Fare il gioco della SAC
Sulla vicenda Comiso, dopo le ultime proteste, registriamo l’intervento di Gaetano Scollo e Gigi Bellassai, consiglieri comunali, i quali affermano che si stanno sbagliando gli obiettivi. Cioè, secondo loro, il colpevole non proprietario dell’aeroporto, dunque la SAC, che proprio ieri in un comunicato stampa si vantava di uno splendido avvio dell’anno in fatto di passeggeri e non meno di due mesi fa annunciava un super accordo con la Ryanair con migliaia di voli in più, ma le le istituzioni regionali e nazionali.
Queste dichiarazioni purtroppo non fanno altro che rinvigorire il gestore (Sac) che potendo contare pure sull’appoggio delle opposizioni al comune di Comiso, non avrà mai motivo di intervenire.
Quello che dicono Scollo e Bellassai è giusto: la Regione Siciliana e il Governo Nazionale negli ultimi anni non hanno fatto nulla di concreto, solo annunci. Ma chiedendo interventi a pioggia dimenticano che lo scalo comisano è privato, della Sac appunto, che pur essendo a capitale pubblico è un soggetto privato a tutti gli effetti.
La Sac ha mostrato fin da subito che le sue vere intenzioni non erano certo quelle di far crescere lo scalo ma di deprezzarlo fino ad acquistarlo per un tozzo di pane. Cosa si può dire di un imprenditore che spende una quarantina di milioni per comprare un’azienda e poi la guarda morire senza spenderci un soldo, anzi addirittura fa affari d’oro con chi ha contribuito ad affossarla. La Ryanair era scorretta quando operava a Comiso ma eccezionale a Catania. Se si vuole continuare con questo andazzo, tenendo in vita l’aeroporto per mantenere impiegati e dirigenti, basta tacere sulle colpe della Sac e di chi, a Comiso, non ha saputo o voluto contrastare il vero nemico. Ma c’è anche un’altra verità. Probabilmente l’intero territorio non è poi così tanto appetibile come si pensava una volta perchè se ci fosse una forte richiesta di voli turistici e di lavoro le compagnie sarebbero già qui a chiedere di operare. Dovremmo rivedere molte teorie che ci avevano fatto credere di essere il meglio del meglio ma non è così e per recuperare bisognerà trovare nuovi stimoli per i turisti e crescere anche in economia. Per il cargo è meglio lasciare stare sarebbe un’altra cattedrale in contrada “deserto”.