Dite “addio” a Donnafugata.

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Sono sempre stato molto legato a  Donnafugata fin da quando, ma nessuno se lo ricorda, nel 1983 abbiamo inventato gli spettacoli al Castello. Faccio nomi e cognomi. L’idea venne in seguito ad una richiesta del preside Garofalo, allora presidente dell’EPT che chiese, a me e al collega Antonio Recca, dove si sarebbe potuto fare uno spettacolo di musica classica con un’orchestra dell’Est. Ci pensammo un po’ e poi lanciammo l’idea: al  Castello di Donnafugata  ai piedi   della scalinata delle sfingi. Ma non c’era niente! Comprammo 10 metri quadrati di moquette, prendemmo 4 grandi fari smontandoli dallo studio di Teleiblea e affittammo un paio di centinaio di sedie. Fu un successo strepitoso. Nacque subito dopo  l’associazione Incontri Iblei che fino al 2010 e quindi per circa 30 anni ha organizzato delle vere e proprie stagioni liriche e  manifestazioni con artisti del calibro del maestro del flauto Severino Gazzelloni o dell’immenso tenore Giuseppe Distefano. Poi i sindaci incominciarono ad avere difficoltà economiche e preferirono investire in spettacoli di massa piuttosto che in cultura. E Donnafugata divenne preda di  ogni tipo di artisti e teatranti. Ci abbiamo fatto il callo. Ma ora è troppo!. Luky Cassi’, il sindaco più fortunato d’Italia, ha deciso di alienarlo, ma non vendendolo, che ci si potrebbe fare un po’ di cassa, ma attraverso accordi dei quali solo pensando male è possibile trovare giustificazioni. Guardate cosa sta succedendo. Il 30 luglio un gruppo  economico, presentato come associazioni non profit  invia una proposta per l’utilizzo del Castello in modo privato, seppur sotto l’egida del Comune. Considerando le lungaggine burocratiche negli enti pubblici ci si aspettava che ci volessero molte settimane, se non mesi, prima che qualcuno se ne accorgesse. Invece ” più veloce della luce” la giunta Cassì, il primo agosto, cioè neanche 24 ore dopo approva il progetto e per “faccia lavata” fa un bando per chiedere se qualcuno possa avere un’idea migliore. Naturalmente la cosa era stata “impupiata” da tempo. Ci sono società coinvolte, come la Logos di Comiso, che oggi ha lasciato il suo spazi nella formazione e va a pescare dall’assistenza domiciliare alla gestione di beni culturali insieme all’associazione catanese  Civitas che, però,   ha un certo curriculum nel settore.  Si tratta di qualcosa di legale perchè fa riferimento al partenariato tra enti e privati ma chi si sarebbe mai potuto immaginare che il Comune potesse fare a meno del castello? Le male lingue parlano di un obbligo parentale per Cassì e,  come diceva Andreotti,  non sarebbe peccato fare un po’ di ricerche. Comunque spero fortemente che qualcuno si possa proporre altrimenti sarà proprio Incontri Iblei ed il suo curriculum quarantennale incentrato soprattutto sul Castello, a partecipare al bando in collaborazione con la ProLoco e Teleiblea. Un bel gruppo non c’è dubbio.

di Direttore04 Ago 2024 19:08
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