Le ricette contro siccità e rischio idrogeologico

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Flora Vallone, Architetto, Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Ingegneria Naturalistica, presenterà in un prossimo convegno a Roma alcune innovazioni che nel tempo potranno mitigare rischio idrogeologico.
Dai rain gardens – giardini della pioggia –  alle sponge cities – alle città spugna, sono tanti i progetti già in corso, che puntano a moltiplicare foreste urbane e aree verdi, anche liberandole (come le migliaia di aiuole) dai cordoli che ne impediscono l’allagamento e l’infiltrazione. Copenaghen sta realizzando oltre 250 spazi pubblici tra parchi, aree gioco, rotatorie e aiuole stradali, la China oltre 60 “città spugna” dove non solo le aree verdi ma anche le superfici “grigie” sono drenanti, e così trasformeranno l’80% delle aree urbane entro il 2030. Analoghe trasformazioni stanno attivando New Orleans e New York dopo gli uragani Katrina e Sandy. In Italia (tra i paesi EU a più alto tasso di impermeabilizzazione del suolo) pochi ancora i casi, tra cui Modena e Milano. Li illustreremo il 16 Maggio, a Roma, alla stampa”.  “Cementificazione e impermeabilizzazione fanno delle città pericolose isole di calore, insostenibili per la salute pubblica (oltre 60.000 morti/anno in Europa), con temperature più alte anche di 8 gradi (Milano) rispetto al territorio circostante. Le Nature Based Solution, cioè Soluzioni basate sulla Natura e sistemi vegetali  riducono temperatura e polveri  dell’aria –  ha continuato l’architetto Vallone abbattono l’anidride carbonica, producono ossigeno, e generano generosi e gratuiti servizi ecosistemici  stimati per la sola Città Metropolitana di Roma Capitale pari a oltre 9 MLD/anno (=5600 euro/ettaro/anno) per un contributo al PIL pari al 6,45 % . Quindi IN e NBS fondamentali per il benessere del pianeta e la salute dell’uomo (one health) ma anche per il supporto socio-economico alle comunità locali. Un processo  irrinunciabile, da attivare certamente con tutte le attenzioni procedurali e tecniche necessarie, ma urgentemente. Come anche bloccare l’incessante consumo di suolo (oltre 900 ettari/anno in aree a pericolosità idraulica e 750 ettari/anno in aree a pericolosità da frana), dismettendo/spostando costruzioni e aree impermeabilizzate a ciò disponibili, anche utilizzando tecniche IN- Nature Based Solution. Solo così si potrà mitigare il rischio idrogeologico che attanaglia l’Italia per il 94% dei comuni italiani e oltre 8 milioni di abitanti, contestualmente incrementando biodiversità e capitale naturale, alleati primi contro il CC anche per la gestione dell’altra faccia della medaglia: siccità, desertificazione, ondate di calore”.

di Direttore08 Mag 2024 23:05
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