Per un punto: partita persa.
Per un punto: partita persa.
Il Rugby Ragusa perde la prima finale contro gli avversari del Campi salentina ma ha molto da recriminare. Questa non è la solita storia del vittimismo siciliano qui il problema è che un arbitro decide su una sua intuizione, all'ultimo secondo, chi dovrà andare avanti nella gara per la serie B. Non voglio parlare della partita perchè ne ho visto solo une ventina di minuti, quelli finali, ma solo di quell'ultimo calcio di trasformazione della emta realizzata dai ragusani in pieno recupero. La partita oltre tutto il Ragusa non è riuscito a gestirla soprattutto in difesa. Gli ospiti che vantano un pacchetto di avanti di livello superiore hanno vinto mischie e touche e sono andati a meta quando hanno voluto senza trovare resistenza. Ma torniamo a quello che è accaduto negli ultimi minuti. La partita è ancora in bilico i verdi salentini sono in vantaggio di un punto e spingono fino ad arrivare a meta. Il punteggio si fissa dunque sul 29 a 23. I sostenitori degli avversari, un nutrito gruppetto in tribuna, incitano i propri ragazzi al grido di serie B serie B. Ma gli azzurri di Tumino tirano fuori l'orgoglio e pressano a pochi metri dalla meta ospite. Alla fine riescono a passare. Il punteggio dunque è ora di 29 a 28 ma c'è ancora da calciare la trasformazione. Se la palla passerà tra i pali i ragusani vincono la partita. Attimi di grande tensione mentre l'ovale si avvia, contro vento verso la grande H. Nessuno ci dirà mai se la trasformazione è stata fatta o meno. Perchè i due segnalinee dietro i pali si dividono la decisione. Uno alza la bandierina per dire si l'altro la tiene bassa per dire no. Tocca dunque all'arbitro decidere e lo fa fischiando al fine della partita senza assegnare i due punti al Padua, Nessuna moviola e nessuna parola di conforto per i ragusani.
Il voto di genere non è obbligatorio. Una legge sbagliata.
Il voto di genere non è obbligatorio. Una legge sbagliata.
Ci sono giunte in redazione alcune segnalazioni di comportamenti scorretti, dal punto di vista etico, di alcuni candidati/e, per le prossime elezioni, al consiglio comunale. Come quasi tutti sanno da questa tornata elettorale sarà possibile esprimere il cosiddetto voto di genere. Cioè, volendo, si possono dare due voti nella stessa lista quindi a due candidati diversi a patto però che siano di genere diverso. In pratica se l'elettore ha votato per un uomo può aggiungere anche un altro nome a fianco della lista prescelta ma deve essere di una donna. Lo stesso vale nel caso contrario cioè se si è scelto come primo nome una donna si potrà aggiungere il nome di un candidato uomo. Perfetto ! Norma che va a favore della parità di genere. Ma c'è qualcuno, sembra più esponenti del gentil sesso, che stanno utilizzando un sistema scorretto nella propria campagna elettorale. Vanno infatti in giro dicendo che il doppio voto è obbligatorio e quindi una volta che l'elettore ha scelto il suo candidato uomo devo obbligatoriamente votare anche per una donna. Se l'interpellato è sprovveduto accetta la segnalazione considerandola ineluttabile e si imprime nella mente il nome della candidata. Facendo dei piccoli calcoli, così in punta di matita, poichè le donne sono in minoranza in ogni lista, un terzo appena, se ogni elettore vota due volte ne consegue che, statisticamente, le donne prenderanno più voti. Non è certo questo lo spirito della legge ma, come sempre accade, il legislatore non aveva fatto i conti con la" spertezza" tipica dell'italiano/a. Inoltre è facile capire che utilizzando il doppio nome si mette in pratica una delle prassi più vergognose del passato e cioè il voto controllato e pilotato oltre che il cosiddetto traino. Cioè candidati che già hanno un buon parco voti che si mettono d'accordo con candidati per l'altro genere per mietere voti. I risultati sono già evidenti in altre competizioni come ad esempio le primarie dove si è votato con la doppia preferenza di genere. Dunque è importante dire che il doppio voto non è obbligatorio perchè se così fosse i candidati dovevano essere in egual numero tra uomini e donne. Naturalmente questo commento, che è già stato riportato su Teleiblea, non è piaciuto a qualche signora che ha voluto precisare che ci sono anche delle candidate che hanno al traino dei maschietti. Non cambia nulla. Secondo noi il sistema così è sbagliato. Non serve obbligare le persone a votare una donna. Se la candidata vale l'elettore la sceglierà lo stesso senza nessuna imposizione.
Parte con il botto la campagna elettorale dell'UDC
Parte con il botto la campagna elettorale dell'UDC
Questo pomeriggio a Poggio del Sole è stata presentata la lista dell'UDC per le prossime comunali a Ragusa. Ospite d'eccezione il neo ministro D'alia. A fare da padrona di casa Sonia Migliore capolista delo scudo crociato ma anche assessore designato nella squadra del candidato a sindaco Giovanni Cosentini presente alla convention. Sono stati affrontati i temi della campagna elettorale con gli argomenti più dibattuti come la questione dell'urbanistica, dei servizi sociali e dei beni culturali. Numeroso il pubblico presente che ha sottolineato con applausi scoscianti i passaggi più interessanti. Apprezzato l'intervento di Cosentini che ha accennato ai trascorsi nellUDC ed infine un abbraccio caloroso per il ministro con delega della Pubblica amministrazione e della Semplificazione.
Il candidato Barone chiama Sgarbi
Il candidato Barone chiama Sgarbi
E' Vittorio Sgarbi l'asso nella manica di Ciccio Barone che questo pomeriggio ha ufficializzato la sua candidatura a sindaco di Ragusa. Dunque nessun accordo con Antoci ma in campo a viso aperto per vincere. Questo il succo della conferenza stampa alla quale ha anche partecipato l'on Leontini. Ma il clou del pomeriggio è stato lo show di Vittorio Sgarbi e non poteva essere diversamente. Lui è un uomo di spettacolo e rispetta il suo ruolo in ogni occasione anche quando si tratta di una cosa seria come fare l'assessore in una città bella ed importante come la nostra. E Sgarbi questo lo sa. Nel passato il popolare personaggio della politica italiana è spesso venuto a Ragusa alla corte del suo amico Nello con il quale ha affrontato le tematiche dei beni culturali in modo schietto. A dire il vero Sgarbi ha odiato fin dal primo istante alcune delle nostre brutture cittadine come la facciata ad alveare di palazzo Ina o le scale tipo piscina del portale di San Giorgio e su queste polemiche ha basato l'amicizia con il sindaco Dipasquale. Poi qualcosa si è rotto e lo si capisce da cosa, questo pomeriggio, Sgarbi è riuscito a dire dell'ex sindaco di Ragusa. La conferenza stampa infatti, dopo un breve intervento del candidato Barone che ha annunciato per la prossima settimana il completamento della sua squadra assessoriale, si è basata sull'intervento di Vittorio Sgarbi assessore designato con delega alla "rivoluzione culturale" . Nella politica ragusana succede di tutto anche questo sconcio mixer di culture ed ideologie diverse. Diapsquale è il colpevole di tutto. "Ha passato una vita ad assicurarmi che era uno dei pochi uomini di destra rimasti in Italia ora è un comunista, amico di Crocetta". E così via: quasi un'ora, senza respiro, durante la quale ha toccato i temi a lui cari della mafia all''eolico ( i pali se li può mettere li.....ha detto, ad un certo punto, rinnegando di aver aiutato Dipasquale in quella battaglia) alle coalizioni e alla politica economica. Ma la sfida lo affascina. Se Barone dovesse diventare sindaco Sgarbi sarebbe il suo assessore alla "rivoluzione culturale" mettendo in campo una serie di interventi dei quali parlerebbe tutta l'Italia. Primo fra tutti l'enorme quadro di Guccione che andrebbe a coprire la facciata di palazzo Ina. Per Ciccio dunque un colpo ad effetto e non è ancora finita.
Arrestati e recuperata la refurtiva
Arrestati e recuperata la refurtiva
I Poliziotti di Quartiere e gli uomini della Squadra Volanti della Questura di Ragusa, hanno individuato e riconosciuto, T.A. di anni 44 e M.G. di anni 32 entrambi cittadini albanesi residenti a Ragusa, responsabili del reato di furto in abitazione ai danni di un’anziana signora e ricettazione di oggetti preziosi.
Nel pomeriggio del 9 maggio 2013, un’anziana signora si presentava presso l’ufficio denunce della Questura di Ragusa per rappresentare che il giorno prima, due cittadini albanesi da lei contattati per effettuare alcuni lavori di ristrutturazione del tetto della sua abitazione, approfittando di una sua distrazione si intrufolavano in casa e si appropriavano di numerosi oggetti in oro di ingente valore.
Appresa la notizia, gli uomini della Squadra Volanti ed i Poliziotti di Quartiere iniziavano le indagini che seppur brevi portavano all’identificazione degli autori del reato, i quali asserivano di non aver commesso alcun reato e di aver effettuato solo i lavori edili ma di non essere mai entrati in casa in quanto avevano fatto accesso dall’esterno.
Il comportamento alquanto inusuale ed il nervosismo dei due extracomunitari, faceva presumere che nascondessero qualcosa, pertanto veniva dato avvio alle perquisizioni che davano esito negativo.
Le indagini proseguivano con un’attenta ricerca della refurtiva presso i “Compro Oro” della città ed in poche ore, i Poliziotti di Quartiere, stante gli ottimi rapporti con tutti i negozianti della città, riuscivano ad individuare chi aveva regolarmente acquistato gli oggetti in oro provento di furto. Veniva quindi appurato che M.G. approfittando del suo visto per turismo (giustifica la sua presenza in Italia), si presentava con una carta d’identità albanese in un “Compro Oro” al fine di vendere quanto rubato a casa della vittima e l’ignara dipendente non avendo sospetti acquistava per quasi 1000 euro quanto proposto da malvivente.
Recuperata parte della refurtiva, gli agenti della Polizia di Stato, contattavano la vittima che riconosceva senza ombra di dubbio quanto era già stato venduto. Dopo gli accertamenti tecnici sul materiale oggetto di indagine l’anziana signora è già tornata in possesso dei suoi oggetti preziosi, sia economicamente che affettivamente in quanto tra le altre cose le hanno rubato le fedi nuziali.
Dopo gli accertamenti sull’identità, effettuati dalla Polizia Scientifica, i due cittadini albanesi sono stati rilasciati e verranno processati dall’Autorità Giudiziaria.
“Si raccomandano tutti i cittadini ed in particolar modo gli anziani, ad aver particolare cura nel valutare se e chi far entrare in casa. In caso di dubbi, si invita la cittadinanza a contattare immediatamente il 113”.
L'ente Provincia condannato a morte per inedia.
L'ente Provincia condannato a morte per inedia.
Giovanni Scarso, il commissario della Provincia di Ragusa è fortemente preoccupato per la situazione finanziaria dell’Ente che è diventata pesante, anzi insostenibile se dovessero essere confermati i ‘tagli’ di Stato e Regione alle Province. Scarso ha dunque dichiarato recentemente “L’assemblea regionale siciliana ha deciso di chiudere le province e di costituire i liberi consorzi comunali con una nuova legge da varare entro il prossimo 31 dicembre, ma di fatto con la legge sulla stabilità votata lo scorso 30 aprile ha di fatto cancellato le Province sul piano finanziario. Perché quando non si prevedono i necessari trasferimenti per assicurare i servizi essenziali previsti per legge allora le Province scompariranno prima per asfissia. Con i numeri che rimbalzano da Palermo e Roma non saremo in grado di approvare il bilancio di previsione. Il mio non è un allarme per chiedere attenzione ma la forte preoccupazione per un Ente che sta arrivando, purtroppo, al capolinea”. “L’Unione delle Province sia in campo nazionale che a livello regionale – aggiunge Scarso – hanno avviato iniziative anche eclatanti per denunciare questa situazione. Nell’Ente che rappresento la riprova l’ho avuta dopo una breve interlocuzione col dirigente del settore finanziario. La Provincia di Ragusa non sarà in grado con i tagli di quasi 7 milioni tra Stato e Regione che si ritroverà per il 2013 ad assicurare i servizi per gli studenti disabili con l’apertura del nuovo anno scolastico, non potrà fare interventi di manutenzione negli edifici scolastici e nelle strade provinciali. Questo per elencare i servizi che le Province sono chiamate ad assicurare per legge, per non parlare poi di iniziative culturali e sportive che ho già tagliato da un pezzo o per assicurare la sopravvivenza del Consorzio Universitario Ibleo. Si badi bene del Consorzio, non della Facoltà di Lingue perché quella non è in discussione dopo la firma dell’accordo transattivo con Catania. La finanziaria regionale – è bene precisarlo - non consentirà di onorare gli obblighi derivanti dalla spesa cosiddetta incomprimibile: gli stipendi dei dipendenti provinciali, le spese per l’essenziale funzionamento come l’energia elettrica, i carburanti e la pulizia dei locali. Non voglio creare allarmismi fuori luogo ma la situazione è davvero pesante e questo Commissario Straordinario farà di tutto intanto per assicurare gli stipendi dei dipendenti. I ‘tagli’ sono insostenibili per qualsiasi Ente ma incidono in maniera diversa a seconda della situazione finanziaria che un Ente ha e per la Provincia regionale di Ragusa ancora di più perché ha già messo in atto nel corso del 2012 ogni azione finalizzata alla riduzione delle spese, riducendo al minimo la spesa corrente ed eliminando ogni spesa superflua al punto che le previsioni di spesa contenute nella bozza di bilancio per il 2013 – peraltro già ridotte per effetto delle manovre finanziarie approvate dal parlamento- non permettono il reperimento di ulteriori risorse”.
Il Distretto Turistico degli Iblei partecipa al bando regionale.
Il Distretto Turistico degli Iblei partecipa al bando regionale.
Proficua seduta per l'assemblea dei soci del Distretto Turistico degli iblei. Presenti circa una ventina di rappresentati di enti pubblici e privati il distretto si appresta a muovere, finalmente, i primi passi verso la realizzazione dei suoi piani di sviluppo nel settore turistico. Nati per volontà dell'assessorato regionale, che ne contemplò l'istituzione nel 2005, sono stati necessari ben 8 anni per arrivare alla loro piena maturazione. Oggi il Distretto degli Iblei, di cui è presidente Mario Papa, conta su 21 soci pubblici: i 12 comuni della nostra provincia più Mazzarrone, Grammichele, Licodia e Vizzini della zona catanese e Portopalo, Rosolini e Pachino del versante siracusano. Oltre alla Provincia e alla Camera di Commercio di Ragusa ne fanno parte anche una decina di organizzazioni private tra consorzi ed associazioni di categoria. L'assemblea di ieri ha dunque sancito ufficialmente l'inizio della sua vita amministrativa visto che sono state ratificate alcune decisioni del CdA e si è messo mano al bilancio preventivo del 2013 propedeutico per poter partecipare ai bandi regionali riservati solo ai distretti turistici. Infatti sono stati destinati a a queste organizzazioni regionali, attraverso una misura dei fondi europei, circa 23 milioni di euro che sono oggetto di un apposito bando in scadenza a fine giugno. Occorre quindi che il Distretto sia munito dello strumento economico che prevede anche il coofinanziamento dei soci utile ad accedere agli oltre 700 mila euro riservati per il distretto degli Iblei. La prossima seduta dell'assembela è fissata per venerdi prossimo. All'ordine del giorno l'elezione del nuovo presidente del Comitato Strategico e l'approvazione definitiva del bilancio preventivo contenente le indicazioni dell'Assemblea. Nella piano d'investimenti del distretto, come è facile capire, c'è un grande interesse per la promozione delle infrastrutture dell'area iblea come i porti ( Pozzallo, Marina e Scoglitti) e soprattutto l'aeroporto di Comiso. E' anche prevista una sinergia tra le governance degli altri distretti grazie ad una serie di convenzioni e protocolli. Molto interessante ad esempio l'individuazione e la pubblicizzazione di alcuni percorsi inter distrettuali che toccando le varie eccellenze della parte sud della Sicilia possa diventare, alla stregua della Romantic Strasse della Baviera, un itinerario da vendere ai turisti stranieri.
Il mercato di Ragusa
Il mercato di Ragusa
E' di qualche giorno fa la notizia che la Camera di Commercio ha firmato un protocollo d'intesa con il Mercato ortofrutticolo di Vittoria finalizzato ad aiutare le produzioni nella commercializzazione. Oggi un consigliere comunale di Ragusa ci ricorda che esiste anche la crisi per il mercato ortofrutticolo nella città capoluogo del quale mercato molti ne sconoscono addirittura l'esistenza e l'ubicazione. "si calcola, stando almeno a sentire alcuni operatori commerciali,dice il consigliere in questione un calo degli affari che, in due anni, è arrivato a sfiorare addirittura il cinquanta per cento se non di più per alcuni settori particolari. E’ un calo che, naturalmente – continua - si inquadra nel calo dei consumi anche se alcune soluzioni, per rilanciare la struttura, potrebbero senz’altro essere trovate”. In che modo? Secondo il consigliere comunale uscente è indispensabile che “il mercato ortofrutticolo, oltre ad interagire, come in parte fa, con le realtà “sorelle” di Vittoria e Santa Croce Camerina, piuttosto che quello di Donnalucata, guardi più in là nel proprio futuro effettuando scelte coraggiose. Con l’adozione di particolari strategie di marketing e di commercializzazione – continua Firrincieli – che possano incoraggiare l’incremento del volume d’affari anche in questo periodo di crisi. Ma non solo. Si potrebbero adottare iniziative che promuovano il consumo della frutta, i cui effetti benefici sono innegabili, nelle scuole o nei maggiori centri di aggregazione, come ad esempio i centri per anziani. Tutto ciò per sviluppare una cultura del consumo della frutta che avrebbe un duplice effetto: da un lato migliorerebbe la salute dei ragusani, dall’altro garantirebbe quel ritorno alla crescita a cui gli operatori ambiscono da parecchi mesi”. Buone idee certamente ma prima di tutto occorre rendere più visibile e fruibile la struttura che essendo ai margini della zona industriale è praticamente invisibile anche se abbastanza grande. Il Comune potrebbe investire in immagine e in credibilità. Non sappiamo a chi è affidata la gestione ma possiamo dire che non c'è un grande interesse a promuoverla e a farla funzionare anche con i privati. Insomma quando c'è la crisi tutto fa brodo.
La gestione delle acque
La gestione delle acque
La corretta gestione delle acque in Sicilia continua ad essere una chimera. Tra vuoti normativi (attualmente la Regione ha previsto la messa in liquidazione degli Ato Idrici) e enti locali che gestiscono la risorsa con problemi economici ed enormi carenze strutturali, il prezioso liquido continua ad essere sperperato e spesso si perde nelle ragnatele sotterrane di tubi colabrodo e ormai vetusti. Vi sono però soluzioni che è possibile applicare per rendere il sistema più sostenibile a livello ambientale e non solo. Il progetto SWMED, finanziato dall’Unione Europea tramite il programma ENPI CBC MED, stamani alla Provincia regionale di Ragusa ha organizzato un workshop cui ha fatto seguito il “secondo tavolo dell’acqua” per parlare della gestione delle acque in Sicilia tra aspetti tecnici e normativi. Durante l’incontro di stamani si sono confrontati vari esperti e rappresentanti istituzionali, da Paolo Rizzo della Regione Siciliana ai docenti Salvatore Barbagallo e Attilio Toscano dell’Università di Catania, fino all’analisi sui casi studio e sulle possibili soluzioni sul territorio, grazie agli interventi all’interno del tavolo dell’acqua, dei rappresentanti dello Svimed di Ragusa e dell’Iridra di Firenze, specializzati nello sviluppo di azioni sostenibili tese al risparmio idrico. Le stesse attività sono contemporaneamente seguite dalla Svimed in Tunisia e nei Territori Palestinesi, Paesi coinvolti nel progetto che vede come capofila la Regione Lazio. Il progetto ha l’obiettivo di rispondere alle politiche europee di vicinato promuovendo l'uso sostenibile delle risorse idriche nei Paesi mediterranei e offrendo nuovi spunti e nuove linee direttive da inserire all’interno del quadro normativo o nei regolamenti edilizi locali. Gli attori di SWMED hanno condotto un’analisi dei sistemi amministrativi delle risorse idriche, identificando ruoli e competenze, una raccolta dati sulla gestione delle acque per uso domestico, la gestione delle acque chiare e scure, il consumo domestico e gli aspetti sanitari connessi. Partner siciliano è la Svimed di Ragusa il cui presidente Giovanni Iacono stamani ha fornito alcuni dati di particolare interesse che evidenziano come sulle risorse idriche sia necessaria un’immediata inversione di tendenza. “Abbiamo attivato alcuni studi nel territorio del Comune di Ragusa prendendo in esame tre casi studio, il borgo rurale di San Giacomo, il villaggio stagionale di contrada Cerasella e l’attività edilizia residenziale con due cooperative edilizie che sono in fase di costruzione. In questi tre ambiti abbiamo analizzato le varie fasi, dalla captazione della risorsa idrica, per poi passare alla distribuzione, all’uso, alla raccolta finale e dunque allo smaltimento. Con il progetto SWMED si propongono delle soluzioni innovative che si potranno attivare con l’obiettivo di risparmiare acqua ma anche risorse economiche, oltre a migliorare la sostenibilità ambientale. Ci sono dati su cui comunque vale la pena riflettere per quanto riguarda la città di Ragusa. Abbiamo verificato che vengono immessi in rete ben 15 milioni di metri cubi di acqua ogni anno e ne vengono fatturati solo 4 milioni e mezzo. Ciò significa che siamo dinnanzi al 70% di perdite di risorsa idrica, di cui 50/55% in rete e le altre sono perdite "amministrative" cioè acqua utilizzata ma non fatturata. Pertanto la dotazione idrica del Comune di Ragusa è pari a 610 litri per abitante al giorno, mentre quello effettivamente consumato è di circa 270 litri per abitante al giorno. Si perdono cioè oltre 340 litri per abitante al giorno. E' corretto fare nuovi pozzi per aumentare la dotazione idrica cittadina o non è forse meglio recuperare le perdite? Nei fatti è una scelta ambientale, etica, tecnica, economica. Forse c’è anche un problema di conoscenza tecnica e d’approccio alla risoluzione di problemi inerenti i sistemi idrici territoriali”. Sulle prospettive generali in Sicilia si è soffermato il prof. Salvo Barbagallo: “La Regione sarà chiamata in breve tempo a riorganizzare il servizio idrico integrato visto che le autorità d’ambito sono state sciolte e si dovranno prevedere nuovi enti. Entro giugno la Regione è chiamata a legiferare valutando se mantenere le attuali perimetrazioni degli ambiti territoriali ottimali, corrispondenti ai confini delle province che però nel frattempo sono state cancellate, o se invece dovrà ipotizzare altri scenari. Si dovrebbe approfittare di questo cambiamento per cogliere l’opportunità di accoppiare anche la riforma dei consorzi di bonifica visto che gestiscono l’acqua per l’irrigazione tratta spesso dalle stesse sorgenti che vengono usate per l’approvvigionamento civile. Se si riuscisse a creare l’autorità del distretto idrografico, aggiornando anche il relativo piano di distretto, probabilmente si potrebbe pensare ad una gestione ottimale passando da cinque o sei ambiti territoriali”. La situazione attuale della provincia di Ragusa, scendendo poi nel dettaglio della relazione di Attilio Toscano, è quella che vede in campo tutti i dodici Comuni nella gestione diretta delle risorse idriche visto che non è stata mai fatta la gara per una gestione unitaria attraverso l’Ato Idrico. Se questo aspetto ha permesso di andare avanti nell’erogazione dell’acqua ai cittadini, di contro non stato possibile ottimizzare la gestione sotto l’aspetto non solo economico ma soprattutto tecnico e strutturale. Alcune proposte sono arrivate dai rappresentanti dell’Iridra di Firenze, Giulio Conte e Fabio Masi, che hanno precisato che si tratta di soluzioni già adottate da altri Paesi e riproducibili anche in Sicilia, a partire dal recupero delle acque grigie per una gestione sostenibile delle risorse. “Puntiamo fortemente ad un utilizzo diverso dell’acqua – ha spiegato Fabio Masi - valorizzandola opportunamente nell’ambito domestico prima di scaricarla definitivamente. Ogni giorno produciamo il 70% di acque grigie, cioè acque, come quella che viene fuori dal lavabo dopo il nostro utilizzo, che potrebbe essere riutilizzata ad esempio per lo sciacquone del water, piuttosto che usare, come avviene spesso, l’acqua potabile. Si tratterebbe di realizzare un ciclo chiuso, con piccoli impianti domestici o condominiali, per trattare l’acqua da usare a casa per il water o, all’esterno, come prevede la normativa italiana, per il giardino, l’orto, per lavare l’automobile. In Germania addirittura è possibile usare quest’acqua per le lavabiancherie. Secondo le proiezioni dello studio che abbiamo sviluppato, in 20 anni si risparmierebbero metà delle risorse idriche e naturalmente vi sarebbe un enorme recupero anche dal punto di vista economico. L’obiettivo sarebbe quello della maggiore sostenibilità ambientale. Per tale ragione il progetto SWMED propone di creare un uso più consapevole dell’acqua implementando anche gli aspetti normativi o modificando i regolamenti edilizi locali con la possibilità di offrire, come ad esempio avviene per il settore dell’energia, anche agevolazioni in favore del costruttore, spingendolo dunque ad applicare queste metodologie di trattamento depurativo”. Appuntamento in autunno, come ha spiegato a fine riunione Barbara Sarnari dello Svimed, per il terzo tavolo dell’acqua che servirà ancora ad attivare un nuovo momento di confronto sugli aspetti normativi.
Non lamentiamoci del commissario dello stato
Non lamentiamoci del commissario dello stato
Inutile lamentarsi del naturale epilogo di una Finanziaria scritta male, trasformata peggio e arrivata al voto finale con articoli in palese contraddizione tra loro. Il tutto non poteva che essere seguito da un giudizio impietoso da parte del Commissario dello Stato che ha cassato ben 21 articoli e un allegato di spesa.
E se è vero che anche in passato l'iter e il risultato finale erano stati simili, altrettanto vero è che mai l'impugnativa aveva riguardato un terzo degli articoli dell'intera Finanziaria.
Non lo dico con personale soddisfazione, ma parte dei rilievi sollevati dal Commissario dello Stato, erano stai evidenziati - con assoluta modestia - dai miei interventi in Aula. Introdurre norme retroattive in campo finanziario è un errore che nemmeno l'ultimo degli studenti di economia avrebbe commesso. Oppure, lasciare ampia discrezionalità,
sull'indirizzo di diversi capitoli di spesa, alla presidenza della Regione, una sorta di norma in bianco, non prevista dal nostro ordinamento, non poteva non condurre all'impugnativa.
Non lamentiamoci dell'operato del Commissario di Stato, lamentiamoci di aver affrettato i tempi in ultimo: una legge di così fondamentale importanza, che costituisce l'ossatura dell'attività di un governo, deve essere preparata e pensata per tempo, trasmessa con largo anticipo alle Commissioni di merito e alla Commissione Bilancio, al fine di permettere a tutti di svolgere un lavoro congruo.
Che la rivoluzione, tantissime volte annunciata da questo Governo, cominci una volta per tutte e magari dalle cose apparentemente più semplici, ma importanti.