Articolo 32
In questi giorni si sta perfezionando, per iniziativa di un gruppo di cittadini ragusani, la
costituzione del Comitato Civico Articolo 32. In analogia con iniziative simili in tutta Italia il
comitato intende rappresentare gli utenti del servizio sanitario pubblico.
Il documento programmatico si basa sulla interpretazione del titolo V della Costituzione .
Infatti Con la riforma del titolo V della Costituzione, nel 2001 sono stati introdotti i livelli
essenziali di assistenza, i Lea, cioè le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale
(SSN) è tenuto a fornire obbligatoriamente a tutti i cittadini gratuitamente o dietro pagamento di
una quota di partecipazione (ticket).
Tra le eredità che la pandemia ci ha lasciato ci sono anche le liste d’attesa: tempi assurdi e
sempre che ci siano posti disponibili.
A giudizio del Comitato i tempi di attesa non sono altro che un’articolazione del livello
assistenziale dei Lea, la cosiddetta salute del territorio. Pertanto il diritto alla tempestiva diagnosi
e cura è decisivo e fa del rispetto dei tempi, prescritti dal medico di base, un diritto costituzionale
inderogabile.
I tempi di attesa per una prestazione quindi non possono essere stabiliti dalle strutture dell’ Asp.
La struttura sanitaria è obbligata a rispettare i tempi indicati dal medico nella ricetta con uno
specifico codice. (U=urgente entro tre giorni, B=breve, entro 10 giorni, D=differita entro 30 o 60
giorni, P=programmata entro 120 giorni). Pertanto il mancato rispetto del codice attribuito dal
medico curante costituisce una violazione di legge. Quando i tempi del servizio pubblico sono
incompatibili con le esigenze di salute, e andare altrove diventa una via obbligata, a pagarne le
conseguenze non può essere il cittadino.
Questo meccanismo perverso va combattuto in tutti modi. In questo contesto il “Comitato Civico
Art.32” intende analizzare le inadempienze segnalate dai cittadini e proporre specifiche vertenze
amministrative o legali .
Il diritto dei cittadini è prioritario e pertanto anziché assumere strategie pilatesche l’Azienda
sanitaria provinciale è obbligata a ricorrere ai servizi accreditati, a quelli in libera professione o a
quelli dei privati, addebitando all’utente il solo costo del ticket, se dovuto.
Allo scopo di affermare il principio costituzionale , nel caso in cui le segnalazioni non dovessero
registrare adeguato riscontro, il Comitato provvederà a inoltrare apposite segnalazioni all’Autorità
Giudiziaria e al Comando Carabinieri per la tutela della salute.