Boom del turismo secondo Schifani. Ma non è cosi!

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Il turismo siciliano a quanto sembra mostra dati assai incoraggianti  dando ragione , come dice Schifani,  alle buone politiche di settore poste in essere dalla Regione.  Con oltre 21 milioni 527 mila presenze nelle strutture ricettive, il 2024 ha fatto registrare un incremento del 4,2% rispetto al 2023, È il comparto extra-alberghiero a trainare la crescita complessivamente registrata a consuntivo 2024 e tale contingenza è legata al rapido diffondersi, su tutto il territorio regionale, di nuove forme di ricettività, fortemente concorrenziali rispetto a quelle tradizionali, rappresentate dalle locazioni di immobili a fini turistici (affitti brevi) che assorbono il 22,6% delle presenze complessive. Di contro si registra un calo notevole nel settore alberghiero.
Ora se chi gestisce il turismo in questa isola fosse competente appena un po’ si renderebbe conto che ci sono molti motivi di preoccupazione in questi dati.  Intanto le presenze nell’extra alberghiero, a parte la statistica,  producono un Impatto economico limitato: tali  strutture spesso gestite da privati, tendono a generare meno entrate fiscali rispetto agli hotel tradizionali e la spesa dei turisti in queste strutture potrebbe essere inferiore rispetto a quella negli hotel, con un impatto minore sull’economia locale.
Il  settore extra-alberghiero e delle locazioni brevi spesso non offre la stessa stabilità lavorativa del settore alberghiero, con contratti a breve termine e meno tutele per i lavoratori. La creazione di posti di lavoro è inferiore rispetto al settore alberghiero a parità di presenze turistiche.
La proliferazione di alloggi extra-alberghieri porta ad una standardizzazione dell’offerta turistica, a discapito della qualità e dell’unicità dell’esperienza siciliana e la mancanza di regolamentazione potrebbe favorire l’abusivismo e la concorrenza sleale nei confronti delle strutture ricettive tradizionali.
C’è poi il problema del impatto sociale e ambientale negativo: L’aumento delle locazioni brevi crea  problemi di convivenza con i residenti, facendo levitare  i prezzi degli affitti per il turismo locale  e alterando il tessuto sociale dei luoghi di villeggiatura e nei centri storici dove ormai vivono solo turisti e persone senza fissa dimora e dove  anche la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche potrebbe diventare più complessa.
Infine c’è il rischio, tangibile che le amministrazioni perdano di vista una giusta pianificazione del turismo alberghiero permettendo la proliferazione di villette private  in aree turistiche che vengono affittate per un paio di mesi l’anno.
In conclusione, l’aumento delle presenze turistiche nel settore extra-alberghiero e delle locazioni brevi non è di per sé un indicatore di successo per il turismo siciliano. È necessario valutare attentamente l’impatto economico, sociale e ambientale di questa crescita, e adottare politiche che favoriscano uno sviluppo turistico sostenibile e di qualità. Spesso si criticano le grandi strutture ma quelle sono studiate per non creare difficoltà mentre a breve saremo invasi da turisti che affittano appartamenti al mare anche per 2/ 3 giorni con risultati apprezzabili solo per pochi.

di Direttore11 Feb 2025 17:02
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