Per liberarsi da ogni responsabilità
L’amministrazione comunale di Ragusa sembra aver trovato una formula magica per liberarsi da ogni responsabilità: affidare ai privati la gestione di tutto ciò che è possibile a cominciare dagli impianti sportivi. E’ di oggi la pubblicazione della manifestazione di interesse degli impianti per il basket, icampetti di Marina di Ragusa e anche, addirittura, la palestra del Liceo Classico. Una scelta che sta suscitando non poche perplessità tra i cittadini e gli addetti ai lavori. Non si può infatti dimenticare come è andata a finire con la piscina comunale, da tempo al centro di polemiche e indagini giudiziarie. La gestione privata di questa struttura, infatti, ha portato alla luce una serie di problematiche che vanno ben oltre la semplice manutenzione: carenze varie, tariffe inadeguate una generale sensazione di voler coprire problematiche maggiori da parte dell’amministrazione. Nei mesi scorsi si è parlato a lungo anche del prestigioso Castello di Donnafugata che è stato oggetto di un bando per il partenariato pubblico-privato che, seppur con obiettivi nobili, ha sollevato dubbi non solo sulla reale tutela di un bene così prezioso per il patrimonio culturale della città ma anche sulla trasparenza dell’iter burocratico scelto. E non si salvano neanche le sagre, tradizionali appuntamenti che animano la vita di ogni comunità. Anche queste manifestazioni, per non sapere ne leggere ne scrivere, dicevano i nostri avi, vengono affidate a privati con bandi al ribasso. Cè il rischio di perdere l’anima della manifestazione che poi si trasforma in meri eventi commerciali. E’ accaduto in altri luoghi, come a Pozzallo, dove la Sagra del Pesce per più di 50 anni ha visto friggere gamberi e calamari nell’enorme padellone al centro della piazza e che ora si è ridotta ad una serie di casette dove c’è tutto lo street food che si vuole, a prezzi altisismi, ma senza lo spirito della sagra tradizionale. La scaccia ha subito la stessa sorte. Gli amministratori sono soddisfatti perchè, senza avere reale contezza di quello che volevano davvero, si sono trovati davanti a presenze importanti. Ma era più che scontato. Solo gli stessi organizzatori non avevano creduto del tutto alla sagra tanto è vero che nella prima giornata, dopo un paio di ore, erano finite tutte le scacce.
Le motivazioni che spingono l’amministrazione comunale a seguire questa strada sono molteplici e, spesso, poco chiare. Da un lato, c’è sicuramente la volontà di liberarsi da un onere gestionale considerato troppo gravoso. Affidando a privati la gestione di strutture e manifestazioni, gli amministratori si tolgono di dosso ogni responsabilità, delegando ad altri le decisioni e le scelte operative. E’ vero anche che i privati, potrebbero essere spinti a massimizzare i profitti ed essere disposti a investire somme ingenti per migliorare le strutture e organizzare eventi di successo. Ma dalle nostre parti questo è difficile che accada. Tuttavia, il rischio è che questo approccio possa portare a una commercializzazione eccessiva di beni comuni, con ricadute negative sulla qualità del prodotto e sulla sua immagine. Le conseguenze di queste scelte, dunque, sono molteplici e potenzialmente molto gravi. In primo luogo, c’è il rischio di una progressiva privatizzazione dei servizi pubblici, con una conseguente perdita di controllo da parte della comunità. In secondo luogo, si rischia di assistere a un impoverimento dell’offerta culturale e sportiva, con la scomparsa di iniziative rivolte a fasce deboli della popolazione. Infine, c’è il pericolo che le nostre tradizioni e il nostro patrimonio culturale vengano snaturati e commercializzati a fini di lucro. È necessario che la cittadinanza si mobiliti e si faccia sentire chiedendo all’amministrazione comunale di rivedere le proprie scelte e di privilegiare soluzioni che garantiscano la tutela del bene comune e la partecipazione attiva dei cittadini. Sarebbe interessante promuovere un dibattito pubblico sul futuro delle nostre strutture sportive e delle nostre manifestazioni, coinvolgendo tutte le forze sociali e politiche. Sappiamo però che questo non accadrà mai in questa città che si è ormai abituata alle scelte non criticabili dell’amministrazione. C’è anche qualcuno che va in giro dicendo che se si pagano bene gli amministratori almeno devono saper lavorare.