Quale sarà Il futuro dello stabilimento Versalis a Ragusa?
Martedì 12 novembre, a Ragusa, sarà sciopero generale del diretto e dell’indotto proclamato dalle confederazioni sindacali per la chimica ed energia di Ragusa, Filctem, Femca e Uiltec in merito alla vertenza Versalis.
Da quando il piano industriale di Eni ha annunciato un investimento di due miliardi di euro per la trasformazione della chimica di base in Italia con la chiusura degli stabilimenti di Ragusa e di Priolo, molteplici sono state le prese di posizione e i messaggi a supporto della vertenza provenienti dalla società civile, dai Comuni, dalle associazioni delle categorie del commercio, della logistica, dell’agricoltura, industria e dalla politica, tutte giustamente preoccupate per il futuro di oltre 130 addetti dello stabilimento ragusano.
Col passare del tempo però si sta delineando, sempre più negativamente il futuro del sito Versalis di Ragusa.
In una recente dichiarazione il direttore operativo Trasformazione industriale di ENI, Giuseppe Ricci, ha annunciato un piano di investimenti nella zona industriale del Siracusano per un importo di 900 milioni di euro finalizzati alla costruzione di una bioraffineria, che è la spesa maggiore con 800 milioni, ed uno stabilimento per il riciclo della plastica.
Questo ingenti investimenti secondo quanto sostenuto dal manager a La Gazzeta del Sud, permetteranno di riassorbire i 432 dipendenti dell’impianto di cracking della Versalis Priolo.
Emerge, quindi, un preciso disegno da parte di Eni per il futuro del polo Siracusano, ma la stessa cosa non si può dire per il futuro dello stabilimento di Ragusa.
Su questo impianto, Eni non ha una visione lunga: “Abbiamo intenzione di mantenere un centro di eccellenza sulle tecnologie, qualche sperimentazione al servizio della parte bio” ha detto Ricci che conta di reinserire i lavoratori tra Gela e Priolo.
Parole queste assolutamente generiche non accompagnate da nessun investimento e stanziamento di somme.
Si comprende pertanto, alla luce delle superiori dichiarazioni , la decisione di Eni di chiudere definitivamente lo stabilimento ragusano col prossimo 31 dicembre 2024.
Si è di fronte al vuoto assoluto, alla mancanza di una prospettiva per il sito ragusano e tutto ciò , soprattutto per la gravissima disparità di trattamento tra Ragusa e Priolo , non può che rendere quanto mai opportuno e necessario lo sciopero generale di martedì prossimo che prevede raduno e corteo a partire dalle 10, da Piazza Libertà fino a Piazza Poste.
Oltre lo sciopero vi è però la necessità di una forte e convinta mobilitazione di tutto il territorio per la salvaguardia dei livelli occupazionali, mobilitazione che deve vedere impegnata a partecipare tutta la cittadinanza, la rappresentanza politica, istituzionale, a ogni livello.
Non si può assistere passivamente a questo ulteriore ed ennesimo scippo ai danni di Ragusa.