Il Codice della strada vieta la posa di qualunque installazione negli incroci
A Ragusa il codice della strada è un optional da utilizzare in caso di necessità o di clientela. Lo diciamo perchè da tempo, almeno sette o otto anni, ci si è accorti che i famosi 6×3, cioè quegli enormi tabelloni che servono per affiggere i megaposters pubblicitari, stanno crescendo a dismisura in numero ed in dimensioni. Nulla di strano se questo accadesse nel pieno rispetto delle normative e delle tasse. Tempo addietro fu iniziata una bonifica in tal senso con grande rumore da parte della stampa poi tutto tornò come prima. Ora non possiamo affermare che tali regole non vengano rispettate a Ragusa ma se leggiamo il codice della strada ci pare evidente che esistono delle anomalie. L’art 23 del CS comma 1 chiarisce senza alcun dubbio dove non devono essere posti tali tabelloni: Lungo le strade o in vista di esse è vietato collocare insegne, cartelli, manifesti, impianti di pubblicità o propaganda, segni orizzontali reclamistici, sorgenti luminose, visibili dai veicoli transitanti sulle strade, che per dimensioni, forma, colori, disegno e ubicazione possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità o l’efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l’attenzione con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione; in ogni caso, detti impianti non devono costituire ostacolo o, comunque, impedimento alla circolazione delle persone invalide. Sulle isole di traffico delle intersezioni canalizzate è vietata la posa di qualunque installazione diversa dalla prescritta segnaletica. La foto inserita nell’articolo è appena una piccolissima dimostrazione che le regole del Codice sono disattese almeno per quanto riguarda la posizione di questi cartelli ma anche di quasi tutto gli altri che ci sono in città. A questo punto sorge spontanea una domanda. Chi da le autorizzazioni all’istallazione? La verità è abbastanza confusa. La prassi dice che chi vuole istallare un impianto del genere deve munirsi di autorizzazione dall’ufficio tecnico del comune. Non sembra però che nella maggior parte dei casi a Ragusa sia stato chiesto il parere ai VVUU che avrebbero, per forza, dovuto dire no! Ma si sa da noi tutto è lecito fino a quando qualcuno non se ne accorge. Ora non vorremmo esser noi a fare questa segnalazione in modo ufficiale, purtroppo però, stanno accadendo delle cose che mettono in grave difficoltà l’intero ambiente della pubblicità con gravi casi di evidente concorrenza sleale e dumping . Per chi non sapesse cosa vuol dire quest’ultima parola riportiamo la spiegazione che abbiamo trovato nel dizionario dell’uomo d’affari: Pratica commerciale che consiste nel vendere a prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato. Ognuno è libero, direte voi, di vendere al prezzo che vuole ma non si spende per le pratiche burocratiche,non si paga la tassa comunale etc etc è probabile che si possano praticare prezzi tanto bassi da creare una concorrenza sleale ma anche inquinare definitivamente il mercato della pubblicità locale. C’è anche il rischio di trovarci di fronte a sistemi articolati messi in piedi per fregare le aziende nazionali che conoscono i prezzi ufficiali e quindi intervengono su questo tipo di pubblicità con contributi ai negozi di Ragusa che poi alla fine spendono molto meno e incassano per intero il contributo. Di questo naturalmente non ci sono prove. A questo punto crediamo sia arrivato il momento di agire con determinazione per ritornare alla piena legalità sia per le autorizzazioni sia per il decoro cittadino che è ormai deturpato da questi tabelloni che occupano qualunque angolo, qualunque rotatoria o incrocio della città in barba al Codice e al buon senso.