Dossier Statistico sull’Immigrazione

< class="t-entry-title title-giornale-before h3">>

 Sono stati presentati oggi a Ragusa i dati più significativi emersi dal Dossier Statistico sull’Immigrazione, realizzato dal centro studi e ricerche IDOS, con un focus sulla realtà siciliana. Obiettivo della giornata, conclusa dal Segretario nazionale Fai Cisl Mohamed Saady, è di approfondire il fenomeno migratorio diffondendo una visione dell’immigrazione il più possibile aderente alla realtà, in relazione alle dinamiche del lavoro, dell’accoglienza, dell’integrazione nei territori. Presenti all’evento molte autorità, la Segretaria Generale della Cisl Ragusa Siracusa Vera Carasi, il Sindaco di Ragusa Peppe Cassì accompagnato dall’Assessora ai servizi sociali e integrazione Elivra Adamo, il Sindaco di Scicli Mario Marino, l’Assessora ai servizi sociali del Comune di Modica Chiara Facello, Domenico Leggio Direttore Caritas Ragusa, Filiberto Fracchiolla, di Ragusa e Dirigente Ufficio Immigrazioni, Tommaso Mondello dirigente dell’ufficio immigrazione Prefettura Ragusa e Calogero Fasulo, Direttore Coldiretti Ragusa. Alla presentazione sono intervenuti il Segretario Generale Fai Cisl Ragusa Siracusa Sergio Cutrale, sono poi seguiti gli interventi di Luca di Sciullo Presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, di Giovanna Scifo responsabile Mediterranean Hope Casa delle Cultura di Scicli, Dorothea Muller membro Tavola Valdese e Pastora della Chiesa Metodista di Sicli. Ha conlcuso l’evento il Segretario nazionale Fai Cisl Mohamed Saady. Nel 2023 gli stranieri residenti in Sicilia sono passati da 186.195 a 184.605 dei quali donne, il 47%, la presenza straniera rispetto alla popolazione residente è pari al 3,8 %, rimanendo sempre inferiore alla metà della percentuale nazionale dell’8,5% A fronte del calo di oltre il 3% nelle province di Palermo, Catania e Caltanissetta, si registra invece un incremento di circa il 2% nelle province di Agrigento, Ragusa ed Enna. Altro dato significativo riguarda le provenienze della popolazione immigrata. Solo 8 cittadinanze in Sicilia, superano i 5 mila residenti e insieme rappresentano il 70% dell’intera popolazione immigrata e presente nella regione. La collettività più numerosa è quella Romena (45.895) che rappresenta il 25% circa della popolazione immigrata con cospicua presenza nelle province di Catania e Ragusa (oltre 7000). Ma in provincia di Ragusa la comunità più rappresentata è quella Tunisina con quasi 9000 residenti impiegati soprattutto nel settore agricolo. E’ rilevante altresì in Sicilia la comunità Marocchina (circa 16.000), la comunità srilankese con oltre 12.000 residenti, seguite dalle comunità albanese (10.600 residenti), bangladese (oltre 10.000), cinese (oltre 7.000) nigeriana (5.160).  La percentuale degli occupati stranieri sul totale è rimasta pressoché invariata  (dal 5,3% del 2021 al 5.2% del 2022). Il 29,3% dell’intera forza lavoro immigrata è occupata nel settore agricolo, il 61,3% nel settore dei servizi in generale, ed il restante 9,4% nell’industria che ha registrato un considerevole incremento soprattutto nel comparto edilizio. “Proprio in questi giorni tre imprenditori sono stati arrestati nel blitz anti-caporalato dei carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Ragusa e del Nucleo Ispettorato del Lavoro, coordinato dalla procura. È evidente, quindi, che il fenomeno va monitorato costantemente, con maggiori controlli, ispezioni, sanzioni. – ha sottolineato il Segretario Generale Fai-Cisl Ragusa Siracusa Sergio Cutrale – Ma va potenziata anche la collaborazione tra sindacati, associazionismo, istituzioni. Un esempio positivo, è il nuovo centro di accoglienza inaugurato a Genisi pochi giorni fa, che ospiterà giovani lavoratori vittime di caporalato. È urgente quindi – ha aggiunto Cutrale – promuovere quelle politiche necessarie, anche nella nostra Regione, per concretizzare percorsi di inclusione e integrazione di questi nuove forme migratorie, non vedendole come una emergenza o un pericolo da cui difendersi, ma come una risorsa con cui collaborare”. “È sui territori che si gioca la riuscita delle politiche di integrazione e dove conoscenza e azione devono essere promosse insieme, per combattere sfruttamento e segregazione lavorativa dei lavoratori immigrati e per costruire maggiore equità e giustizia sociale. – sono le parole di Luca Di Sciullo Presidente Centro Studi IDOS –  È questo il senso della solida e fruttuosa collaborazione tra Idos e Fai Cisl, imperniata sull’annuale Dossier Statistico Immigrazione, che mira a diffondere in maniera strategica e mirata uno strumento conoscitivo a sostegno di una visione lungimirante e di un più consapevole ed efficace impegno”. Ha concluso i lavori il Segretario nazionale Fai Cisl Mohamed Saady: “Ricordiamo che i lavoratori immigrati in agricoltura sono oltre 360 mila su 1 milione, e le prospettive sono di 500mila entro il 2030. In agricoltura sono ancora troppe le forme di irregolarità a danno dei lavoratori immigrati, come sindacato facciamo la nostra parte per garantire forme di legalità, applicazione del contratto, formazione e sicurezza, anche in diverse lingue per favorire l’integrazione. Necessario monitorare l’intermediazione lavorativa, partendo dal reale fabbisogno, favorire gli ingressi regolari superando la logica del click day, accelerare sulle pratiche per la regolarizzazione, migliorare la qualità dei servizi offerti. Su tutto questo – ha proseguito il segretario nazionale Saady – come Fai Cisl siamo in prima linea da tempo. Per questo rilanciamo, anche sul territorio, il nostro numero verde 800.199.100 dove segnalare ogni forma di sfruttamento e illegalità”.

di Redazione29 Feb 2024 23:02
Pubblicità