Movimento Città spara a zero su Piccitto: “Son solo giacobini”
Riceviamo e pubblichiamo.
“Circa un anno e mezzo fa, quando il sindaco propose a noi di Movimento Città di valutare un nostro coinvolgimento nell’amministrazione da lui guidata, fummo molto chiari: si doveva avviare prima un percorso di confronto politico, che prevedesse l’azzeramento della Giunta, la modifica di alcuni provvedimenti non adeguati (si era in prossimità del bilancio di previsione 2014), la pianificazione delle cose da fare secondo preciso cronoprogramma, quindi l’individuazione delle persone più adeguate per realizzare tale progetto. Ci fu risposto picche, ma da lì a un paio di mesi avvenne invece l’apertura a Partecipiamo, che volle far veicolare l’idea dell’inizio di un secondo tempo della vita dell’amministrazione Piccitto, accettando in realtà quanto rifiutato da Movimento Città: la mancanza sia di un taglio netto con i precedenti provvedimenti che di una chiara inversione di tendenza.
Oggi possiamo dire che avevamo ragione noi, perché in due anni e mezzo abbiamo assistito ad una graduale e preoccupante deriva dell’Amministrazione Piccitto, sia attraverso atti che attraverso comportamenti e metodi molto poco ‘grillini’, ovvero trasparenti innovativi e partecipativi. L’ultimo atto in ordine di tempo è di questi giorni, cioè la “defenestrazione” dell’assessore Stefania Campo, che per le modalità decisionali piuttosto opache ricorda le analoghe defenestrazioni di Claudio Conti, Giuseppe Dimartino e Gianflavio Brafa: tutti tecnici selezionati dal Meetup ragusano sulla base dei curricula e incontro con la cittadinanza. Come dire: chiaro e partecipato il metodo di selezione degli assessori, opaco e autoritario il metodo di espulsione degli stessi!
In verità per la ‘rivoluzione grillina’ ragusana questa è solo l’ultima tappa, per il momento, di un irreversibile percorso di allontanamento dalle promesse elettorali e dagli stessi principi condivisi a livello nazionale dal Movimento 5 stelle. Il quadro che si sta componendo sotto i nostri occhi è davvero strabiliante: assoluta mancanza di partecipazione cittadina per le scelte operate, utilizzo illegittimo e improduttivo delle cospicue royalties petrolifere, incredibile compagnia di giro di pseudo esperti per sostanziare non si sa quali politiche, inaccettabile mancanza di programmazione in ogni settore della vita amministrativa, disinvolto rinnegamento degli impegni assunti con l’approvazione del PAES, autorizzazioni balorde a trivellare nuovi pozzi petroliferi o costruire alberghi-fai-da-te in aree vietate, rivitalizzazione del piano di speculazione edilizia in aree PEEP; più una lunga serie di dilettantesche azioni amministrative e magagne (più o meno veniali) relativamente alla selezione di nuovi dirigenti, bandi per settori vitali della città, inutili piani di intervento per Ibla, piani triennali delle opere pubbliche realizzati con il copia-incolla, ecc. ecc.
Quanto detto finora ci conferma nell’idea che la ‘giacobina’ compagine grillina, che doveva rivoltare Ragusa come un calzino, in realtà è gradualmente sprofondata in quella palude amministrativa e politica che proveniva dalle ultime amministrazioni; palude fatta di scelte inadeguate quando non letali per la città, di reti affaristico-clientelari, di favoritismi personali e scambi elettorali: la vecchia politica, insomma, che in questi giorni torna alla ribalta, facendo brillare l’acume ‘andreottiano’ del sindaco-rivoluzionario, ma importando anche nella nostra città quel ‘metodo Boffo’ che consiste nel silurare politici, per mezzo stampa, attraverso gossip e colpi bassi.
Perché la vicenda sbattuta in prima pagina con ‘giacobino’ furore da certa stampa locale, che avrebbe ricostruito gravi interferenze d’interessi privati in atti pubblici (fatto grave e imperdonabile, se realmente avvenuto), è ben lungi dall’essere chiarita e sviluppata in tutti i suoi aspetti. Eppure è subito partito il “je accuse” moralizzatore contro l’assessore Campo (che in realtà non ha battuto ciglio in passato, quando lo stesso metodo fu usato per gli altri tre ex assessori defenestrati), da parte di una stampa e di una compagine politica che invece ha metabolizzato, senza alcuna difficoltà, quella serie di inaccettabili errori politici e magagne amministrative che abbiamo indicato sopra e che Movimento Città ha denunciato ripetutamente in Consiglio comunale, scontrandoci sempre con il muro di gomma di una maggioranza troppo poco abituata alla dialettica politica e troppo incline ad allinearsi secondo il motto “con capisco ma mi adeguo”.
Ed attendiamo ancora il tocco finale di questo avvicendamento assessoriale: la ridistribuzione delle deleghe e l’individuazione del nuovo “nominato” dal sindaco; ma la nostra è attesa rassegnata, perché non ci aspettiamo sorprese o inversioni di tendenza: aspettiamo il sigillo “democristiano”, in puro stile vecchia-politica, di questo brutto pasticciaccio grillino firmato Piccito!”