L’appello della Cgil alla deputazione iblea affinché il 2015 sia l’anno della svolta
L’inizio del 2015 è all’insegna dell’apprensione, della sfiducia, della frantumazione sociale, della diffidenza verso il governo nazionale e regionale. Le roboanti rassicurazioni del capo del governo suonano per la stragrande maggioranza degli italiani quasi come un insulto visto che la
disoccupazione è in crescita e le tutele e i diritti si riducono sempre di più.
Il Jobs Act accrescerà solo il potere datoriale ma non porterà nuovi posti di lavoro (nemmeno precari) perché anche per il 2015 la politica economica del governo è ancora recessiva. Lo scenario ragusano è passato, dall’incessante allarme degli ultimi anni, al dramma, visto che tutti i settori produttivi, ad eccezione del turismo, sono in profonda crisi. La disoccupazione e l’inoccupazione sfuggono ormai alla statistica e gli ammortizzatori sociali sono tardivi,
inadeguati ed insufficienti ed in ogni caso non appannaggio di chi non ha mai lavorato. Le sedi sindacali sono la cassa di risonanza di un disagio collettivo enorme e comunque l’unico posto in cui lavoratori, precari, disoccupati e pensionati vengono ascoltati. Anche qui, la frantumazione dei partiti politici ha accentuato il distacco tra gli eletti nelle istituzioni e la gente.
Emblematico il disastro degli enti locali, l’inadeguatezza di alcuni servizi e le tassazioni insostenibili. A Scicli gli ultimi due sindaci si sono dimessi prima della scadenza del loro mandato. La situazione finanziaria dei comuni di Pozzallo, Ispica, Scicli, Comiso è pesantissima, mentre a Modica dopo il miracoloso tentativo di salvataggio dal dissesto si va verso un nuovo indebitamento dell’ente (a causa di spese dissennate) nonostante tasse e tributi salatissimi.
In quasi tutti i comuni le spese per lo smaltimento dei rifiuti sono enormi per le discariche locali sature, la mancata attivazione dei centri di compostaggio e la raccolta differenziata lentissima. I PAES non si adottano e persino i cantieri sociali non vengono avviati. All’ex provincia regionale, dopo un anno di commissariamento fantasma, solo da qualche settimana è arrivato un commissario forse competente e conoscitore del territorio, cui si chiedono
interventi urgenti per il risanamento ambientale, l’assetto idrogeologico del territorio e la messa in sicurezza degli uffici pubblici di competenza.
Il nuovo piano sanitario regionale rinvia ancora una volta l’integrazione tra rete ospedaliera e servizi nel territorio e si fa carico solo di elemosine campanilistiche che nulla hanno a che fare con l’efficienza, la qualità e il miglioramento della sanità iblea.
L’anno appena trascorso doveva essere quello delle grandi infrastrutture ma i risultati sono stati modesti: solo l’inizio dei lavori dell’autostrada nel tratto Rosolini-Modica con poche decine di operai assunti e la firma della convenzione della Ragusa-Catania i cui lavori non inizieranno, comunque, prima del prossimo autunno. C’è solo qualche spiraglio per il progetto esecutivo dell’ampliamento e della messa in sicurezza del porto di Pozzallo ma se non si corre, non si potrà accedere ai fondi europei 2014-2020 per la portualità. Per il finanziamento dei lotti 9-10-11 nel tratto Modica-Gela occorre subito accedere al
fondo Coesione (finanziamenti statali). Sulla viabilità adiacente all’aeroporto di Comiso c’è un anno di ritardo sulla definizione del progetto del secondo stralcio per il quale sono accantonati 100 milioni di euro della Regione. Nonostante il 2014 si sia chiuso con il boom di 325mila passeggeri transitati nell’aeroporto casmeneo, individuato come turistico-commerciale e dal 2016 di interesse nazionale, non è chiaro chi dovrà garantire le spese ENAV nel periodo giugno-dicembre 2015. Dunque la questione infrastrutturale, individuata da tutti come grande strumento per il nostro contesto produttivo, per il turismo, per la valorizzazione e la fruizione dei nostri beni culturali e ambientali, oltre che opportunità occupazionale nel settore edile e nell’indotto, deve
essere prioritaria nell’agenda del 2015. Ma c’è di più!
L’infrastrutturazione è tra i punti qualificanti del Distretto del Sud-Est nato lo scorso febbraio tra i comuni di Catania-Siracusa-Ragusa con le rispettive Camcom ed ex-province regionali in una logica di area vasta. Spetta pertanto al neo commissario della Provincia, al Presidente della Camcom e al
sindaco di Ragusa riprendere un percorso virtuoso anche nell’ambito del Distretto, atteso che le infrastrutture iblee sono funzionali allo sviluppo e alla crescita di tutto il sud-est dell’isola. L’ex provincia regionale dovrà riattivare la vecchia cabina di regia per la programmazione dei fondi Ue 2014-2020 e spendersi per la istituzione del Libero Consorzio di tutti i comuni iblei. Camcom ed ex-provincia dovranno inoltre rendere qualificata la nostra
presenza all’Expo ed intercettare flussi di visitatori anche per il nostro territorio. C’è bisogno di un nuovo ruolo delle istituzioni locali cui dovrà accompagnarsi una forte ed incalzante richiesta di coinvolgimento del governo regionale. Alla nostra deputazione non va più consentito di girarsi dall’altra parte, gli interessi del comprensorio prima di tutto.
Il 2015 può essere un anno di svolta per la comunità iblea? Sicuramente può diventare un anno di transizione verso una svolta vera. Ragusa deve
ritornare quella che era: un comprensorio moderno e dinamico grazie alla varietà e ricchezza del suo tessuto produttivo, al suo patrimonio culturale e ambientale, alla tipicità del suo agroalimentare, alle nuove opportunità a partire dalla crocieristica. Lo sciopero generale del 12 dicembre, le grandi manifestazioni delle ultime settimane, sono la rappresentazione di una provincia colpita ma non rassegnata, capace di ripartire. E’ quello che chiedono i giovani, i disoccupati, i precari della PA e del terziario, le donne, tutti vittime del disagio, della nuova povertà che questa provincia sconosceva.