Stalking a Comiso
Nella Giornata di ieri personale della Squadra Mobile di Ragusa ha eseguito, nei confronti di un soggetto di Comiso D.N, di anni 37, responsabile del reato di cui all’art. 612-bis c.p. (atti persecutori – c.d. stalking) in danno della moglie separata, la misura cautelare prevista dall’art. 282-ter c.p.p. (divieto di avvicinamento ai luoghi frequentato dalla persona offesa, come pure dei familiari della stessa, nonché del divieto dell’indagato di comunicare attraverso telefono, posta elettronica o qualsiasi scritto con la parte offesa), a causa di una serie di azioni vessatorie inflitte alla vittima come pure ai componenti della famiglia di origine della stessa, consistite in una serie di intrusioni nella vita privata, ripetute comunicazioni telefoniche indesiderate, al punto da provocare alla malcapitata forte ansia e paura.
Gli esiti investigativi forniti dalla «sezione specializzata» della Squadra Mobile sono stati posti a fondamento della misura cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Ragusa, Dr.Giovanni GIAMPICCOLO, su richiesta del P.M. Dr.ssa Monica MONEGO.
Dopo la separazione, la vita della vittima, come pure quella dei familiari di quest’ultima era diventata particolarmente difficile per timore di ricevere nuove molestie; aveva paura di uscire di casa e dal posto di lavoro peraltro espletato anche in ore serali, temendo seriamente per la propria incolumità personale e la gestione della quotidianità.
La condotta assillante posta in essere dal persecutore era finalizzata al tentativo di recuperare il rapporto precedente e successivamente, vista la negativa, per vendicarsi per essere stato “mollato”. In situazioni normali, la fine di una relazione sentimentale, ovvero di un rapporto matrimoniale, gran parte delle persone sono in grado, dopo avere preso coscienza circa la fine del rapporto, di comprendere che l’altra persona non è interessata. Ma l’indagato non si è reso conto che il continuare a insistere ulteriormente poteva significare dare inizio ad una condotta di stalking.
Lo stalking distrugge la vita delle persone – non solo quella della vittima, ma spesso come nel caso in argomento anche quella dei famigliari. Ogni aspetto della vita della vittima può essere influenzato negativamente da questa esperienza – relazioni sociali, lavoro ed assetto della vita quotidiana. Questo aspetto differenzia lo stalking dalle normali interazioni sociali.
Così come più volte evidenziato dagli operatori, non bisogna mai sottovalutare queste situazioni: occorre essere consapevoli che sono molto rischiose in quanto soggette ad escalation; non esitare a rivolgersi alla Polizia di Stato: gli operatori sapranno consigliare la vittima e darle un aiuto professionale.