La triste storia del traffico aereo in Italia

< class="t-entry-title title-giornale-before h3">>

Finalmente qualcuno si è accorto che le compagnie low cost non sono la panacea per  tutti gli aeroporti italiani ma anzi, operando spesso in esclusiva, fanno quello che vogliono senza che nessuno li accusi di posizione dominante o altre bagattelle del genere. Addirittura come si vede nella foto vengono accolte a braccia aperte dai politici locali. A parlarhne oggi è Franco Gattinoni presidente della Federazione Turismo Organizzato (Fto) che lancia  l’allarme con due dossier in cui si denuncia “una grave distorsione della libera concorrenza e pesanti conseguenze per i viaggiatori e per le imprese del turismo”.  Gattinoni fa anche riferimento al caso Comiso  abbandonato, dall’oggi al domani, da Ryanair. In uno dei dossier si dice che le compagnie a basso costo sono ormai arrivate a detenere il monopolio dei cieli italiani: il 65,4% del mercato aereo è principalmente nelle mani di Ryanair, quote minori sono appannaggio di EasyJet, Wizz Air, Volotea. Si tratta della quota più alta in Europa, che ha una media di voli operati dalle low cost pari al 32,5%. In Germania non supera il 28%. La commissione Trasporti della Camera ha deciso di approfondire un tema così cruciale come quello della mobilità e ha scelto di avviare il ciclo di audizioni proprio dalle compagnie aeree, tra cui le maggiori low cost del mercato italiano”.  “I dati relativi al 2023 – si legge in uno dei dossier – confermano il quadro: solo a titolo d’esempio, da Torino, su 51 tratte complessive, 36 sono coperte da Ryanair e più della metà (28) sono a suo uso esclusivo; 46 sono ad appannaggio esclusivo delle low cost; 5 aeroporti spagnoli su 7 sono raggiunti solo da Ryanair. In totale, da Torino, solo 5 tratte sono coperte da compagnie di linea. A Cagliari Ryanair ha il monopolio su 26 tratte, ad Alghero su 32 destinazioni raggiunte, Ryanair detiene il monopolio su 18 tratte”. E continua: “In alcuni scali la compagnia irlandese ha deciso unilateralmente di sospendere i voli (è il caso di Comiso in provincia di Ragusa), violando così il diritto costituzionale alla mobilità e alla libera circolazione dei cittadini. L’assenza di fatto di un vettore di bandiera e le difficoltà nell’assicurare collegamenti per la Sicilia e la Sardegna – conclude Fto – completano un quadro davvero preoccupante, che ha una ovvia ricaduta anche sul prezzo dei voli: potendo gestire in via esclusiva determinate tratte, le low cost possono di fatto imporre anche le tariffe: a Pasqua i voli da e per la Sicilia su Roma Fiumicino hanno superato anche i mille euro”. Secondo Fto è urgente una regolamentazione urgente di carattere nazionale. “Le agenzie viaggi – chiede Gattinoni – devono essere riconosciute quali interlocutori dalle low cost esattamente come i singoli passeggeri, considerando anche il fatto che esse non applicano alcuna maggiorazione di prezzo ai propri clienti, semmai, in maniera trasparente e in forma separata rispetto alla transazione relativa all’acquisto del biglietto, chiedono il riconoscimento di una fee minima per il servizio”.

Fonte Ansa

di Direttore08 Giu 2023 09:06
Pubblicità