuovamente con un provvedimento ad hoc destinato esclusivamente a determinate istituzioni, da anni fruitrici di provvidenze pubbliche senza ancorare la scelta operata a precisi e confacenti parametri di comparazione e valutazione”.  E ancora: “Se non sono contestabili la valenza ed il rilievo, anche a livello ultra regionale, di talune associazioni e fondazioni destinatarie dei contributi, cio’ che costituisce motivo di censura è l’omessa valutazione e comparazione delle loro situazioni con quelle delle altre istituzioni operanti in medesimi settori in Sicilia. Detto esame comparativo avrebbe potuto (e dovuto) essere effettuato mediante una esaustiva istruttoria amministrativa operata dalla competente Commissione legislativa prima dell’adozione della legge dalla cui conclusione potesse emergere una obiettiva diversita’ di condizioni che giustificasse la scelta operata dal legislatore in favore dei 135 enti in questione con esclusione degli altri casi cui lo stesso trattamento avrebbe potuto estendersi”.  Tra le norme  impugnate c’e’ anche l’articolo 16, che da’ facolta’ alle isole minori siciliane di introdurre un ticket turistico fino a 5 euro. “L’articolo 36 dello Statuto Speciale, pur riconoscendo alla Regione la facolta’ di istituire tributi propri regionali – si legge tra l’altro nell’impugnativa -, non prevede che essa possa istituire o autorizzare gli enti locali situati nel proprio territorio ad istituire tributi locali”.  Stop anche all’articolo 13 sulle royalties, che in particolare prevede  l’incremento, a far data dal primo gennaio 2013, del 20% per la  produzione di idrocarburi liquidi e gassosi ottenuti nel territorio della Regione che il titolare di ciascuna concessione e’ tenuto a  corrispondere annualmente. Per le medesime concessioni non sono  previste esenzioni al pagamento delle aliquote stesse.

Il Prefetto Carmelo Aronica nell’impugnativa ricorda, invece,  che il legislatore “puo’ emanare norme innovative con efficacia  retroattiva solo quando le stesse trovino adeguata giustificazione sul piano della ragionevolezza e non si pongano in contrasto con altri  valori ed interessi costituzionalmente protetti, cosi’ da non incidere arbitrariamente sulle situazioni sostanziali poste in essere dalle  leggi preesistenti”. “Emerge quindi come la retroattivita’ abbia  carattere di eccezionalita’ conformemente alle previsioni contenute  nell’articolo 11 delle preleggi e, anche se non escludibile a priori,  deve trovare una corretta giustificazione sul piano della  ragionevolezza che ridonda nel divieto di introdurre un’immotivata  disparita’ di trattamento”.   Erano stati i Cinque stelle a presentare un emendamento  all’articolo 13 per “disincentivare il saccheggio della Sicilia che  passa anche per le acque e gli idrocarburi”.

Nel mirino anche l’articolo 15, che prevedeva lo stanziamento di 600 mila euro per  affrontare il problema del traffico a Messina. Stop, dunque, all’assunzione di settecento vigili urbani.


Il programma di Cosentini

Il programma di Cosentini

 

I problemi della zootecnia in primo piano. Questo il senso dell’incontro tra il candidato sindaco Giovanni Cosentini, accompagnato dal deputato all’Ars Nello Dipasquale e dai candidati consiglieri della lista “Ragusa domani” Rita Bertini ed Alessandro Scrofani, ed alcuni rappresentanti del comparto ibleo. Un momento di confronto che ha toccato vari temi. “Il sostegno al settore necessita di un lavoro responsabile e di proposte concrete che solamente un amministratore competente come Giovanni Cosentini – ha affermato l’onorevole Dipasquale – può garantire. Un politico serio che ha sempre lavorato in modo eccellente ed onesto. Crediamo in questo progetto e nella squadra di dirigenti politici ed esperti messi in campo. Nonostante la situazione complessa all’Ars, grazie all’intervento del governo Crocetta si è evitato il peggio. In questi mesi, in commissione, abbiamo lavorato e stiamo lavorando ad importanti misure a favore della zootecnia. Non solo il prezzo del latte e la difesa degli interessi degli allevatori nei confronti dei grandi gruppi industriali. E’ stata affrontata anche la tematica di impatto ambientale nella direzione di un bando per promuovere il biogas”.

comparto zootecnico“Il settore zootecnico si scontra da tanti anni con numerosi ostacoli – ha continuato Cosentini – ma da cinque mesi il nostro territorio può contare su un referente privilegiato alla Regione come Nello Dipasquale. Importante avere, finalmente, un contatto diretto capace di rappresentare le istanze della comunità iblea al quale bisogna offrire non solo speranze ma prospettive in una sinergia di buona politica fra Comune, Regione e Comunità europea. E’ necessario avvicinare le istituzioni agli imprenditori del comparto – continua – ed evitare che le campagne ragusane si spopolino. Questo sarebbe un grave danno non solo per l’economia ma anche per la custodia del territorio. E’, insomma, un bene da tutelare e rilanciare attraverso un rapporto diretto con il sistema produttivo capace di stimolare nuove filiere di ricerca, innovazione, lavoro ed occupazione”.

 

 


Il libro: "E' ghiustu cuntalli" di Giovanni Gambina

Il libro: "E' ghiustu cuntalli" di Giovanni Gambina

gaqmbinaPubblichiamo un articolo del collega Saro Distefano che parla dell'amico Giovanni Gambina.Ecco il testo ripreso dal sito Ragusanews. - Il suo quarto libro aggiunge, precisa, migliora. L’opera, intrapresa  ormai da otto anni, è quella di perpetuare nomi, fatti, tradizioni della  Ragusa novecentesca. E Giovanni Gambina ha messo tutto se stesso in  questa sua ultima fatica, la prima editata senza i suoi due mentori: Filippo  Garofalo e Mimì Arezzo.  Giovanni Gambina lo scrive subito, nella presentazione del suo “Le  memorie del passato: è ggiustu cuntalli”, che gli indimenticati e  indimenticabili Garofalo e Arezzo furono i primi a incoraggiarlo (ed  aiutarlo concretamente), lui fino a quel momento conosciuto  commerciante ma certo non intellettuale impegnato, sulla strada della  scrittura. Libri infarciti di fotografie e di aneddoti, di racconti, quelli  ufficiali, degli avvenimenti pubblici di una intera comunità, e quelli  familiari, privati, “i cunti ra nanna” insomma, ascoltati con devozione  quasi, nelle lunghe sere d’inverno quando il passatempo era stare accanto all’anziana nonna tutt’attorno alla “conca” per riscaldarsi e alimentarsi,  nutrirsi di “patrona o luocu” e di antiche “travature”.  Giunto alla quarta pubblicazione, Giovanni Gambina è ormai “obbligato” a  proseguire nella non indifferente fatica: glielo chiedono tutti i suoi,  tantissimi, amici, e i ragusani che spontaneamente gli consegnano antiche  foto e tante, innumerevoli memorie. Fatto, questo, che conferma ancora  una volta, sempre che ce ne fosse bisogno, la naturale predisposizione degli  uomini a perpetuare il passato, e non solo perché per ciascuno di noi “i  tempi passati” sono sempre migliori dei presenti (per il semplice quanto  ovvio fatto che il passato di ciascuno coincide con la propria giovinezza,  che, anche se vissuta tra le bombe della guerra, è sempre ben ricordata  rispetto alla vecchiaia).  In “Le memorie del passato: è ggiustu cuntalli” sono tantissimi i personaggi  ragusani, alcuni dei quali scomparsi, che in una sequenza rapida e  scorrevole raccontano le vicende di un secolo o poco meno. Maggiore  focalizzazione mette Giovanni Gambina, ed appare naturale, nei fatti che lui ha vissuto direttamente, sulla sua pelle. Rimasto orfano di padre ancora  bambino, riuscì a sopravvivere (c’era la guerra, e altro verbo non è  possibile utilizzare, se non, appunto, sopravvivere) con la madre e la sorella  grazie all’aiuto dei nonni e dei tanti vicini che certo non erano ricchi eppure, poveri come loro, riuscivano a trovare pane e formaggio e qualche  oliva per la giovanissima vedova e i due orfani. Gambina racconta – e a  parere di chi scrive è la parte migliore del libro perché strettamente legata  all’attualità – del periodo vissuto dall’intera città tra la metà degli anni ’50 e  per il ventennio successivo: il boom economico, visto da vicino, da un perito elettrotecnico che da ragazzo lavora per conto terzi e poi si lancia, diventa commerciante nel settore dell’elettricità. Venti anni vissuti in una Ragusa lanciata verso nuovi traguardi, verso un nuovo stile di vita: automobili, case moderne, viaggi, la seconda casa in quella Mazzarelli ancora borgo e prossima a diventare cittadina balneare. La possibilità di guadagnare e permettere ai propri figli di studiare, di conoscere, di crescere in condizioni agiate, migliori certamente rispetto a quelle vissute dai genitori.Un libro che, così come è stato per i tre che lo hanno preceduto, i ragusani  leggeranno con piacere e qualche lacrimuccia, ci sta. Unico difetto della  pubblicazione: l’aver ricordato, uno accanto all’altro, un nutrito gruppo di  emeriti cittadini, tra morti (anche in epoche lontane) e vivi, vivissimi.