Dal PRG al PTR
Sembra che i PRG come li intendiamo noi, da almeno 50 anni, non ci saranno piu. Quindi niente scontri in consiglio e tanto meno accordi politici o tecnici. La Regione sta pensando di rendere più facile la vita dei comuni . Non so se è giusto, se è opinabile che si scrivano delle regole che devono essere valide ovunque senza pensare alle varie situazioni contingenti. Oggi a Trapani c’è stato il primo incontro del percorso che porterà alla redazione del Ptr, il Piano territoriale regionale. Terminata la prima fase conoscitiva, da oggi è in corso quella della concertazione con il confronto sui possibili scenari di sviluppo nei territori della regione. Questo secondo step di ascolto si svilupperà in un tour di incontri, inaugurato oggi a Trapani dall’assessore regionale al Territorio Giusi Savarino, insieme al dirigente generale del dipartimento dell’Urbanistica Rino Beringheli e ai tecnici che redigeranno il Piano. Un tour che toccherà i nove capoluoghi di provincia e che mira a coinvolgere enti locali, deputati, ordini professionali e stakeholder che invieranno le loro segnalazioni ed esigenze entro 30 giorni per validare una visione territoriale strategica del Ptr il più condivisa possibile. «Si tratta di uno strumento di pianificazione innovativo – spiega Savarino – che sarà il quadro di riferimento per gli atti di governo del territorio degli enti locali e dunque non avremo più Piani regolatori generali enciclopedici e farraginosi, ma i Pug, che li sostituiscono, saranno strumenti di pianificazione comunali semplificati e resi più snelli. Questo nuovo governo del territorio per la Sicilia è una normativa di cui sono orgogliosa, prima per avere portato il testo in Aula come relatore, e oggi perché mi prendo cura della sua applicazione da assessore. Con il Ptr si concretizza la volontà del governo Schifani di proiettare nel territorio le strategie di sviluppo economico sociale, a valle di un lavoro sinergico che oggi prende l’avvio da Trapani. Alla Regione spetterà il ruolo di realizzare, orientare e coordinare la programmazione delle risorse finanziarie, oltre a definire uno scenario sostenibile nel tempo di trasformazione economica, sociale, ambientale e culturale dei territori e delle comunità».